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Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (4° di 4): i Doni Spirituali

27 aprile 2024

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (4° di 4): i Doni Spirituali

Nella sua prima epistola ai santi di Corinto, l’Apostolo Paolo ha dedicato diversi capitoli per parlare dei doni spirituali, diversi l’uno dall’altro, i quali sono una manifestazione esteriore ed estemporanea dello Spirito santo, e vengono dati dallo stesso Spirito di Dio a coloro che Egli vuole dopo che si viene ripieni di Spirito santo, che si è battezzati con lo Spirito santo (cfr. 1Cor. 12:1-5).

I doni spirituali sono nove e sono distribuiti dallo Spirito santo com’Egli vuole e per l’utile comune della Chiesa, e la loro manifestazione in mezzo ai santi è molto utile ed edificante, e sono pure una testimonianza che Dio è presente in mezzo a loro. Della lista di tali doni ne ha parlato Paolo ai santi di Corinto che di seguito vi riporto:

«Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune.

Infatti, a uno è data mediante lo Spirito parola di sapienza;

a un altro, parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito;

a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito;

a un altro, doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito;

a un altro, potenza d’operar miracoli;

a un altro, profezia;

a un altro, il discernimento degli spiriti;

a un altro, diversità di lingue, e ad un altro, la interpretazione delle lingue;

ma tutte queste cose le opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo i suoi doni a ciascuno in particolare come Egli vuole.» (1 Cor. 12:7-11)

Tutto ciò che Dio dà agli uomini è un dono, la salvezza, una moglie, anche il non sposarsi è un dono che viene dato da Dio (cfr. 1 Cor. 7:7), anche i Ministeri sono donati dal Signore nostro Gesù Cristo a coloro che Egli si è scelti (cfr. Efes. 4:11-15), sono perciò molti e vari i doni di Dio che vengono elargiti alla Chiesa, tuttavia, per quanto riguarda i ‘doni spirituali’ essi sono una manifestazione particolare dello Spirito santo, e sono stati ben definiti ed espressamente elencati dall’Apostolo Paolo nei passi sopra riportati.

I doni di ‘parola si sapienza’ e ‘parola di conoscenza’ sono rivelazioni di cose sconosciute agli uomini, che in modo naturale non possono essere conosciute, sono una manifestazione di cose che lo Spirito santo sa che avverranno o che sono avvenute o stanno avvenendo in quel momento, ed è qualcosa di soprannaturale. Lo Spirito santo può parlare o comunicare la sua conoscenza particolare all’uomo anche attraverso sogni e visioni. Quei doni riguardano delle particolari rivelazioni che lo Spirito santo fa conoscere ai credenti (cfr. Daniele 9:20-23, 10:1).

Il dono spirituale della fede è qualcosa che si manifesta in modo potente, è una misura di fede particolare che non è poca, e la sua manifestazione è qualcosa di soprannaturale, ad esempio per mezzo di tale grande fede potente Gesù ha camminato sulle acque (cfr. Matteo 14:25-31). Si viene salvati per mezzo della fede in Gesù Cristo, perciò una misura di fede ce l’hanno tutti i credenti nati di nuovo, ma il dono spirituale della ‘fede’ è una manifestazione potente dello Spirito santo, non è qualcosa di comune a tutti i credenti, ma è di quelli che ricevono tale dono dallo Spirito santo, ed anche Pietro camminando inizialmente sopra le acque del mare ha manifestato una misura di fede potente, solo che non ha perseverato in essa ed ha dubitato, perciò è caduto in mare.

Il dono delle ‘guarigioni’, viene dato dallo Spirito santo a certi credenti affinché pregando e imponendo le mani sui malati questi guariscano completamente. La manifestazione di questo dono spirituale si è manifestato potentemente attraverso gli Apostoli (cfr. Atti 9:32-41), ed ancora oggi si può verificare la guarigione divina attraverso tali doni con l’imposizione delle mani. Fate attenzione però, perché se si impongono le mani a qualcuno qualcosa deve succedere da parte di Dio, troppe volte ho visto imporre le mani ai malati e non è successo niente, e ciò non va bene, non è secondo la volontà di Dio e ci fa capire che in realtà non c’era nessun dono operante per le loro mani. Bisogna dunque essere prudenti e stare attenti e valutare correttamente ogni cosa dal punto di vista degli insegnamenti della Parola di Dio.

Il dono spirituale di operar miracoli, è una manifestazione dello Spirito santo per cui Iddio per mezzo delle mani d’uomo compie cose soprannaturali, cioè vengono compiute opere che non possono essere definite normali né si possono dare spiegazioni scientifiche di ciò che viene fatto potentemente da Dio, come ad esempio l’apertura del mar Rosso all’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto (cfr. Esodo 8:23-24; Giov. 2:6-11; Giov. 12:18).

Il dono spirituale di ‘discernimento degli spiriti’ è una particolare rivelazione soprannaturale per mezzo del quale lo Spirito santo rivela al credente che tipo di spirito una persona ha dentro di lui; ciò è un dono molto importante per quanto riguarda il cacciare i demoni dai corpi di coloro che sono posseduti. Talvolta si hanno dei dubbi, e siccome bisogna pregare per cacciare i demoni solamente se veramente quella persona è posseduto e, per averne la certezza, lo Spirito santo lo fa discernere in modo soprannaturale manifestando chiaramente che tipo di spirito è dentro la persona posseduta. Non riguarda il semplice discernimento che si può normalmente avere, ma è qualcosa di soprannaturale, una manifestazione potente dello Spirito santo.

I doni spirituali di ‘Profezia’, di ‘Parlare Diverse lingue’ e delle ‘Interpretazione delle lingue’, sono i doni dei quali l’Apostolo Paolo ha speso più parole, e sono proprio quelli che ai tempi d’oggi sono più falsificati, in parte per ignoranza, in parte per astuzia e l’arte seduttrice dell’errore di taluni cianciatori e seduttori di menti di cui la Chiesa è piena. Nell’introduzione dell’argomento dei doni spirituali, Paolo nell’epistola ai Corinzi dice queste parole Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza (1 Cor. 12:1), perciò tutti i credenti hanno il dovere di studiare perfettamente tali parti della Scrittura che parlano di tale argomento, per non ignorare qual è la verità, sia per sapere e domandare a Dio in preghiera i doni che si desiderano, sia per non essere ingannati dalle false profezie e dai falsi parlare in lingue, che, purtroppo, in ambito pentecostale è qualcosa che succede spesso, gli scandali si susseguono di continuo, ed a causa di ciò gli increduli e gli ‘estranei’ a quel tipo di culto ‘pentecostale’ (cfr. 1 Cor. 14:24), pensano che sono tutti pazzi o, comunque, che tutto ciò non sia da Dio. Lo Spirito santo ha sospinto Paolo a scrivere tali cose, appunto perché, oltre al fatto che già ai suoi tempi c’era disordine, sapeva bene ciò che sarebbe accaduto anche ai tempi d’oggi, per istruire i santi che studiano la Parola di Dio e si vogliono attenere strettamente a ciò che sta scritto e alla volontà di Dio, per non farsi trascinare nella via dell’errore e dell’ipocrisia.

Il credente che ha già una misura di Spirito santo, ricevuto quando è nato di nuovo, ed è perciò che egli è di Cristo (cfr. Rom. 8:9), per volontà di Dio, il nostro Signore Gesù Cristo può battezzarlo con lo Spirito santo, riempiendolo di Spirito, cosa che prima ne aveva solo una misura, ed è per questo che la Scrittura parla di ‘pienezza dello Spirito santo’ (cfr. Giov. 3:34, 20:22; Efes. 5:18; Atti 2:4, 4:31 v. GD, RL e NR). Leggi tutto…

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (3° di 4): i Doni di Ministerio

26 aprile 2024

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (3° di 4): i Doni di Ministerio

Ho già scritto di altre due dottrine che definiscono in modo particolare i gruppi religiosi riconosciuti come ‘pentecostali’, ho parlato già in precedenza del battesimo con lo Spirito santo e delle guarigioni divine; in questo mio scritto voglio parlarvi brevemente dei doni di Ministerio, che è un’altra dottrina che particolarmente legata ai pentecostali, soprattutto alcuni dei Ministeri.

L’Apostolo Paolo, a proposito dei ministeri ha scritto ai santi di Efeso queste parole:

«Ed è lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori,

per il perfezionamento dei santi,

per l’opera del ministerio,

per la edificazione del corpo di Cristo,

finché tutti siamo arrivati all’unità della fede e della piena conoscenza del Figliuol di Dio,

allo stato d’uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo;

affinché non siamo più de’ bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore,

ma che, seguitando verità in carità, noi cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.» (Efes. 4:11-15)

L’opera del Ministerio si limita esclusivamente a quei cinque che sono elencati nel passo riportato, non se ne possono aggiungere altri, non ce ne sono altri nella Scrittura, quindi tutti coloro che si inventano eventuali altri diversi ministeri, come quello del ‘clownery’ per fare un esempio, errano e vanno contro ciò che è scritto nella Parola di Dio. Certo, ci sono anche altri tipi di servizi che si possono rendere nella Chiesa per la Chiesa e sempre per volontà di Dio, ad esempio ci sono anche gli uffici di Anziano e di Diacono, tuttavia, per quanto riguarda i doni di Ministerio bisogna fermarsi a quelle parole di Paolo, così è scritto e non bisogna andare oltre a ciò che sta scritto, affinché non ci si gonfi d’orgoglio (cfr. 1Cor. 4:6).

Oltre al fatto che non è scritto che ci possano essere altri tipi di ministerio oltre a quelli riportati sopra, è doveroso anche farvi notare anche il fatto che non ce n’è di bisogno, perché tutto ciò che si può fare a beneficio dei santi è compreso tra quei cinque, aiutati nel servizio dagli Anziani e dai Diaconi della Chiesa. Comunque, più sono coloro che collaborano con i Ministri e maggiore sarà il beneficio che la Chiesa ne trae.

L’Apostolo Paolo nei passi che ho riportato sopra, scrivendo a riguardo dei Ministeri, fa capire che è Gesù che li dona a coloro che Egli vuole, e dicendo che li dona ‘agli uni’ e ‘agli altri’, vuole intendere che sono donati a persone distinte l’una dall’altra, non tutti i doni di Ministerio vengono dati alla stessa persona. Ho dovuto specificare ciò, prima perché Paolo ne ha voluto fare la distinzione, poi perché ci sono di quelli che insegnano che i Pastori della loro denominazione hanno tutti i cinque ministeri, ed in base a ciò che praticano stanno manifestando un incarico specifico dei vari ministeri. Ma le cose non stanno così, in genere nella Chiesa il Signore Gesù costituisce in ogni ministerio persone diverse l’una dall’altra, anche se, ad esempio, può essere necessario che taluni lo ricevano insieme a quello di Dottore, come anche lo erano lo stesso Apostolo Paolo e pure l’Apostolo Barnaba (cfr. Atti 13:1-3, 15:35).

Per fare chiarezza, un’altra cosa importante da considerare a riguardo dei doni di Ministerio è il fatto che non si ottengono facendo studi ed ottenendo titoli di scuole bibliche, non sono gli uomini che possono dare i doni di Ministerio, ma essi vengono dati esclusivamente e direttamente dal Signore Gesù Cristo a coloro che Egli ha scelto. Ho dovuto dire quelle cose perché sono molti quelli che sono in mezzo alla Chiesa e si dichiarano ministri da loro stessi, e fanno sfoggio anche di titoli ottenuti nelle scuole bibliche, ma non essendo costituiti né mandati da Dio, fanno enormi danni in mezzo alla Chiesa. Se Dio non costituisse quelli veri per contrapporsi a quelli falsi, rimarrebbero solo quelli falsi, e sarebbero guai per i santi. Leggi tutto…

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (2° di 4): le Guarigioni Divine

25 aprile 2024

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (2° di 4): le Guarigioni Divine

Una delle cose che definisce in modo particolare i gruppi religiosi chiamati ‘pentecostali’, tra l’altro, c’è l’insegnamento e la preghiera e le supplicazioni che vengono innalzate a Dio che conceda la completa guarigione a coloro che sono infermi, senza passare per le mani dei medici.

Essi hanno molta fiducia sulle parole di Gesù “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che fo io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vo al Padre; e quel che chiederete nel mio nome, lo farò; affinché il Padre sia glorificato nel Figliuolo.” (Giov. 14:12-13); si dedicano molto alle predicazioni di esortazione ai santi affinché abbiano la fede necessaria per ricevere anche oggi le stesse guarigioni che Dio ha compiuto nel passato, perché per loro Iddio non è mutato (cfr. Giac. 1:17), e quello che ha sempre fatto in precedenza è potente e glorioso da farlo ancora oggi a chi ha fede in Lui e glielo domanda. Poi, ognuno faccia pure secondo la sua fede, ma se si viene guariti dai medici, si deve poi dire che sono i medici che hanno guarito, non Dio direttamente, come lo fa pure con molti che sono increduli e malvagi, per coerenza bisogna parlare nella maniera giusta anche a riguardo delle guarigioni ricevute.

Pregare per ricevere la guarigione da Dio, per qualsiasi tipo di malattia, dal raffreddore o mal di testo ai mali che i medici ritengono incurabili, c’è bisogno che il credente abbia fede in Dio, perché senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s’accosta a Dio deve credere ch’Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano.(Ebrei 11:6). Chi prega per ricevere la guarigione, dev’essere certo nel suo cuore che Iddio può compiere la guarigione divina, perciò bisogna credere con tutto il cuore a queste parole Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché tutto è possibile a Dio.” (Marco 10:27).

Una cosa che bisogna conoscere e tenere in conto, in aggiunta all’aver fede in Dio per essere esauditi e guariti in modo glorioso senza intervento medico, è che tutte le cose avvengono se sono conformi alla volontà di Dio, perché la Scrittura ce lo insegna con queste parole veduto Gesù e gettatosi con la faccia a terra, lo pregò dicendo: Signore, se tu vuoi, tu puoi mondarmi. Ed egli, stesa la mano, lo toccò dicendo: Lo voglio, sii mondato. E in quell’istante la lebbra sparì da lui.(Luca 5:12-13); ed ancora E questa è la confidanza che abbiamo in lui: che se domandiamo qualcosa secondo la sua volontà, Egli ci esaudisce; e se sappiamo ch’Egli ci esaudisce in quel che gli chiediamo, noi sappiamo di aver le cose che gli abbiamo domandate.(1 Giov. 5:14-15).

Come per tutte le cose, bisogna che la conoscenza della Parola di Dio camminino di pari passo alla fede, perché la fede che un credente ha nel suo cuore, e deve perseverare in essa fino alla fine, è necessario che si basi sempre su quanto è scritto nella Parola dell’Iddio vivente e vero, e per quanto riguarda la guarigione è bene riflettere e porre le proprie basi della fede partendo su questi passi:

«Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione.» (Isaia 53:5)

Tali passi sono stati ripresi anche dall’Apostolo Pietro, dei quali ha scritto queste parole:

«egli, che ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo, sul legno, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le cui lividure siete stati sanati.» (1 Pietro 2:24)

Cari nel Signore, voglio che poniate attenzione al fatto che il Profeta Isaia, poi ripreso da Pietro, parla di guarigione del corpo subito dopo aver parlato che Gesù ha portato sul suo corpo, sul legno della croce, i nostri peccati, perché per le lividure che sono state provocate al corpo di Gesù si ottiene la guarigione da ogni malattia. Perciò non ha senso avere fede solo al fatto che si ottiene il perdono dei peccati, e non anche sul resto del passo, che dice pure che per mezzo delle lividure di Gesù si ottiene la guarigione e si viene sanati.

Perciò bisogna avere fede non solo in quei passi della Scrittura che dicono che si viene salvati grazie al fatto che Gesù è morto sulla croce ed è stato trafitto per le nostre trasgressioni, ma anche in quelli che al corpo di Gesù hanno provocato delle lividure per mezzo delle quali possiamo essere guariti.

Quindi, la fiducia che un credente deve avere in Dio per ottenere la guarigione divina, non deve basarsi sulle parole che dicono gli uomini, i quali, purtroppo, sono fallaci e fanno discorsi di ogni tipo, anche ingannevoli che non corrispondono a quanto è scritto nella Bibbia, perciò è necessario basare la propria fede soltanto su quanto è scritto nella Parola di Dio.

So bene che molti falsificano le guarigioni di Dio, eccome se lo so, ne ho letto e visto di cose false, ma tutto ciò non può intaccare in alcun modo la verità di ciò che sta scritto nella Bibbia, e in essa c’è che per mezzo della fede in Dio si ottiene anche la guarigione da Dio e tutto il resto che si desidera. Leggi tutto…

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (1° di 4): Introduzione e Battesimo con lo Spirito santo

24 aprile 2024

Dottrine che definiscono i ‘pentecostali’ (1° di 4): Introduzione e Battesimo con lo Spirito santo

Introduzione

Alla fine del 1800 e agli inizi del ‘900, sorse un movimento religioso di risveglio che ha investito trasversalmente tutti gli altri gruppi religiosi protestanti storici già esistenti, e gli fu dato il nome di ‘pentecostali’ per riconoscerlo, in quanto la loro più marcata ed evidente dottrina era quella di credere, insegnare e manifestare che il dono del battesimo con lo Spirito santo con la manifestazione del parlare in lingue sconosciute non era cessato, come erroneamente insegnavano i gruppi religiosi storici, ma tale promessa veniva elargita dal Signore Gesù Cristo anche a quei tempi ed avveniva tutto esattamente nella stessa maniera com’era avvenuto il giorno della Pentecoste, come descritto nel libro dei Fatti Apostolici (cfr. Atti 2:1-13).

Com’è avvenuto in ogni risveglio spirituale, quei gruppi religiosi conservatori e chiusi mentalmente e spiritualmente si sono fortemente contrapposti al nuovo movimento che vedeva coinvolgere diversi dei propri membri di Chiesa che credevano al ‘nuovo’ messaggio dottrinale per quei tempi, perciò ricevette una grande e furiosa opposizione, che si trascina ancora nei giorni d’oggi.

Siamo ormai tutti coscienti che nel movimento ‘pentecostale’ non mancarono allora degli eccessi, errori dottrinali e diversi scandali, eresie, false predizioni e altro, come pure ci sono tutt’oggi, e basandosi sugli errori commessi da taluni, i conduttori conservatori dei gruppi religiosi storici sostengono le loro tesi dottrinali contro le dottrine definite come ‘pentecostali’. Fratelli nel Signore, sappiate che non sono gli errori e gli eccessi di taluni che possono dimostrare se certe dottrine o comportamenti possano essere ritenuti validi e veritieri dal punto di vista biblico. Per arrivare a fare ciò, bisogna mettere da parte le condotte scellerate e le palesi falsità poste in essere da taluni che possono essere associati ai ‘pentecostali’, per verificare se i ragionamenti possano essere ritenuti validi da un esame solo ed esclusivamente basato sulle sacre Scritture. Infatti, non è savio rigettare le promesse di Dio e le dottrine insegnate dalla Parola di Dio solo perché taluni non ne hanno fatto buon uso o ci sono stati degli eccessi ed errori di ogni tipo collegabili in qualche modo a quella promessa di Dio. Bisogna distinguere ciò che viene insegnato nella Bibbia, da ciò che viene messo in pratica, quest’ultima cosa non può fare da guida e ammaestramento in sostituzione degli insegnamenti della Scrittura.

Quindi, per risolvere il dilemma che esiste ancora oggi per molti, si deve prendere ciò che sta scritto nella Bibbia e attenersi solo a quello, e non considerare ciò che viene messo in pratica dagli uomini fallaci, perché sappiamo tutti che ogni cosa che è scritta nella Bibbia, per opera del maligno ed a causa della concupiscenza della carne e della superbia della vita, c’è sempre qualcuno che fa il contrario, e ciò avviene anche in mezzo alla Chiesa, non solo tra i satanisti.

Le dottrine che riguardano da vicino i ‘pentecostali’ principalmente riguardano queste che vi elenco di seguito, che credono che ancora si manifestino in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo, fino al ritorno del nostro Signore Gesù Cristo:

  • il battesimo con lo Spirito santo che si manifesta con il segno di parlare in lingue sconosciute a chi le parla (cfr. Gioele 2:28; Atti 2:1-40; 8:14-19, 9:17-19, 10:44-46, 19:5-6);
  • i doni spirituali che vengono distribuiti dallo Spirito santo com’Egli vuole (cfr. 1Cor. 12:1-11);
  • i doni di ministerio (cfr. Efes. 4:11-16);
  • le guarigioni divine, senza nessun intervento dei medici (cfr. Giov. 14:12).

Il Battesimo con lo Spirito santo

In questo scritto prenderò brevemente in riferimento solo la promessa del battesimo con lo Spirito santo, che fu preannunciata dal profeta Gioele, ed iniziò ad adempiersi il giorno delle Pentecoste, promessa che Pietro spiegò chiaramente a coloro che li udirono parlare in altre lingue sconosciute a chi le parlava, ma ben conosciute a chi le ascoltò, tra le cui parole dell’Apostolo è bene riflettere molto attentamente su queste che di seguito vi riporto:

«Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà.» (Atti 2:39)

A me sono molto chiare le parole di Pietro! Con le parole “per voi è la promessa” egli si riferisce ai Giudei che lo ascoltavano in quel momento; poi dice ancora che la promessa era anche rivolta alle loro generazioni successive con queste parole “per i vostri figliuoli”; poi dice pure che la promessa è valida e rivolta persino ai Gentili, che nella Bibbia vengono ritenuti come quelli che “son lontani” da Dio, e per quanto riguarda il tempo, in riferimento a tutte quelle categorie di persone già elencate, Pietro dice “per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà”, e voi cari nel Signore sapete bene che ancora oggi il Signore chiama a salvezza le anime, quindi quella parola detta da Pietro ancora si sta avverando e di conseguenza è persino valida la promessa del battesimo con lo Spirito santo.

Ciò che crea sconcerto in molti credenti dei gruppi religiosi storici è il dover parlare in lingue sconosciute, non riescono a mandare già una tale cosa, si sentono violentati perché dovendolo fare il loro libero arbitrio sarebbe dimostrato non esistere e non avrebbero il controllo della propria persona in ogni momento, cosa che devono cedere allo Spirito santo.

Tuttavia, in mezzo alle barriere mentali che taluni si pongono, bisogna considerare anche queste parole che dicono che le lingue sono date come segno per i peccatori, secondo quanto è scritto:

«Pertanto le lingue servono di segno, non per i credenti, ma per i non credenti: la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.» (1 Cor. 14:22)

Le cose potenti e gloriose di Dio a taluni fanno paura, la promessa del battesimo con lo Spirito santo con il manifestarsi del segno di parlare in lingue sconosciute fa molta paura, l’ignoto fa sempre paura e molti preferiscono non affrontare neppure la questione personalmente studiando le Scritture, si affidano a ciò che dicono loro i Pastori e gli Anziani, si sentono così sufficientemente coperti dalla responsabilità di tipo bereana, cosa che non bisogna mai lasciare agli altri per nessuna ragione. Si accontentano di sentire qualcosa di accomodante e di rassicurante, per loro è sufficiente sentir dire che la promessa non è più per oggi, che le lingue sono cessate, ed il canone biblico è completo. Tuttavia, i peccatori da salvare ci sono ancora oggi, perciò avrebbe senso ancora oggi il parlare in altre lingue, essendo un segno per i peccatori.

Certo, siamo d’accordo, è cosa certa che il canone biblico è completo, non si deve cercare di allungarlo né di modificarlo, anzi, bisogna dargli il massimo valore, ma non si può appiccicare il canone biblico con il fatto che sta scritto questo che vi riporto:

«La carità non verrà mai meno. Quanto alle profezie, esse verranno abolite; quanto alle lingue, esse cesseranno; quanto alla conoscenza, essa verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito.» (1 Cor. 13:8-10)

Come si fa a pensare che la perfezione di cui parla l’Apostolo Paolo in quelle parole siano il canone biblico? Non c’è collegamento alcuno, non si vede, non c’è nessun ponte che si possa intravedere per collegare le due cose, le lingue con le profezie con il canone biblico.

Un’altra cosa da considerare è il fatto che sta scritto insieme al dono spirituale di Profezia e alle lingue che esse cesseranno e saranno abolite insieme alla CONOSCENZA, quando la perfezione sarà venuta. Ciò vuol dire che con l’arrivo della perfezione, non ci sarà più una CONOSCENZA PARZIALE, ma sarà tutto perfetto; a voi pare che oggi la conoscenza di Dio, di Gesù Cristo e delle verità bibliche siano forse giunte alla PERFEZIONE? A me non pare assolutamente, ma le cose vanno avanti come andavano ai tempi in cui Paolo ha scritto quelle parole. Perciò, quella perfezione non può ritenersi che sia la chiusura del canone biblico, ma bensì qualcos’altro, qualcosa che avverrà quando non vedremo più le cose come in uno specchio, ma le vedremo come realmente sono (cfr. 1 Cor. 13:12), quindi saremo in uno stato molto diverso da quello che siamo oggi, e ciò può avvenire solo alla nostra risurrezione dai morti, quando il Signore ritornerà a rapire la sua Chiesa.

Un’altra cosa che dimostra che la perfezione di cui ha parlato Paolo in quel passaggio biblico non è ancora venuto, lo possiamo vedere nelle seguenti parole di Giovanni scritte su rivelazione di Gesù Cristo:

«E io darò ai miei due testimoni di PROFETARE, ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio.» (Apoc. 11:3)

I due testimoni devono ancora venire e manifestarsi, e lo faranno prima del ritorno del Signore Gesù Cristo, e quando verranno dovranno PROFETIZZARE, di conseguenza, ciò dimostra che le profezie non sono cessate fino a quel periodo di tempo, perciò è chiaro che la perfezione ancora non è venuta.

So bene che ci sono molti falsi Profeti e molte false predizioni e Profezie, ma l’esistenza di gente corrotta di mente e di cuore che falsificano i buoni doni di Dio, non possono mai cancellare la verità della Parola di Dio, non si può usare come pretesto la moneta falsa per passare al baratto totale, non ha senso, semmai sapendo di tali esistenze, dobbiamo stare maggiormente attenti, ma non bisogna gettare via il bambino con tutta l’acqua sporca, ciò non è un comportamento savio.

Cari nel Signore, non fatevi spaventare da cosa alcuna, ricordatevi sempre che il Signore Gesù Cristo ha detto queste parole:

«Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domandano!» (Luca 11:13)

Avete dunque letto, che se chiedete a Dio il dono dello Spirito santo, il battesimo con lo Spirito santo, siate certi che Egli non permetterà che il diavolo si intrometta nella vostra preghiera. Voglio farvi notare, inoltre, che quelle parole di Gesù sono dette specificamente perché i credenti chiedano al Padre Celeste il dono dello Spirito santo. Leggi tutto…

I sentimenti del cuore e le opere dei servitori di Dio

23 aprile 2024

I sentimenti del cuore e le opere dei servitori di Dio

Paolo e Barnaba, oltre ad essere Apostoli (cfr. Atti 13:2-4), erano anche dei Dottori (cfr. Atti 13:1; 2Tim. 1:11), e ad Antiochia di Siria svolgevano anche l’opera d’Evangelista, come apprendiamo dalle parole scritte da Luca:

«Ma Paolo e Barnaba rimasero ad Antiochia INSEGNANDO ed EVANGELIZZANDO, con molti altri ancora, la parola del Signore.

E dopo varî giorni, Paolo disse a Barnaba: Torniamo ora a visitare i fratelli in ogni città dove abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno.» (Atti 15:35-36)

Essi non rimanevano inoperosi ed oziosi là nella comunità dov’erano, ma si davano da fare per il bene della Chiesa, davano l’esempio in ogni cosa e si adoperavano con costanza nel fare tutto ciò che era in loro di poter fare. In precedenza andarono ad annunziare l’Evangelo laddove non c’erano comunità di cristiani, mandati dallo Spirito santo, e molti si convertirono e furono create delle Chiese locali e, la Parola del Signore si spandeva per tutto il paese, e coloro di Antiochia di Pisidia che erano preordinati a vita eterna credettero. Avvenne pure ad Iconio che una gran moltitudine di Giudei e di Gentili credettero. Dovunque andassero, incontravano opposizione dai Giudei e dai Gentili, annunziavano l’Evangelo e facevano molti discepoli, e Dio li confermava con segni, prodigi e miracoli.

Poi si fermarono alquanto tempo in Antiochia di Siria, ed anche in quella città, anche se la Chiesa era già presente e ben strutturata, operavano insegnando e compiendo l’opera di Evangelista lì intorno, annunziando l’Evangelo con i segni e con i prodigi che il Signore compiva per confermarli.

Nel passaggio scritto da Luca che vi ho riportato sopra, inoltre viene evidenziato che nel cuore di Paolo e di Barnaba c’era il desiderio di rivedere i fratelli, coloro che il Signore aveva salvato nelle città di Antiochia di Pisidia, Listra, Iconio e Derba ed in tutte le città della Licaonia, per vedere come stavano, se progredivano nella conoscenza della verità della Parola di Dio, affinché apportassero ciò di cui c’era bisogno e che mancava loro. Leggi tutto…

Il terrapiattismo è una ciarlataneria

22 aprile 2024

Il terrapiattismo è una ciarlataneria

La TerraLa mente umana è molto prolifica nel generare teorie e fare certi ragionamenti che non possono essere supportati in alcun modo, ed il ‘terrapiattismo’ è una invenzione assurda e terribile della mente umana, che non è supportata né da tesi scientifiche né dalla Bibbia, e grazie alla facilità di comunicazione attraverso il web ed i social, viene letta e discussa da moltissime persone, e per la legge dei grandi numeri c’è sempre un certo numero di persone che la credono essere vera.

La tesi complottista raggiunge uno dei suoi estremi con la ciarlataneria del terrapiattismo, vero è che ci siano dei complotti in giro per il mondo, anche molto complessi e articolati, ma è anche vero che non tutto quello che succede sulla terra deriva da un complotto dei potenti. I complottisti estremisti si sono inventati che la terra è piatta e circolare, a forma di un disco, chiusa nella sua circonferenza dal ghiaccio e tutt’attorno pieno di navi che fanno la guardia per non far arrivare nessuno ai confini affinché non scoprano il complotto (in quel caso presente solo nella mente di taluni). Insomma, è un modello della terra assurdo che è stato generato da menti malate o furbacchioni non poco, con il preciso intento di portare grande ed ulteriore confusione nella mente delle persone.

Ora, lasciando stare gli increduli, che possono credere a quello che vogliono, i quali non hanno lo Spirito di Dio dentro di loro che li guida e li ammaestra in ogni cosa, non è così invece per i cristiani, quelli che seguono Cristo come insegna la Bibbia, hanno il dovere irrinegabile che è quello di credere a tutto ciò che è scritto nella Parola di Dio, ed in essa stanno scritte queste parole che ci fanno sapere, come pure la scienza umana ha potuto conoscere e far sapere con dovizia di dettagli, che Iddio ha creato la terra con una forma sferica:

«Egli è colui che sta assiso sul globo della terra» (Isaia 40:22)

Quelle parole, dunque, ci fanno sapere che Iddio è seduto sopra il globo (sfera) della terra, escludendo con ciò, categoricamente, che la forma della terra possa essere sferica. Altrimenti lo Spirito santo, che ha ispirato Isaia a scrivere quelle parole, ha mentito, e noi sappiamo che lo Spirito della Verità non può mentire, perché è Dio.

Anche la Sapienza, tramite la penna di Salomone, dice queste parole:

«Quand’egli disponeva i cieli io ero là; quando tracciava un circolo sulla superficie dell’abisso» (Prov. 8:27)

Cari fratelli e sorelle nel Signore, prima di tutto vi esorto a credere a quanto è scritto nella Bibbia, a tutto quello che sta scritto nella Parola di Dio, e ciò fa di voi dei ‘credenti’; ma non dovete credere a tutto ciò che dicono gli uomini, dovete essere certi delle loro parole, le dovete mettere alla prova e accettarle solo se superano ogni tipo di prova e di obiezione, ma se credete a certe ciarlatanerie voi sarete tacciati di essere ‘creduloni’ e non ‘credenti’, cambia nettamente la base della fede su cui si ripone la propria fiducia, infatti, i creduloni si affidano a ciò che dicono certi uomini, mentre i credenti si affidano principalmente e senza dubbi a ciò che sta scritto nelle sacre Scritture. Leggi tutto…

Una Parola su coloro che dicono di essere stati scelti da Dio e chiamati al ministerio

21 aprile 2024

Una Parola su coloro che dicono di essere stati scelti da Dio e chiamati al ministerio

Nel Vangelo di Giovanni sono scritte, tra l’altro, queste parole:

«Non siete voi che avete scelto me,

ma son io che ho scelto voi,

e v’ho costituiti perché ANDIATE,

e PORTIATE FRUTTO,

e il vostro frutto sia permanente;

affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve lo dia.» (Giov. 15:16)

Sono molti i credenti in Gesù Cristo che credono nella predestinazione (ce ne sono altri che non ci credono), perciò dicono giustamente di essere stati scelti da Dio e di essere stati salvati secondo la Sua misericordia; fanno molto bene a parlare e a credere in quella maniera, perché corrisponde a quanto è insegnato nella Parola di Dio, infatti è Dio che sceglie gli uomini che vuole salvare, non sono gli uomini che scelgono Dio.

In mezzo alla Chiesa ci sono anche di quelli che si ergono sopra gli altri dicendo che Dio li ha scelti come suoi ministri per annunziare l’Evangelo. Se le cose stanno veramente così come dicono quei tali, allora devono anche riconoscere, come dice la Scrittura, che BISOGNA ANDARE, mettersi in moto, darsi da fare portare frutto, non lasciare nulla di intentato, come ha scritto anche Giovanni nel passo che ho riportato sopra. Andare vuole significare che bisogna darsi da fare, compiere tutte quelle opere necessarie all’assolvimento dei doveri del proprio ministerio, ANDARE indica movimento, fare qualcosa, è l’esatto contrario di stare fermo e immobile nel divano; a quella parola ANDARE si possono dare questi significati:

  • cercare anime perdute da evangelizzare affinché siano salvate;
  • fratelli da incontrare per incoraggiarle a perseverare nella fede sino alla fine,
  • famiglie da visitare per insegnare loro ciò che gli manca, che non hanno capito e rispondere alle loro domande che in Chiesa non farebbero mai;
  • visitare le vedove e gli orfani nelle loro afflizioni, per ravvivare la speranza in Dio in mezzo alla sofferenza;
  • visitare i malati per pregare con loro e per loro, affinché sentano che il ministro che li segue li ama e si prende a cuore la loro situazione di salute;
  • visitare i fratelli carcerati, per incoraggiarli ad andare avanti e a non perdersi d’animo;
  • visitare tutti quei fratelli che si sono sviati, spenti e si sentono scoraggiati, affinché pregando con loro e per loro, possa riaccendersi la fiamma dello Spirito santo che è in loro e possano di nuovo ripartire dopo la fermata che per qualche motivo hanno subito;
  • etc..

ANDARE secondo la Scrittura, quindi, fa capire che bisogna muoversi nel compiere l’opera del ministerio, perché qualsiasi tipo di dono di ministerio uno abbia ricevuto, deve ANDARE e fare concretamente tutte le cose che è necessario fare per il bene della Chiesa, non è un buon esempio che si dà ai fratelli quello di stare sempre e soltanto seduto nel divano e parlare in un microfono, gridando il solito monologo “fai così, tu fai cosà, e quell’altro in questo e quel modo”. Bisogna impegnarsi per portare FRUTTO abbondante, e questo frutto deve essere PERMANENTE, deve cioè essere compiuto non UNA TANTUM nella vita, e neppure un ministro si può dedicare alla Chiesa solo qualche oretta la settimana, ma deve essere costante, deve dedicarsi tutto il giorno alle opere che richiedono il proprio ministerio, all’assolvimento di tutti i propri doveri, IN MODO COSTANTE tutto il tempo che è necessario e di cui hanno bisogno i santi della Chiesa.

Se dici e lo credi fermamente di essere stato chiamato da Dio al ministerio, allora assolvi a tutti i tuoi doveri, come Paolo esortava Timoteo con queste parole:

«Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, soffri afflizioni, fa’ l’opera d’evangelista, COMPI TUTTI I DOVERI DEL TUO MINISTERIO.» (2 Tim. 4:3-5)

Nelle Chiese ancora oggi pullulano i falsi ministri e le false dottrine, perciò, tu che dici di essere un vero ministro di Dio, ti devi dare da fare a tempo e fuor di tempo per annunziare la verità, l’Evangelo ed incoraggiare e fortificare i santi. Che ministro si può essere, se non si fa niente di concreto nella Chiesa del Signore Gesù Cristo? Le chiacchiere soltanto fatte dal divano non bastano alla Chiesa, non sono sufficienti, c’è bisogno di andare a trovare i fratelli, le famiglie, chi ha bisogno di una parola di conforto, perché sono molti quelli che soffrono e si aspettano una parola buona da un ministro costituito da Dio.

Cari nel Signore, non sapete voi che un ministro di Dio non va in PENSIONE? Il ministerio ricevuto è per sempre, e richiede impegno e COMPLETA DEDIZIONE, per poter portare frutto con perseveranza e sia un frutto permanente nel Regno di Dio. Un credente che è stato scelto da Dio va forse in pensione come cristiano? La sua attività di cristiano può mai venire il momento in cui si cessa di esserlo di mettere in pratica i comandamenti di Dio? E per quale motivo allora un ministro di Dio pensa di andare in pensione e cessare la sua attività in mezzo alla Chiesa?

Fratelli nel Signore, non fatevi abbindolare dalle chiacchiere dei cianciatori e dai seduttori di menti, non fatevi mettere nel sacco dai parolai, perché un vero ministro di Dio deve essere ritenuto un grande albero che porta molto frutto buono che fa bene alla Chiesa. Sono stati scelti da Dio al ministerio appunto perché portino molto frutto, non poco.

Cari nel Signore, tenete conto che sono purtroppo tanti quelli in mezzo alla Chiesa che si fanno chiamare ministri, ma in realtà non lo sono, e lo potrete verificare facilmente considerando il fatto che i FALSI MINISTRI SONO dei NULLAFACENTI IMPRODUTTIVI, infatti non producono nulla di buono per la Chiesa, non hanno frutti da mostrare, non ce ne sono perché l’albero è secco e arido, non ci sono frutti evidenti che vengono prodotti con perseveranza e siano permanenti, attorno a loro c’è il nulla e basta. Il tempo scorre e per questi falsi ministri le cose come andavano anni prima così continuano ad andare ancora oggi, perché non è cambiato nulla, non possono mostrare frutti concreti ed efficaci dei quali si possa dire che ci siano e che siano utili per la Chiesa.

Giovanni ha scritto che Iddio sceglie chi vuole e li sceglie per PORTARE FRUTTO PERMANENTE, perciò se uno è scelto veramente da Dio, alla fine si devono VEDERE I RISULTATI, i frutti prodotti con perseveranza e con effetti permanenti. Quindi, se non si vedono risultati positivi ed efficaci per la Chiesa, se le cose sono sempre nella stessa maniera anche dopo tanti anni, come prima o peggio di prima, allora tutti quei sedicenti ministri mangiapane alle spalle dei santi, in verità è chiaro che NON SONO STATI REALMENTE scelti da Gesù per il ministerio, ma si sono inventati tutto. Leggi tutto…

Storia della Chiesa e in memoria dei martiri (Aonio Paleario)

20 aprile 2024

Storia della Chiesa e in memoria dei martiri (Aonio Paleario)

Una parola su Aonio Paleario o Antonio della Paglia (Veroli 1503 – Roma 3 luglio 1570), riformatore religioso, che fu impiccato e bruciato sul rogo come eretico

Ottone Melio Colta, nemico acerrimo di Aonio Paleario che stava a Siena, disse di lui che se si fosse lasciato in vita, in Siena, non sarebbe rimasto alcun segno della religione cattolica.

“Ciò lo disse perché domandò un giorno al Paleario quale fosse la prima cosa in cui gli uomini possono trovare la salvezza, alla quale egli rispose: Cristo!

Poi gli domandò quale fosse la seconda ed egli rispose: Cristo!

E quale la terza? Egli rispose ancora: Cristo!”

Il Paleario rispose bene a riguarda della salvezza degli uomini peccatori, infatti nella Bibbia sta scritto, in riferimento a Gesù di Nazaret, il Cristo di Dio:

«in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati» (Atti 4:12)

Al di fuori di Gesù il Cristo di Dio, non c’è salvezza.

Le religioni e le stesse opere compiute dagli interessati non possono salvare, ma solo la fede in Gesù Cristo e nel suo sacrificio è in grado di salvare i peccatori. Leggi tutto…

Quanto è importante e pericoloso farsi battezzare in acqua dopo che si è nati di nuovo?

20 aprile 2024

Quanto è importante e pericoloso farsi battezzare in acqua dopo che si è nati di nuovo?

Dalla pagina facebook di Porte Aperte / Open Doors, in data 21.03.2024 in un post si leggono queste parole, su di una immagine che riporta la scritta “+ di 100 battesimi in Yemen”:

“Il 2023 ha segnato oltre 100 battesimi in Yemen: il 50% in più rispetto all’anno precedente!

Si tratta di una notizia pervenuta dalla rete locale di credenti ex-musulmani, costretti a vivere segretamente la propria fede.

Per favore, continuate a pregare per la Chiesa in Yemen! Pregate affinché i cristiani rimangano fedeli mentre predicano con coraggio il Vangelo e mentre discepolano le loro famiglie, come buoni amministratori dell’opera di Gesù” afferma un partner della nostra missione.”

[Fonte: dalla pagina facebook di Porte Aperte / Open Doors]

A proposito del battesimo in acqua sta scritto che tutti coloro che si convertono devono farsi obbligatoriamente battezzare in acqua, e il tutto deve essere fatto in un certo modo, con molta accqua, entrambi devono scendere nell’acqua, il battezzando deve essere immerso per intero, senza tralasciare parti del corpo di fuori, e chi battezza deve usare la seguente formula battesimale comandata da Gesù Cristo come si legge nel Vangelo di Matteo:

«Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente.» (Matteo 28:19-20)

A proposito dell’importanza del battesimo in acqua, mi ricordo che lessi un libro di una testimonianza di conversione di un’anima di religione mussulmana, avvenne che Gesù Cristo le apparve in sogno e la salvò e tutta contenta raccontò alla sua famiglia di aver creduto in Gesù Cristo e di essere pure stata da Lui guarita, perciò i suoi familiari vedendola guarita non avevano argomenti per poterla contrastare su ciò che diceva di Gesù.

I suoi partenti, tuttavia, le ingiunsero di non farsi battezzare in acqua, in quanto la conversione del cuore poteva rimanere nascosta, ed era ritenuta anche più tollerabile, ma il battesimo in acqua era molto pericoloso, da non praticare, perché i mussulmani capivano bene che ciò voleva dire testimoniare di seppellire e rinnegare la vecchia vita insieme alla vecchia religione mussulmana, e ciò era gravissimo per i mussulmani, ed è con il battesimo in acqua che loro considerano il rinnegamento dell’islam, perché con il battesimo tutto era testimoniato esteriormente e reso evidente, con tutte le conseguenze che ne potevano scaturire.

Il battesimo in acqua di quegli ex-mussulmani dello Yemen di cui ha parlato il post di ‘Porte Aperte’, mi ha ricordato che manifestare col battesimo di rinnegare l’islam è molto rischioso per la vita stessa di tutti loro. Leggi tutto…

I Cattolici Romani non sono nostri fratelli in Cristo Gesù

19 aprile 2024

I Cattolici Romani non sono nostri fratelli in Cristo Gesù

Per comprendere chi sono coloro che noi possiamo chiamare fratelli in Cristo, dobbiamo partire da ciò che Iddio ha fatto per noi. Un tempo anche noi eravamo perduti nei nostri falli e nei nostri peccati, e pure noi seguivamo l’andazzo di questo mondo con tutte le sue concupiscenze, e seguivamo tutto ciò che il principe di questo mondo ci spingeva di fare, ed eravamo ribelli e ci dedicavamo a soddisfare le voglie della carne ed i nostri pensieri, eravamo perciò per natura figli d’ira come tutti gli altri. Ma Dio, che è grandemente misericordioso, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quand’eravamo morti nei falli e nei peccati, ci ha vivificati con Cristo e ci ha salvati per la sua grazia, e siamo stati da Lui rigenerati spiritualmente e siamo diventati una nuova creatura, mostrando così la sua grande misericordia, grazia e benignità (cfr. Rom. Efes. 2:1-10), ed “è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glorii” (Efes. 2:8-9).

È perché ci siamo ravveduti e per mezzo della fede nell’Evangelo di Gesù Cristo siamo stati rigenerati, che siamo diventati figli di Dio e discepoli di Cristo Gesù, perciò siamo stati fatti Cristiani. A riguardo del diventare figli di Dio, sta scritto:

«ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio.» (Giov. 1:12-13)

Abbiamo letto, dunque, dal Vangelo di Giovanni che figli di Dio si diventa, non si nasce dal ventre della propria madre, ma quando si crede con tutto il cuore che Gesù è il Cristo di Dio, il Figlio di Dio, allora avviene che si nasce di nuovo spiritualmente e si diventa da quel momento figlioli di Dio, prima si è solo creature di Dio, ma non figli.

Della nuova nascita spirituale Gesù ne ha parlato anche con Nicodemo, un dottore della Legge, dicendo, tra l’altro, queste parole:

«Gesù gli rispose dicendo: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. Nicodemo gli disse: Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere? Gesù rispose: In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.» (Giov. 3:3-5)

Anche gli Apostoli Pietro e Giacomo hanno parlato del fatto che i peccatori devono essere rigenerati spiritualmente e con quell’esperienza diventano figlioli di Dio:

«sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, MA COL PREZIOSO SANGUE DI CRISTO, come d’agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi, i quali PER MEZZO DI LUI CREDETE IN DIO che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, onde la vostra fede e la vostra speranza fossero in Dio. Avendo purificate le anime vostre coll’ubbidienza alla verità per arrivare a un amor fraterno non finto, amatevi l’un l’altro di cuore, intensamente, poiché SIETE STATI RIGENERATI NON DA SEME CORRUTTIBILE, MA INCORRUTTIBILE, MEDIANTE LA PAROLA DI DIO VIVENTE E PERMANENTE.» (1 Pietro 1:18-23)

«Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature.» (Giac. 1:18)

Perciò, cari fratelli e sorelle nel Signore, dico a voi che eravate peccatori come tutti gli altri, ma è venuto il tempo che siete stati rigenerati spiritualmente e siete diventati una nuova creatura spirituale, e siete conciò divenuti figlioli di Dio, eredi della vita eterna, e da quel momento avete la piena certezza nel cuore che, quando morirete, andrete sicuramente in cielo col Signore, se perseverate nella fede sino alla fine.

Bisogna riflettere e considerare bene quelle parole che vi ho riportato della Bibbia, perché ci fanno comprendere che noi possiamo chiamare fratelli in Cristo solo tutti quelli che sono nati di nuovo come noi, che sono diventati figlioli di Dio. Infatti, se noi siamo diventati figlioli di Dio, perché Iddio ci ha rigenerati spiritualmente per mezzo del Suo Spirito e per fede nel suo amato Figliolo, Abbiamo Dio come Padre nostro Celeste, e sono nostri fratelli soltanto tutti quelli che il Padre ha similmente a noi rigenerati spiritualmente; ciò ne consegue che coloro che non sono stati salvati e non sono diventati figli di Dio, non possono assolutamente essere definiti figli di Dio, di conseguenza non sono nostri fratelli in Cristo Gesù e non possiamo, per amore di verità, chiamarli fratelli in Cristo. Leggi tutto…

Per quale motivo i Cattolici Romani non sono da considerare cristiani?

18 aprile 2024

Per quale motivo i Cattolici Romani non sono da considerare cristiani?

I cattolici romani non sono cristiani, cioè non seguono le orme ed i dettami di Gesù Cristo, non sono suoi discepoli, perché non credono nella Bibbia e non osservano i suoi comandamenti, bensì preferiscono seguire ciò che insegnano i loro studiosi e le decretali papali, oltre a rendere un culto alle creature, soprattutto a favore di Maria, che è anch’essa una semplice creatura di Dio, imperfetta, fallace ed era bisognosa di un Salvatore come tutti gli altri. Essi non tengono conto che il culto va reso solo ed esclusivamente a Dio, che è il Creatore (cfr. Luca 4:8), invece i cattolici papisti rendono un culto alle creature, addirittura rappresentate da statue e immagini, tassativamente vietate dal secondo comandamento dei dieci comandamenti, che però hanno tolto dal catechismo (cfr. Esodo 20:4-6), e le servono, le toccano, le baciano e offrono loro delle offerte di ogni tipo, fanno loro dei voti, tutte cose quelle che dalla Bibbia vengono definite azioni idolatriche, perciò i cattolici romani oltre a non essere cristiani sono pure idolatri.

L’idolatria ed anche ogni apparenza di tale pratica sono peccato per Gesù Cristo, che è la Parola di Dio, ed è pure un peccato grave davanti a Dio, cose che sono palesemente la dimostrazione che i cattolici papisti mariani, dal punto di vista biblico non possono essere definiti cristiani solo per il fatto che sporadicamente citano il nome di Cristo, o portano appesa al collo degli oggetti che ricordano la croce, perché sono spudoratamente idolatri e cercano in tutti i modi di giustificare la loro idolatria.

Ora, per parlare dell’idolatria, bisogna tenere conto, per fare degli esempi, che non è solo da considerare idolatria il fatto che il popolo di Dio si è fatto un vitello d’oro per adorarlo, com’è scritto:

«Or il popolo, vedendo che Mosè tardava a scender dal monte, si radunò intorno ad Aaronne e gli disse: ‘Orsù, facci un dio, che ci vada dinanzi; poiché, quanto a Mosè, a quest’uomo che ci ha tratto dal paese d’Egitto, non sappiamo che ne sia stato’.

E Aaronne rispose loro: ‘Staccate gli anelli d’oro che sono agli orecchi delle vostre mogli, dei vostri figliuoli e delle vostre figliuole, e portatemeli’.

E tutto il popolo si staccò dagli orecchi gli anelli d’oro e li portò ad Aaronne, il quale li prese dalle loro mani, e, dopo averne cesellato il modello, ne fece un vitello di getto. E quelli dissero: ‘O Israele, questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d’Egitto!’

Quando Aaronne vide questo, eresse un altare davanti ad esso, e fece un bando che diceva: ‘Domani sarà festa in onore dell’Eterno!’» (Esodo 32:1-5),

ma nella Bibbia è idolatria anche l’adorazione dell’asta col serpente di rame che Dio ha ordinato di costruire e, benché faccia pure riferimento figurativo alla croce sulla quale morì Gesù Cristo:

«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.» (Giov. 3:14-15),

quell’asta è stata considerata idolatria dalla Bibbia, secondo quanto è scritto:

«Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’antenna; e avveniva che, quando un serpente avea morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, scampava.» (Num. 21:9)

«Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l’idolo d’Astarte, e FECE A PEZZI IL SERPENTE DI RAMEfece a pezzi il serpente di rame che Mosè avea fatto; perché i figliuoli d’Israele gli aveano fino a quel tempo offerto profumi; ei lo chiamò Nehushtan.» (2Re 18:4),

Abbiamo letto che Iddio diede ordine a Mosè di costruire quell’asta per salvare il popolo dal morse dei serpenti velenosi, chi era morso e guardava l’asta, non moriva e si salvava; tale asta era una rappresentazione di ciò che sarebbe successo sotto la grazia, coloro che sono nel peccato, per essere salvati devono avere fede in Gesù appeso alla croce, al sacrificio che ha compiuto, e per mezzo della fede il peccato viene rimesso, lavato, perdonato, e da morti spirituali vengono rigenerati spiritualmente.

Perciò, come abbiamo letto, bisogna porre mente molto attentamente e considerare che, se era considerata idolatria adorare e servire quell’asta che Dio ordinò di costruire, che era la figura della croce di Gesù Cristo, tanto più lo sarà pure l’adorazione ed il culto alla croce stessa come avviene oggi, ed a tutto quello che è rappresentato da statue ed altri oggetti di ogni genere, perché tutti i culti e servizi e adorazione rese alle statue ed oggetti vari, devono essere chiamati idolatria, secondo la Bibbia, che è la Parola di Dio e non parola d’uomo fallace.

È vero che Iddio ha fatto costruire sull’Arca dell’Alleanza delle figure di Angeli Cherubini (cfr. Esodo 25:18-19), come pure fece fare con l’asta ed il serpente di rame citata sopra, ma non li ha fatti costruire con l’intento che dovevano essere adorati, il fatto che sia stato Iddio a ordinare di costruirli non cambia il senso delle cose e non giustifica l’idolatria dei cattolici mariani, non sono state costruite con lo scopo di essere adorati e far girare attorno a tali cose un culto e l’adorazione, perché il culto e l’adorazione spetta solo a Dio; perciò, ogni culto, ogni preghiera, ogni offerta, ogni tipo di servizio non sono volti a Dio, sono da considerare idolatria e basta, anche se si cambia nome alle cose, per il Signore sempre idolatria rimangono, e noi credenti non ci facciamo mettere nel sacco dalle chiacchiere dei teologi mariani.

Poi, come abbiamo visto che è successo per l’asta con il serpente di rame, che è stato distrutto perché era diventato un oggetto idolatrico per il popolo; così pure vale per tutte le altre cose, immagini varie e statue, compresi i Cherubini sull’Arca, non devono essere adorati né si deve fare un culto a loro, perché tutto ciò è idolatria, pertanto il discorso che fanno i mariani sul fatto che è Dio che ha detto di costruire le statue dei Cherubini, non può essere citato per giustificare l’idolatria istituita e alimentata in molti modi dalla Chiesa Cattolica mariana. Leggi tutto…

I peccatori, credenti o non credenti, come possono riconciliarsi con Dio?

17 aprile 2024

I peccatori, credenti o non credenti, come possono riconciliarsi con Dio?

La necessità di riconciliarsi dell’uomo con Dio è avvertita nel suo cuore quando non è a posto con Dio, non si ha comunione con Lui, non si sente quella profonda pace e gioia di cui godono tutti quelli che sono nati di nuovo e si sono riconciliati con Dio.

Riconciliarsi significa rappacificarsi con qualcuno con cui non si è in quel momento in pace e non c’è armonia tra i due, non si è in buoni rapporti, e trattando qui del rapporto tra l’uomo e Dio, specificamente il non essere riconciliati con Dio significa essere in quel momento fuori dalla grazia di Dio, e a motivo del peccato commesso dell’uomo avviene che l’ira di Dio è su di lui.

Ciò che vi ho descritto sopra può riguardare lo stato d’animo di tutti i peccatori in un preciso momento della loro vita, peccatori che si possono distinguere nelle due seguenti categorie:

  1. La prima è quella dei peccatori che non sono ancora stati salvati, perciò camminano e vivono completamente per assecondare i desideri della carne, essendo schiavi del peccato, incapaci di fare qualsiasi opera buona, perché sono morti nei loro falli e nei peccati da sempre, e non hanno ancora conosciuto Iddio (cfr. Efes. 2:1-3).
  2. La seconda categoria di uomini, che devono anch’essi necessariamente riconciliarsi con Dio, sono quelli che un giorno della loro vita hanno creduto con tutto il cuore nel Signore Gesù Cristo, sono nati veramente di nuovo, ma venuta la prova hanno fallito, perché hanno ceduto alla tentazione e alle concupiscenze della carne e sono stati fatti prigionieri dal diavolo e stanno facendo la sua volontà, anziché quella del Signore Gesù che li ha riscattati (cfr. 2Tim. 2:24-26).

Poter distinguere lo stato d’animo di una persona che ha peccato, in base alla categoria in cui è catalogato, è molto utile da sapere, perché così si può rivolgere loro la giusta e corretta esortazione, se sono delle anime perdute, per potersi riconciliare con Dio dobbiamo loro annunziare l’Evangelo ed esortarli a ravvedersi e a credere in Dio; mentre se si tratta di credenti che si trovano in uno stato di peccato, bisogna esortarli a ravvedersi e a confessare il loro peccato a Dio affinché siano riconciliati di nuovo con Dio.

Ora per quanto riguarda le persone che si trovano dentro la prima categoria di quelle che vi ho citato sopra, cioè che sono perduti nei loro falli e nei loro peccati e non sono mai nati di nuovo, questi per trovare pace con Dio ed essere riconciliati con Lui, devono ravvedersi dei loro peccati e devono credere con tutti il cuore che Gesù è il Cristo, il Figliolo di Dio, ed è morto per le remissione dei nostri peccati, è stato sepolto, ed il terzo giorno è risuscitato dai morti per la nostra giustificazione (cfr. Giov. 1:12-13; Giov. 3:3, 5). Quando il peccatore nasce di nuovo, questi si riconcilia con Dio, i suoi peccati sono rimessi e nel suo cuore incomincia a sentire una pace ed una gioia ed una comunione con Dio che non aveva mai sentito prima quando era schiavo del peccato, e si sente profondamente felice nel suo cuore. Vivere nel peccato rende tristi e infelici le persone.

Ecco alcuni passi in cui l’Apostolo Paolo scrive a riguardo della riconciliazione dei peccatori con Dio dopo che vengono salvati:

«ora Iddio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della morte d’esso, per farvi comparire davanti a sé santi e immacolati e irreprensibili» (Col. 1:22)

«E tutto questo vien da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ha dato a noi il ministerio della riconciliazione» (2Cor. 5:18)

Addirittura Paolo definisce la sua opera di evangelizzazione dei peccatori come la messa in opera del ministerio della riconciliazione, perché, infatti, l’opera che fanno coloro che evangelizzano è quella di riconciliare le anime perdute che si ravvedono con il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Leggi tutto…

I servi di Dio sono stati costituiti per portare frutto in abbondanza e sia permanente

16 aprile 2024

I servi di Dio sono stati costituiti per portare frutto in abbondanza e sia permanente

Nel Salmo primo leggiamo queste bellissime parole di esortazione che devono far riflettere attentamente tutti i cristiani:

«Beato l’uomo che

non cammina secondo il consiglio degli empi,

che non si ferma nella via de’ peccatori;

né si siede sul banco degli schernitori;

ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno,

e su quella legge medita giorno e notte.

Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d’acqua,

il quale dà il suo frutto nella sua stagione,

e la cui fronda non appassisce;

e tutto quello che fa, prospererà.

Non così gli empi»

Quelle parole ci insegnano che coloro che fanno parte del popolo di Dio e mettono in pratica tali cose secondo la volontà di Dio, sono persone felici, e tutte le opere che intraprenderanno nella loro vita, prospererà, perché Iddio li benedirà grandemente. Esse sono sono valide per tutti coloro che fanno parte del popolo di Dio, ma ancor di più devono essere prese in considerazione e messe in pratica con tutto il cuore da coloro che dicono di sé stessi di essere stati chiamati in modo speciale a servire Iddio, per coloro che sono chiamati al Ministerio, perché ciò vuol dire che Dio li accudisce e benedice grandemente nell’opera che Lui li ha mandati a fare.

Se dei tali dicono di essere dei servi di Dio, dopo tanti anni di servizio per il Signore e per la Chiesa deve potersi vedere il risultato dell’opera compiuta da Dio attraverso di loro, si deve vedere il frutto permanente e non transitorio di ciò che hanno compiuto, altrimenti che cosa sono stati chiamati a fare da Dio? Seppure non si può conoscere da subito la loro chiamata, successivamente dai risultati si deve e si può vedere ciò che quei tali dichiaratisi ministri di Dio hanno portato, ma devono essere dei frutti permanenti, non cose che può fare chiunque con gli stessi risultati.

Dal Salmo apprendiamo che non possono essere gli empi che devono prosperare, portando frutto con perseveranza ed in modo permanente. Tutto ciò che è scritto è utile per far sapere ai discepoli di Gesù Cristo cosa devono mettere in pratica, ma pure sono molto utili per riconoscere quegli alberi che non hanno frutti da mostrare, che quelle cose non le fanno, non le hanno mai fatte e non ci sono risultati permanenti che tolgano ogni dubbio. Perciò, considerando tutte le cose che sono scritte ed esaminando la vita di uno che dice di essere un servo di Dio e guardando ai suoi risultati finali dopo tanti anni attraverso quello che sta scritto, viene da sé che se uno dice di essere un ministro di Gesù Cristo da tanti anni, ci si aspetta di vedere qual è il frutto permanente ed il bene per la Chiesa che il suo servizio ha prodotto.

Voglio farvi qualche esempio, se uno dice di aver ricevuto da Dio il ministerio di Profeta, ci si aspetta da lui che abbia rivelazioni e parole da Dio che nessun altro fratello che non è Profeta possa dire, cose soprannaturali, potenti, che è evidente che sia stato Iddio a parlare, senza lasciare nessuna ombra di dubbio. Ancora, se uno dice di aver ricevuto il ministerio di Evangelista, ci si aspetta che annunzi l’Evangelo ai peccatori e che un certo numero di questi si converta, e le comunità si riempiano grazie alla sua opera di nuove anime convertite. Se uno dice di essere mandato ad evangelizzare, ma non evangelizza i peccatori, e di conseguenza non ci sono persone convertite, e nelle comunità non si riempiono di anime salvate grazie all’opera del ministro incaricato di annunziare l’Evangelo, certamente c’è qualcosa che non va. Bisogna guardare al risultato finale, all’opera permanente compiuta, in base alla chiamata che uno ha ricevuto, da un semplice fratelli ci si aspettano cose semplici, ma da un ministro di Dio, ci si deve aspettare molto, che egli compia ogni dovere del suo ministerio e facendo ciò si veda concretamente il frutto permanente del suo lavoro.

Similmente vale anche per gli altri tipi di ministri, di Pastore, Apostolo e Dottore, si deve vedere l’opera concreta dell’opera che Dio li ha chiamati a compiere, altrimenti, se non c’è niente, possono essere accadute due cose, una che non è stato mai veramente chiamato al ministerio, e per molti è proprio così, parlano e dicono di essere, ma in realtà non sono niente davanti a Dio; un’altra può voler dire che è accaduto come al Pastore della Chiesa di Efeso:

«Ricordati dunque donde sei caduto, e ravvediti, e fa’ le opere di prima; se no, verrò a te, e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se tu non ti ravvedi.» (Apoc. 2:5)

In quel caso, il Pastore di Efeso aveva lasciato il suo primo amore, e se non si sarebbe ravveduto e non sarebbe tornato a fare le cose di prima, la sua Chiesa, rappresentata dal candelabro, si sarebbe spento, si sarebbe estinta, chiusa per volontà di Dio.

Ora, purtroppo, qualcuno dichiarandosi ministro di Dio ha prodotto solo chiacchiere e non si vede nessun risultato importante a favore della Chiesa prodotto da quel tale, appunto perché Dio non li ha mandati realmente, e ci sono anche coloro che, benché siano stati chiamati da Dio al ministerio e a compiere una determinata opera, si sono sviati dalla verità, hanno rinnegato addirittura Gesù Cristo che li ha riscattati, e se pure hanno prodotto qualcosa nel tempo, com’è detto al Pastore di Efeso citato sopra, così avviene della loro opera, essa si spegne e scompare, non esiste più, viene cancellata, e quel tale cade nell’oblìo.

Oltre a ciò, fratelli e sorelle nel Signore, tenendo conto di tutto ciò che ci insegna la Parola di Dio, non deve meravigliarvi se qualcuno che ha detto di sé stesso di essere chiamato al ministerio dal Signore Gesù Cristo, che ha dichiarato invano di essere un ministro dell’Evangelo, ma non presenta e non porta dopo tanti anni un risultato chiaro e tangibile per il bene comune della Chiesa, anzi, addirittura non disdegna di seguire e assecondare i consigli di coloro che sono empi, se li tiene stretti vicini a sé, e gli piace battere la via dei peccatori, e non disdegna neppure lo schernire, ma è il primo fautore di violenza e di scherno contro i credenti e contro altri ministri di Gesù Cristo, è evidente che quel tale non è beato, non è felice nella sua vita, perché Egli non è da Dio e tantomeno può essere ritenuto un servo di Dio. Leggi tutto…

Perché gli uomini malvagi si ostinano a fare il male e non si ravvedono?

15 aprile 2024

Perché gli uomini malvagi si ostinano a fare il male e non si ravvedono?

Iddio è misericordioso, e non largisce subito nell’immediatezza del fatto i suoi giudizi contro coloro che peccano, che fanno del male al loro prossimo, ma gli viene dato del tempo per ravvedersi (cfr. Apoc. 2:21).

Tuttavia, il tempo che Dio dà per ravvedersi, l’uomo malvagio lo può usare male, secondo quanto ha scritto Salomone:

«Siccome la sentenza contro una mala azione non si eseguisce prontamente, il cuore dei figliuoli degli uomini è pieno della voglia di fare il male.» (Eccl. 8:11)

Avviene, quindi, che gli uomini malvagi non essendo colpiti subito del male che commettono, si sentono impunibili, come se Dio non li vedesse e non stesse preparando per loro il giudizio che li colpirà, e per quello che il loro cuore è pieno della voglia di fare il male al prossimo.

Infatti, se uno peccasse e fosse subito colpito dalla punizione di Dio, ciò porterebbe tanti ad avere questo sentimento che ci fu quando Iddio fece morire Anania e Saffira (cfr. Atti 5:1-10), secondo quanto è scritto:

«E gran paura ne venne alla chiesa intera e a tutti coloro che udivano queste cose.» (Atti 5:11)

Anania e Saffira furono fatti morire da Dio perché il loro cuore fu riempito da Satana di malvagitù a tal punto che mentirono allo Spirito santo, e quasi subito commesso il fatto, dopo che Pietro gli fece la contestazione, morirono nell’immediatezza.

Perciò, cari fratelli, voi queste cose dovreste saperle, ci sono peccati che vi possono causare gravi punizioni non molto tempo dopo che vengono commesse, ma se avete commesso il male secondo la malvagità del vostro cuore, non forzate la mano, sappiate che seppur Iddio non vi scaglia contro i suoi giudizi nell’immediato, ma vi dà tempo di ravvedervi, badate di non abusare della sua pazienza e della sua misericordia, perché è cosa che certa che Iddio non tiene per innocente il colpevole (cfr. Nahum 1:3), e a suo tempo darà a coloro che commettono male azioni ciò che si meritano, e per il bene dell’anima vostra fareste bene a considerare attentamente anche questi passaggi della Scrittura, per non farvi illusione alcuna:

«Se vedi un ladro, tu ti diletti nella sua compagnia,

e sei il socio degli adulteri.

Tu abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua intesse frodi.

Tu siedi e parli contro il tuo fratello,

tu diffami il figlio di tua madre.

Tu hai fatto queste cose, ed io mi son taciuto, e tu hai pensato ch’io fossi del tutto come te;

ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi.

Deh, intendete questo, voi che dimenticate Iddio; che talora io non vi dilanii e non vi sia chi vi liberi.» (Salmo 50:18-22)

Verrà il momento che il Signore Idddio adempirà tali parole di giudizio terribile, e allora come potrà scampare il malvagio dai giudizi di Dio? Guai a coloro che fanno tutte quelle cose e pensano che Dio non li veda e che sia come loro, soltanto perché Egli gli ha tempo per ravvedersi e non ha di subito operato i suoi giudizi su di loro, perché a suo tempo saranno dilaniati come dice il passo, e nessuno potrà liberare gli uomini malvagi dalla vendetta di Dio, perché è scritto:

«Non fate le vostre vendette, cari miei, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore.» (Rom. 12.19)

«Poiché noi sappiamo chi è Colui che ha detto: A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo.» (Ebr. 10:30)

Perciò, tu fratello che stai subendo il male dagli uomini malvagi, non cercare la tua vendetta, non farti vendetta con le tue mani, non adirarti contro i peccatori, ma lascia che sia Iddio a compiere vendetta, lascia il posto all’ira di Dio, perché è cosa certa che Iddio darà la retribuzione a tutti gli uomini in base alle opere che avranno compiute, ognuno riceverà ciò che si merita. Se tutto tace e al malvagio non sta accadendo nulla, non ti preoccupare, stai tranquillo, perché Iddio concede del tempo per ravvedersi, ma quando i tempi saranno maturi, giungerà per certo la vendetta ed il giudizio terribile di Dio sui malvagi. Leggi tutto…

La transustanziazione non è insegnata nella Bibbia, è un’invenzione dei preti

14 aprile 2024

La transustanziazione non è insegnata nella Bibbia, è un’invenzione dei preti

Il catechismo della Chiesa Cattolica Romana definisce la transustanziazione in questo modo:

“Il Concilio di Trento riassume la fede cattolica dichiarando: ‘Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo del Cristo, nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del suo Sangue. Questa conversione, quindi, in modo conveniente e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica transustanziazione”.

In pratica, secondo i Cattolici mariani, per quanto riguarda la cena del Signore, quando un sacerdote benedice il pane, che è chiamato anche ostia, ed il vino, essi si trasformano realmente rispettivamente nella carne e nel sangue di Gesù Cristo. Naturalmente, come tutti coloro che hanno preso almeno una volta l’ostia e bevuto il vino hanno potuto constatare di persona con il proprio palato, quegli elementi hanno mantenuto perfettamente la consistenza, l’odore ed il sapore del pane e del vino che avevano in principio, prima della benedizione del sacerdote. E già qui c’è da obiettare, se quegli elementi rimangono esattamente uguali a com’erano prima della benedizione del sacerdote mariano, come si può dire che tali elementi si sono trasformati realmente nella carne e nel sangue di Gesù? Non attenersi ai fatti reali delle cose, significa illudersi, cioè convincersi falsamente di una realtà che non esiste. Insomma, come tante altre cose che riguardano le dottrine dei Cattolici mariani, dicono una cosa, ma la realtà è totalmente un’altra.

I cattolici mariani, per cercare di convincere le persone di questa loro peculiare dottrina, citano anche dei versetti biblici, che naturalmente non hanno il significato che gli danno loro, tuttavia per necessità forzano i concetti e le spiegazioni oltre che le interpretazioni, e fanno dire alla Bibbia quello che non dice e non insegna.

Eccovi alcuni passaggi biblici che a parere dei preti cattolici confermerebbero la loro dottrina della transustanziazione:

«E Gesù disse loro: In verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che vien dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. Poiché il pan di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo. Essi quindi gli dissero: Signore, dacci sempre di codesto pane. Gesù disse loro: Io sono il pan della vita; chi viene a me non avrà fame, e chi crede in me non avrà mai sete. Ma io ve l’ho detto: Voi m’avete veduto, eppur non credete! Tutto quel che il Padre mi dà, verrà a me; e colui che viene a me, io non lo caccerò fuori; perché son disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: ch’io non perda nulla di tutto quel ch’Egli m’ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. I Giudei perciò mormoravano di lui perché avea detto: Io sono il pane che è disceso dal cielo. E dicevano: Non è costui Gesù, il figliuol di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai dice egli ora: Io son disceso dal cielo? Gesù rispose e disse loro: Non mormorate fra voi. Niuno può venire a me se non che il Padre, il quale mi ha mandato, lo attiri; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. È scritto nei profeti: E saranno tutti ammaestrati da Dio. Ogni uomo che ha udito il Padre ed ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia veduto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha veduto il Padre. In verità, in verità io vi dico: Chi crede ha vita eterna. Io sono il pan della vita. I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo. I Giudei dunque disputavano fra di loro, dicendo: Come mai può costui darci a mangiare la sua carne? Perciò Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico che se non mangiate la carne del Figliuol dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, ed io in lui. Come il vivente Padre mi ha mandato e io vivo a cagion del Padre, così chi mi mangia vivrà anch’egli a cagion di me. Questo è il pane che è disceso dal cielo; non qual era quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno.» (Giov. 6:32-58)

Il parlare di Gesù è figurativo, simbolico, infatti alla fine di tutto il discorso, Egli non conclude dicendo che basta mangiare fisicamente la manna che rappresenta Gesù, ma dice che la volontà del Padre è quella di meditare profondamente (contemplare) tutto ciò che riguarda Gesù il Figliolo di Dio e credendo in Lui con tutto il cuore, e solo così si avrà la vita eterna e quando verrà il momento, coloro che hanno creduto ed avranno perseverato nella fede sino alla fine saranno risuscitati dai morti e parteciperanno alla resurrezione dei giusti.

Inoltre, quel discorso Gesù lo conclude spiegando che le parole che aveva dette, andavano prese spiritualmente, infatti ha detto:

«È lo spirito quel che vivifica; LA CARNE NON GIOVA NULLA; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.» (Giov. 6:63)

Contrariamente a quanto ha insegnato Gesù, i cattolici romani hanno puntato la loro attenzione appunto sulla carne, che non giova a nulla, ed hanno tralasciato l’aspetto spirituale. Comprendete dunque ciò che Gesù ha voluto insegnarci? Gesù stesso dice che il suo discorso che fece in precedenza, lo fece in senso spirituale, e così andava inteso, infatti dicendo “le parole che vi ho dette sono spirito e vita”, vuole far capire che non stava dicendo che bisogna LETTERALMENTE mangiare veramente la sua carne e bere realmente il suo sangue, cose che poi sono pure peccati gravi davanti a Dio, il mangiare carne umana è cannibalismo, ed il bere sangue è assolutamente vietato sia dalla Legge di Mosè, sia sotto la grazia.

Quando Gesù istituì la cena del Signore, disse anche queste parole:

«Or mentre mangiavano, Gesù prese del pane; e fatta la benedizione, lo ruppe, e dandolo a’ suoi discepoli, disse: Prendete, mangiate, questo è il mio corpo. Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per la remissione dei peccati.

Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio.» (Matteo 26:26-29)

Di quel passo, intanto è doveroso notare che è Gesù che era vivente e con il suo corpo porgeva il pane ai discepoli e disse loro “questo è il mio corpo…”, di conseguenza è chiaro che il discorso di Gesù doveva essere preso come figurativo, in modo simbolico e non letteralmente, come ragionano, invece, i cattolici romani. Alla fine, poi, Gesù dicendo che non avrebbe più bevuto del frutto della vigna fino ad un certo tempo che verrà, significa che il vino che ha benedetto non era effettivamente diventato “sangue”, ma era rimasto semplicemente vino, che è il frutto della vigna. Leggi tutto…

La Buona Strada

Blog di Giuseppe Piredda, cristiano evangelico pentecostale trinitariano fondamentalista

No Temas Sino Habla

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Il Buon Deposito

Dottrine della Bibbia

Listen to the sound of the sword

«Stand in the ways and see, and ask for the old paths, where the good way is, and walk in it» (Jeremiah 6:16)

Sana Dottrina

Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d'udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.(2Timoteo 4:3-4)

He who has ears let him hear

A voice crying in the wilderness