ABUSI PER 13 ANNI: FUGGE DAL CONVENTO EX VESCOVO
ABUSI PER 13 ANNI: FUGGE DAL CONVENTO EX VESCOVO
PARIGI – Fu a dimettersi nel 2010 dopo aver ammesso di aver abusato sessualmente di un minore per 13 anni. Giovedi scorso aveva, inoltre, confessato di aver abusato di un altro bambino per oltre un anno, minimizzando i suoi gesti, descritti come un «gioco». Costretto dal Vaticano a recarsi in un convento in Francia per sottoporsi a una terapia spirituale e psicologica a causa dei suoi trascorsi di pedofilo, l’ex vescovo di Bruges Roger Vangheluwe si è allontanato. «Se ne è andato ieri sera», ha detto la madre superiore del convento della Fraternità di Gerusalemme, una comunità religiosa di La Ferte Imbault, nel centro della Francia, dove il prelato era stato in pratica confinato. La religiosa ha detto di non essere a conoscenza di dove possa essere. I reati di Roger Vangheluwe risalgono al periodo tra il 1973 e il 1986 e sono quindi prescritti tanto per la giustizia civile quanto per quella ecclesiastica.
PEDOFILI, EX VESCOVO CHOC: “VATICANO INTERVENGA”
Venerdì 15 Aprile 2011 – 20:56
BERLINO – È ora di cena quando, sul canale televisivo in lingua fiamminga VT4, va in onda l’intervista che ha scioccato il Belgio intero. L’ex vescovo di Bruges, Roger Vangheluwe – 74 anni, costretto un anno fa alle dimissioni in seguito allo scandalo pedofilia che ha travolto la Chiesa belga – confessa: «Ho abusato di tutti e due i miei nipoti». Finora aveva amesso abusi solo su uno dei ragazzi, compiuti tra il 1973 e il 1986. A lasciare di stucco è soprattutto l’atteggiamento dell’uomo. Davanti alle telecamere si presenta calmo, freddo. Non mostra pentimento. Anzi, cerca di giustificarsi, minimizzando i suoi approcci coi due bambini. «Era come un gioco», racconta: «Non aveva nulla a che fare con la sessualità, ma con l’intimità. Non ho mai avuto l’impressione di essere un pedofilo. E non ho mai avuto l’impressione che i miei nipoti si opponessero. Anzi, il contrario». Il suo racconto è dettagliato: «Non ho mai pensato che tutto ciò potesse avere un impatto sui miei nipoti. Non c’è stata mai violenza, nè fisica, nè psichica. Non mi hanno mai visto nudo e non c’è stata mai penetrazione».
La tesi dell’ex vescovo a tratti ha davvero dell’incredilbile: «Io credevo si trattasse di cose superficiali. Naturalmente sapevo che non era una bella cosa, ma mi sono regolarmente confessato». Parole di fronte alle quali è insorto il Paese, la cui storia è stata tristemente costellata da vicende di pedofilia. Anche estremamente tragiche, come quella di Marc Dutroux, il mostro di Marcinelle. Contro il comportamento definito «irresponsabile» dell’ex vescovo di Bruges si è innanzitutto scagliato il governo Leterme che – tramite il ministro della giustizia, Stefaan De Clerck – ha chiesto al Vaticano di intervenire e di reagire in maniera più dura di quanto fatto finora, «adottando le misure necessarie». «Si è superato il limite dell’accettabile», ha tuonato il premier Yves Leterme, per il quale la Chiesa deve assumersi le sue responsabilità. La risposta arriva dal portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi: «La Santa Sede è cosciente della gravità della situazione e si stanno raccogliendo tutti gli elementi necessari per una valutazione approfondita». Il dossier Vangheluwe è da tempo in mano alla Congregazione della Dottrina della Fede, e la decisione definitiva dovrà essere presa dal Pontefice. «Tale decisione – ha spiegato alcuni giorni fa padre Lombardi – naturalmente terrà conto dei diversi aspetti della questione, a cominciare dalla sofferenza delle vittime e dalle esigenze della giustizia». Nel frattempo all’ex vescovo – che ha sempre sostenuto di non voler tornare allo stato laicale – non è permesso alcun esercizio pubblico del ministero sacerdotale ed episcopale.
Articolo tratto da: http://www.leggo.it/articolo.php?id=116969