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Vegliate e state fermi nella fede sino alla fine

30 giugno 2024

Vegliate e state fermi nella fede sino alla fine

L’Apostolo Paolo, alla fine della prima epistola ai santi di Corinto, ha scritto, tra l’altro, queste parole di esortazione:

«Vegliate,

state fermi nella fede,

portatevi virilmente,

fortificatevi.

Tutte le cose vostre sian fatte con carità.» (1 Cor. 16:13-14)

Vegliare significa stare svegli, fare la guardia, soprattutto quando gli altri dormono, bisogna stare ancor più svegli e vigili spiritualmente, ponendo mente e stando attenti a tutto ciò che accade attorno a noi, perché molti cianciatori e seduttori di menti sono entrati nella Chiesa, e molti altri falsi ministri si sono trasformati in lupi rapaci essendo in precedenza reputati come veri servi di Dio, perciò questi ultimi sono ancor più pericolosi degli altri che entrano da fuori.

Pertanto, l’Apostolo Paolo dice di vegliare, perché sapeva bene, Iddio glielo aveva rivelato, che molti erano i pericoli a quell’epoca per la Chiesa, e moltissimi sono ancora oggi, perciò le parole di Paolo sono valide per tutti i santi di ogni epoca.

Anche Gesù ha esortato vivamente i santi a vegliare e stare in guardia, e lo ha fatto con forza ed ha diretto le sue parole non solo a tutti coloro che lo ascoltavano, ma anche a TUTTI quelli che avrebbero lette quelle sue parole nelle varie epoche:

«Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padron di casa: se a sera, o a mezzanotte, o al cantar del gallo o la mattina; che talora, venendo egli all’improvviso, non vi trovi addormentati.

Ora, quel che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate.» (Marco 13:35-37)

Un’altra cosa che Paolo ha esortato di fare nel passo sopra riportato, è che bisogna rimanere fermi nella fede, in quella fede che ci ha salvati e per mezzo di quella fede che si crede che Gesù è il Cristo, che è morto per i nostri peccati ed il terzo giorno è risuscitato dai morti. Se Paolo dice che bisogna stare fermi in essa, significa che ci possono essere di quelli che si smuovono dalla fede, e ci sono persino di quelli che fanno getto della fede, essa si spegne e non è più presente in loro, avviene come ha insegnato Gesù a proposito dei cuori rappresentati dal terreno roccioso, che credono solo per un tempo, e la loro fede viene meno, si traggono indietro, e tal conclusione non subito sarà visibile alla Chiesa quando si tratta di ministri di Dio, ma verrà il tempo in cui si manifesteranno per quello che sono diventati.

Ed è pensando al fatto che i credenti si possono trarre indietro e venire meno nella fede, che Paolo esorta i santi a stare fermi nella fede, a fare tutto ciò che è necessario per alimentare la fede, a renderla sempre più forte. La fede, che è un dono di Dio, si alimenta e si rende più forte studiando la Parola di Dio, secondo quanto dice sempre Paolo ai santi di Roma la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo(Rom. 10:17).

Guai a coloro che pensano che non possono cadere e s’illudono di rimanere sempre in piedi, perché non si stanno accorgendo che già nel pensare in quel modo, stanno già cadendo a terra, perché la presunzione e l’arroganza del pensiero che qualcuno può fare di questo tenore “a me non succederà mai di venire meno nella fede”, è già un segnale di caduta con grave danno per la fede. Credere nella predestinazione non ti mette al riparo dal perdere la fede e con ciò la salvezza, perché appunto la salvezza la possono perdere solo quelli che sono stati preordinati a nascere di nuovo, gli altri non possono rinnegare né perdere cose che non hanno mai avuto.

L’Apostolo Paolo esorta i santi che devono portarsi virilmente, cioè con forza, da uomini maturi, e non da bambini in Cristo a cui bisogna dare ancora il latte spirituale. Ci sono, in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo, credenti che hanno molti anni di fede, eppure sono rimasti sempre bambini in Cristo, sballottati qua e là da ogni vento di dottrina a causa degli uomini frodatori pieni di astuzia nel loro cuore e specializzati nelle arti seduttrici dell’errore (cfr. Efes. 4:13-14).

I ministri di Dio, insieme ai sorveglianti (Anziani) della Chiesa, dovrebbero vegliare sul gregge, e non devono farlo per un vil guadagno, per avere un tornaconto di denaro, perché in tal caso si diventa dei mercenari, e si dà più importanza al denaro che al frutto dell’opera che si deve compiere; pertanto, considerando che molti fanno tutto per denaro, avviene che, in molte comunità, che i primi ad essere corrotti sono proprio i ministri e pure gli Anziani, di conseguenza non c’è nessuno che può vegliare sul gregge del Signore, chi è preposto a farlo non lo fa, ed il gregge e preda dei lupi rapaci.

Cari nel Signore, bisogna fortificarsi, bisogna crescere e maturare spiritualmente ogni giorno che passa, e questo può avvenire attraverso gli insegnamenti che il Signore Gesù ci trasmette, prima di tutto con la Parola di Dio, perciò dobbiamo dedicargli del tempo per studiare le sacre Scritture, poi con le sofferenze e con tutte le opere che ci mette davanti affinché le pratichiamo; tutto ci avviene affinché diventiamo sempre più forti, e quando vengono tempi più difficili e malvagi, dobbiamo riuscire a rimanere in piedi e fermi nella fede.

L’Apostolo Paolo conclude quell’esortazione che vi ho riportato sopra, con le parole che tutto ciò che i credenti fanno, le devono fare con amore, verso il prossimo, verso il Signore, ed anche verso i nemici che li perseguitano, perché un credente non deve ricambiare il male con il male, ma il male che gli altri ci fanno lo dobbiamo vincere facendo il bene; infatti tra il bene che i credenti sono chiamati a fare, vi è anche quello di amare i propri nemici e di pregare per loro (cfr. Matteo 5:44). Un albero buono farà anche quello, tutto quello che farà, lo farà con amore verso il prossimo, anche se questi lo perseguita e gli fa del male. Dunque, sappi che non ti è lecito di fare del male e lanciare maledizioni a coloro che pensi che ti abbiano fatto del male, perché facendo in quel modo dimostri soltanto di essere privo d’amore, e in tal caso bisogna anche domandarsi che un tal uomo che si conduce in quella maniera, non sia persino privo di fede e sia caduto quanto alla fede e non ha perseverato in essa, perché le cose sono tutte collegate assieme.

Perciò, diletti e fedeli nel Signore, termino questa mia breve esortazione a stare fermi nella fede sino alla fine, ricordandovi queste altre parole di Gesù che dice Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; ben è lo spirito pronto, ma la carne è debole(Marco 14:38), in modo che sappiate che la prima cosa che bisogna fare per poter dire di essere svegli, è quella di perseverare nella preghiera; infatti, se uno non dedica del tempo in preghiera, non ha comunione costante con Dio, non sente la pace e la gioia del Signore dentro il suo cuore, perciò quel tale non può dire che sta vegliando, anzi, sappiamo per certo che si è addormentato in mezzo alla battaglia ed è in balìa del nemico. Perciò, fratelli e sorelle nel Signore, badate a come ascoltate e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda

 

 

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