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Riflessione in risposta a Matteo Attorre ed altri in merito alla necessità dei titoli umani dati da uomini per servire Dio

9 gennaio 2012

Riflessione in risposta a Matteo Attorre ed altri in merito alla necessità dei titoli umani dati da uomini per servire Dio

(Risposta a quanto scritto in questo gruppo su facebook: Facciamo capire ai Butindariani che Dio è amore)

Fratelli nel Signore, da quanto afferma il pastore Attorre, e non solo lui, per insegnare la Parola di Dio è necessario aver studiato presso una delle loro università, ed avere dei titoli dati dagli uomini, degli attestati e più una persona ne possiede e più è preparato per insegnare la Parola di Dio.

Permettetemi, fratelli, di dissentire da queste affermazioni. Non sono d’accordo non tanto perché io non abbia la possibilità di acquistare titoli, qua e là nelle varie università, ma perché secondo le Scritture non sono quei titoli che vengono richiesti ai servitori di Dio.

Voglio presentare alla vostra attenzione, fratelli in Cristo, questa mia riflessione sulle Scritture. Io ben posso capire che taluni di voi abbiano qualcosa contro di me e mi addebitino molte cose come se fossero mal fatte, ma vi chiedo nell’amore del Signore di abbandonare per un momento i vostri antichi pregiudizi nei miei confronti, e di valutare queste mie parole solo alla luce di ciò che dico in questo lavoro, e non su ciò che posso essere per voi o che ho detto in altre occasioni.

Con questo mio scritto voglio incoraggiarvi a studiare le Scritture ‘anche’ a casa vostra, perché questa è la volontà di Dio, e se mi date la possibilità, qui ho voluto dimostrarvelo con le Scritture e non con parole di sapienza umana.

Ora, essendo sicuro che almeno qualcuno di voi abbia capito con quale animo leggere questa mia semplice riflessione, voglio entrare subito nel vivo dell’argomento e ricordarvi alcuni passi.

Coloro che erano abituati a sentir parlare i titolati e gli studiosi di quel tempo, dissero queste parole di Gesù:

«Onde i Giudei si maravigliavano e dicevano: Come mai s’intende costui di lettere, senz’aver fatto studi? » (Giovanni 7:15)

Vedete fratelli, Gesù non aveva seguito i canali ufficiali del tempo per acquisire le conoscenze per poter parlare della dottrina di Dio, eppure lo faceva, ed essendo il nostro duce e perfetto esempio di fede e da imitare in tutto ciò che ha detto e fatto, così anche noi possiamo imitarlo anche in questo, secondo quanto è nella volontà di Dio.

Lo stesso Gesù risponde alle affermazioni dei Giudei dell’epoca con queste parole:

«E Gesù rispose loro e disse: La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato. Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio. Chi parla di suo cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato, egli è verace e non v’è ingiustizia in lui.» (Giovanni 7:16-18)

Coloro che vogliono fare la volontà di Dio comprenderanno se la dottrina che viene insegnata da un vero dottore costituito da Dio non è la propria veduta personale, o la veduta di un movimento, ma viene solo da Dio.

Per sapere se uno parla da parte di Dio bisogna avere un cuore che vuole fare la volontà di Dio che si trova scritta nella Bibbia, e non un cuore ed una mente che vuole seguire le tradizione degli uomini, la storia del movimento o le particolari vedute del fondatore, le quali cose variano da secolo a secolo e di località in località. Le tradizioni degli uomini variano di periodo in periodo, ma la Parola di Dio non muta mai, le parole di Gesù non passeranno mai.

Ora, prendiamo ad esempio l’apostolo Paolo, che aveva sia i titoli del tempo, cioè aveva fatto degli studi secondo le scuole di allora, infatti era tenuto in grande considerazione dalla setta più rigida dei farisei, com’è scritto:

«Se qualcun altro pensa aver di che confidarsi nella carne, io posso farlo molto di più; io, circonciso l’ottavo giorno, della razza d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo d’ebrei; quanto alla legge, Fariseo;» (Filippesi 3:4,5)

Vedete, abbiamo letto quanto alla legge, Fariseo, infatti l’apostolo Paolo aveva studiato ai piedi di uno dei più grandi maestri di allora, cioè Gamaliele, ed aveva i titoli di studio relativi a quel tempo (Atti 22:3 – «Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, ai piedi di Gamaliele, educato nella rigida osservanza della legge dei padri, e fui zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi;»), era come se Paolo oggi avesse le migliori lauree prese nelle più importanti università religiose. Tuttavia, ascoltate cosa disse lo stesso Paolo di questi suoi titoli:

«Ma le cose che m’eran guadagni, io le ho reputate danno a cagion di Cristo. Anzi, a dir vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e LE REPUTO TANTA SPAZZATURA affin di guadagnare Cristo, e d’esser trovato in lui avendo non una giustizia mia, derivante dalla legge, ma quella che si ha mediante la fede in Cristo; la giustizia che vien da Dio, basata sulla fede;» (Filippesi 3:7-9)

Tra la spazzatura, l’apostolo Paolo, dottore dei gentili, ha messo tutte le cose che ha elencato precedentemente, tra cui anche gli studi che aveva fatto ai piedi di Gamaliele, i quali erano ritenuti come una laurea nelle scuole bibliche d’oggi.

Se così non fosse, ci sarebbe una differenza tra i fratelli che dipenderebbe dalle proprie opere e dalle proprie capacità, ma Paolo con quelle parole voleva far intendere che non è per una propria bravura o studio che si conosce Cristo e la perfetta volontà di Dio, ma ogni dono, ogni cosa buona ed ogni capacità per assolvere ai propri doveri ministeriali provengono soltanto da Dio, infatti è scritto:

«Non già che siam di per noi stessi capaci di pensare alcun che, come venendo da noi; MA LA NOSTRA CAPACITA’ VIENE DA DIO, che ci ha anche resi capaci d’esser ministri d’un nuovo patto, non di lettera, ma di spirito; perché la lettera uccide, ma lo spirito vivifica.» (2 Corinzi 3:5,6)

Fratelli nel Signore, sappiate che è importante che voi sappiate queste cose per due ordini di motivi: il primo è che i santi devono chiedere a Dio ogni cosa, anche tutte le capacità necessarie per servirLo, la capacità d’insegnare; la seconda è che se ogni capacità non venisse da Dio, ma dagli uomini, questi si vanterebbero delle loro opere e delle loro capacità davanti agli altri uomini e davanti a Dio.

Ogni dono perfetto viene dall’alto, compresi la capacità d’insegnare e la conoscenza, e questo affinché gli uomini non possano vantarsi di avere niente che non hanno ricevuto da Dio.

Citiamo anche altri apostoli, i quali senza aver fatto studi avevano ricevuto il ministerio della Parola. Ecco cosa dice Luca:

«Or mentr’essi parlavano al popolo, i sacerdoti e il capitano del tempio e i Sadducei sopraggiunsero, essendo molto crucciati perché ammaestravano il popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dei morti. […] Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni, e AVENDO CAPITO CHE ERANO POPOLANI SENZA ISTRUZIONE, si maravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù.» (Atti 4:1,2; 13)

Come abbiamo letto, anche gli studiosi ufficiali di quel tempo, hanno riconosciuto che Pietro e Giovanni erano popolani senza istruzione, quindi non avevano seguito le vie di studio di quel tempo, ma avevano studiato ai piedi di Gesù Cristo, il Maestro, e per tale motivo ammaestravano il popolo e per le loro mani Iddio compiva dei miracoli potenti.

Persino l’apostolo Paolo ha ricevuto l’evangelo direttamente da Gesù Cristo, anche se Gesù era morto da qualche tempo ed era stato assunto in cielo. Leggiamo cosa è scritto a tal proposito:

«E invero, fratelli, io vi dichiaro che l’Evangelo da me annunziato non è secondo l’uomo; poiché io stesso non l’ho ricevuto né l’ho imparato da alcun uomo, ma l’ho ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo.» (Galati 1:11,12)

Vedete, dunque, Paolo non ha ricevuto il dottorato da altri uomini, ma le conoscenze e la dottrina che insegnava le ha ricevute direttamente da Gesù Cristo.

Ciò che Paolo imparò per rivelazione da Gesù Cristo direttamente, lo mise a confronto con quanto avevano imparato gli apostoli storici, che avevano vissuto e visto Gesù quando era in vita ed hanno imparato la sana dottrina direttamente dal Maestro. Ecco cosa dice la Parola a proposito di ciò:

«Poi, passati quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme con Barnaba, prendendo anche Tito con me. E vi salii in seguito ad una rivelazione, ed esposi loro l’Evangelo che io predico fra i Gentili, ma lo esposi privatamente ai più ragguardevoli, onde io non corressi o non avessi corso in vano. […] anzi, quando videro che a me era stata affidata la evangelizzazione degli incirconcisi, come a Pietro quella de’ circoncisi (poiché Colui che avea operato in Pietro per farlo apostolo della circoncisione aveva anche operato in me per farmi apostolo dei Gentili), e quando conobbero la grazia che m’era stata accordata, Giacomo e Cefa e Giovanni, che son reputati colonne, dettero a me ed a Barnaba la mano d’associazione perché noi andassimo ai Gentili, ed essi ai circoncisi;» (Galati 2:1,2; 7-9)

Dunque, fratelli nel Signore, vi esorto a studiare a casa vostra continuamente le sacre Scritture, pregate Iddio che vi doni sapienza ed intelligenza, e vi dia d’intendere le sacre Scritture secondo il senso di Dio, e se avrete fede e costanza, voi riceverete dal Signore ciò che desiderate, anche se non andate nelle scuole bibliche, anzi, se andate nelle scuole bibliche, voi studierete non ciò che sta scritto nella Bibbia, ma le dottrine e tradizioni degli uomini che sono preconfezionate dai dirigenti di quella scuola e di quella organizzazione.

Voglio terminare questa mia breve esortazione rivoltavi affinché vi dedichiate maggiormente a studiare le sacre Scritture, col farvi sapere che tutti gli uomini che hanno creduto nel Signore Gesù Cristo possono e devono studiare le sacre Scritture, chiedere a Dio di intenderle e di ricevere anche il dono dell’insegnamento, la capacità d’insegnare, come hanno ricevuto Paolo, Pietro, Giovanni e gli altri. Fratelli, anche se non avete la possibilità di andare nelle scuole bibliche, studiate a casa vostra, pregate e domandate a Dio ciò che desiderate, perché la conoscenza e la capacità d’insegnare, e i ministeri sono doni che vengono dall’alto, come anche la sapienza di Dio.

Il nostro caro fratello Apostolo Giacomo ci ha rivolto queste parole:

«Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chiegga a Dio che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare, e gli sarà donata. Ma chiegga con fede, senza star punto in dubbio; perché chi dubita è simile a un’onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là.» (Giacomo 1:5-6)

Ancora, Giacomo dice:

«Non errate, fratelli miei diletti; ogni donazione buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra prodotta da rivolgimento.» (Giacomo 1:16,17)

Fratelli, pensate questo, ma se Dio non può mutare mai, perché anticamente donava liberamente i suoi doni di ministerio, i doni d’insegnamento a pescatori, a popolani senza istruzione presi da mezzo al mondo, per quale motivo oggi dovrebbe mutare opinione e dare il dono d’insegnamento a coloro che si vantano di titoli umani e si fregiano dei loro attestati delle scuole bibliche? Naturalmente non voglio giungere all’assoluta conclusione che tra coloro che hanno studiato nelle scuole bibliche non ci sia nessuno che conosce le Scritture o che nessuno sia capace d’insegnare, ma ciò che voglio farvi capire è che i doni di Dio non si ricevono nei banchi di scuola biblica, ma nei pavimenti con la faccia a terra della vostra cameretta.

Rammentatevi pure questo, fratelli, che Salomone ricevette direttamente da Dio sapienza, e così anche voi potrete ricevere tutto ciò che desiderate, se domandate a Dio con fede, senza dubitare, e voi riceverete ciò che è secondo la Sua volontà.

Inginocchiatevi, fratelli, fatevi i calli alle ginocchia gridando a Dio, e sarà quella la vostra scuola biblica, studiate le sacre Scritture e vedrete come la vostra mente e il vostro cuore si apriranno per intendere le Scritture, infatti, sta scritto:

«Poi disse loro: Queste son le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che bisognava che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, ne’ profeti e nei Salmi, fossero adempiute. ALLORA APRI’ LORO LA MENTE PER INTENDERE LE SCRITTURE, e disse loro: Così è scritto, che il Cristo soffrirebbe, e risusciterebbe dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicherebbe ravvedimento e remission dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme.» (Luca 24:44-47)

Diletti, voi che avete creduto in Gesù Cristo, studiate le Scritture e pregate Iddio con tutto il vostro cuore, e aspettate che Dio vi apra la mente per intenderLe, e che vi dia ogni dono perfetto che viene dall’alto. I doni perfetti, fratelli, come ha detto Giacomo, vengono solo dall’alto, e non dal basso, e non da carne e sangue, non dagli uomini.

In conclusione, fratelli, affermare che un credente può diventare dottore della Parola solo passando attraverso quei canali scolastici del proprio tempo non è corretto biblicamente, e chi afferma tali cose vi sta mentendo, e vi sta scoraggiando nello studiare la Parola di Dio, perché vi vuole rendere schiavi di coloro che hanno studiato nelle scuole bibliche, dipendenti esclusivamente da loro. Sì, fratelli, perché vi tengono lontani dalle Scritture facendovi credere che voi non potete intendere correttamente i passi della Scrittura senza conoscere le tradizioni, e altre nozioni umane, storiche, culturali del tempo, e altre cose che sono inutili, perché la stessa Scrittura dice che tutto ciò che i santi devono sapere è scritta nella Parola di Dio, e non c’è bisogno di niente altro, infatti è scritto:

«Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona.» (2 Timoteo 3:16,17)

Vedete, fratelli, tutto ciò che può rendervi compiuti e pienamente forniti di ogni cosa la trovate nelle sacre Scritture, e non nei libri di filosofia, di psicologia e di altri vani ragionamenti provenienti dalle menti carnali di certi falsi dottori che con le loro arti seduttrici dell’errore vi vogliono rendere loro schiavi, dipendenti in tutto dalle loro parole vane, facendovi credere che non avete accesso diretto alla sapienza e alla conoscenza della volontà di Dio e della Sua Parola.

Siate savi, fratelli, e non fatevi sedurre da coloro che sventolano i loro titoli, i loro tesserini, per vantarsi di una superiorità carnale, perché non è il tesserino che fa di un credente un ministro dell’evangelo, ma lo deve dimostrare con ciò che insegna, e ciò che insegna deve essere conforme a quanto hanno insegnato i dottori e gli apostoli nelle sacre Scritture, e non devono parlare in modo da annullare ciò che è scritto nella Bibbia con i loro vani ragionamenti e i loro sofismi.

Badate a voi stessi, e attenetevi alla Parola di Dio soltanto.

Ora, io ritengo di avere ricevuto il più grande titolo che un uomo possa ricevere, e che tutti i credenti hanno, io mi voglio vantare solo di questo, che grazia mi è stata fatta e sono stato adottato come FIGLIOLO DI DIO, per mezzo della fede in Cristo Gesù. E di questo grande titolo io ringrazio Iddio e il nostro Signore Gesù Cristo.

Giuseppe Piredda

Eccovi lo screen shot dello scritto di Attorre, per chi non ha accesso su facebook:

2 commenti leave one →
  1. giuseppe permalink
    11 gennaio 2012 16:01

    Non sono su facebook e non ho nessuna voglia di entrarci perchè nel farlo mi sentirei un pavone in amore
    (parlo per me solo), però sento la necessità di esprimere il mio pensiero sullo scritto del fratello Attorre:
    Considerare il Butindaro inutile e pericoloso è dare prova provata di essere ormai preso dal vortice del sistema di questo mondo che con la forza del vento della “democrazia” (sinonimo di libertà e rispetto del pensiero altrui), sta indebolendo se non addirittura distruggendo tutti i sani e saldi principi anche dottrinali che emergono dalle scritture, principi necessari al bene dei credenti. Questo fratello (il Butindaro), a me invece pare che stia difendendo questi principi e lo sta facendo PER NOI, ripeto PER NOI.
    Aldilà di quelli che possono essere i difetti di ognuno di noi, troviamo il coraggio e l’umiltà di accettare il giusto che ci viene trasmesso, e non permettiamo che questi difetti ci impediscano di riceverlo, in fondo è per il nostro bene.
    Con affetto fraterno.
    Giuseppe De Ieso

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  2. matteo Attorre permalink
    25 gennaio 2012 00:14

    Non ho assolutamente detto che sia necessario avere titoli accademici.(Fermo restando che non ho comprato titoli, ma mi sono laureato in teologia e poi specializzato in Nuovo Testamento presso una delle universitá protestanti piú prestigiose dell’America Latina) Ho detto che vi sono alcune regole ermeneutiche ( di interpretazione) che é necessario conoscere per non incorrere nel rischio di manipolare la Parola e Giacinto Butindaro non solo non conosce queste regole, ma pensa de non averne necessitá. Nessuno é infallibile, nemmeno io. Mi spaventa la supponenza di Butindaro e l’aggressivitá dei suoi seguaci. Comunque il tuo commento é ben accetto, a differenza dei commenti aggressivi e assolutamente non cristiani presenti su facebook, nella pagina dei butindariani ” separatevi da Matteo Attorre” dove sono dipinto come un diavolo. Comunque, come giá detto, mi occupo di Vangelo e non ho tempo da perdere con Butindaro. Lui ha il merito di denunciare le eresie ( e sono eresie sí) ma non ha l’umiltá di aprire la mente e le orecchie per sentire altre opinioni e rischia di applicare veritá personali come se fossero principi eterni (la donna che non puó depilarsi e altre amenitá). A me sarebbe piaciuto ( e questo é il motivo per il quale ero entrato in contatto con lui) aprire un confronto teologico su alcuni temi> Peccato che il Butindaro e i suoi discepoli abbiano scelto il cammino del ” é un diavolo!”. Convinto che Dio si riservi il diritto di usare chi non la pensa esatttamente come Butindaro, auguro a tutti voi un anno nella presenza del Signore.

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