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Gli scritti dei libri canonici della Bibbia insegnano che non si deve pregare per i morti

29 aprile 2024

Gli scritti dei libri canonici della Bibbia insegnano che non si deve pregare per i morti

I preti Cattolici Romani insegnano ai loro seguaci che bisogna pregare per i morti, perché danno per scontato che essi stiano soffrendo in purgatorio, perciò grazie alle preghiere fatte dai viventi che sono ancora sulla terra, si possono alleviare le loro sofferenze e un giorno arrivino a passare dal purgatorio al Paradiso di Dio. Su questo si basano diverse messe per i morti con tanto di elargizione di denaro, quindi su tale falsa credenza vi girano molti soldi che entrano nelle tasche dei preti. Bisogna dire anche questo, com’è giusto che sia.

Nella Bibbia, nei sessantasei libri canonici, non è insegnato che si può o si deve pregare per i morti, si trova qualcosa scritto nel libro dei Maccabei, ma esso è un libro apocrifo, che non è sato ispirato da Dio e non fa parte dei libri canonici ispirati da Dio, perciò non può essere preso per costruirci sopra una dottrina, una verità biblica, perché esso non è da Dio, ma è stato scritto da uomini non ispirati dallo Spirito santo a scrivere quelle parole. Esso può anche dare qualche informazione storica, ma non è comunque un libro ispirato da Dio, non ha l’autorità degli scritti canonici.

Si comprende, quindi, che è molto pericoloso lasciare inseriti nella Bibbia anche i libri apocrifi, lasciarli insieme a quelli canonici ispirati da Dio, perché la loro citazione può trarre in inganno molte persone, trovandosi in diverse versioni bibliche quegli scritti apocrifi che non sono da Dio, nello stesso libro stampato che è chiamata Bibbia insieme a quelli canonici; perciò dare origine a false dottrine e farle accettare dai seguaci del papa è più semplice se i libri ispirati da Dio sono mischiati con quelli che non sono stati voluti da Dio.

Quando si parla di Bibbia e si dice che essa è Parola di Dio, si vuole intendere che solo i libri canonici sono la base su cui si può prendere per accettare e insegnare le verità bibliche, bisogna escludere categoricamente i libri apocrifi, come lo sono quelli dei Maccabei. Ma ce ne sono anche altri libri apocrifi (o chiamati anche deuterocanonici), che vi elenco di seguito, che potreste trovare inseriti nella Bibbia che stampa la Chiesa Cattolica mariana, ma si possono anche trovare nelle Bibbie a stampa protestante, come quella della Diodati; si ritiene che i libri apocrifi siano stati redatti nel periodo di tempo fra l’Antico ed il Nuovo Testamento: il terzo ed il quarto libro di Esdra, libro di Tobia, libro di Giuditta, Aggiunte a Ester, libro della Sapienza di Salomone, il libro dell’Ecclesiastico (Siracide), libro di Baruc, il Cantico dei tre fanciulli, Storia di Susanna, Storia d Bel e del dragone, la Preghiera di Manasse, primo e secondo libro dei Maccabei.

Pertanto, cari fratelli e sorelle nel Signore, quando leggete una versione biblica, prima di tutto dovete accertarvi che sia una versione attendibile ai testi originali, preferibilmente Evangelica e non cattolica e neppure dei testimoni della torre di guardia (TDG), perché quelle cattoliche e dei testimoni di Geova sono traduzioni e versioni corrotte, traviate; poi, quando leggete, dovete tenere in considerazione il fatto che di libri apocrifi ce ne possono essere anche diversi altri, ma non sono libri ispirati da Dio, il canone biblico è oramai concluso, e la Bibbia è composta soltanto da sessantasei libri e basta, quindi non si possono aggiungere a piacimento altri libri, perché non sono attendibili e non possono essere utilizzati per spiegare certe verità bibliche da insegnare agli altri.

Premesse tutte quelle cose, che era doveroso specificare, nei libri canonici della Bibbia è insegnato che le preghiere dei vivi non hanno alcuna rilevanza, né influiscono in alcun modo sulla sorte delle anime di persone che sono morte. Dunque, non bisogna pregare le persone che sono morte, e non bisogna neppure pregare Iddio per le persone morte, in quanto al momento della morte il destino eterno di ogni anima è segnato, o viene salvata per cui va in Paradiso di Dio per vivere nella piena pace e gioia del Signore, oppure viene gettato prima all’inferno (in greco Ades) poi viene trasferito nello stagno di fuoco e di zolfo dopo la resurrezione degli ingiusti ed il giudizio finale, dove saranno tormentati giorno e notte per l’eternità (cfr. Apoc. 20:10-15).

Che non è conforme alla volontà di Dio il pregare per i morti, lo dimostrano anche le azioni e le parole de Re Davide che vi riporto di seguito, il dolce cantore e Profeta d’Israele:

«E l’Eterno colpì il bambino che la moglie di Uria avea partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato.

Davide quindi fece supplicazioni a Dio per il bambino, e digiunò; poi venne e passò la notte giacendo per terra.

Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perch’egli si levasse da terra; ma egli non volle, e rifiutò di prender cibo con essi.

Or avvenne che il settimo giorno il bambino morì; e i servi di Davide temevano di fargli sapere che il bambino era morto; poiché dicevano: ‘Ecco, quando il bambino era ancora vivo, noi gli abbiam parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Egli andrà a qualche estremo’.

Ma Davide, vedendo che i suoi servi bisbigliavano fra loro, comprese che il bambino era morto; e disse ai suoi servi: ‘È morto il bambino?’ Quelli risposero: ‘È morto’.

Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si mutò le vesti; poi andò nella casa dell’Eterno e vi si prostrò; e tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare, e mangiò.

I suoi servi gli dissero: ‘Che cosa fai? Quando il bambino era vivo ancora, tu digiunavi e piangevi; e ora ch’è morto, ti alzi e mangi!’

Egli rispose: ‘Quando il bambino era vivo ancora, digiunavo e piangevo, perché dicevo: – Chi sa che l’Eterno non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? – Ma ora ch’egli è morto, perché digiunerei? Posso io farlo ritornare? Io me ne andrò a lui, ma egli non ritornerà a me!’» (2 Sam. 12:15-23)

Davide pregò per il bambino malato fino a quando non seppe che era morto, dopo cessò di pregare per lui, perché sapeva bene che era tutto inutile, le sue preghiere non potevano più in alcun modo influire sul destino e la fine di quel bambino. Le sue parole lo fanno capire, l’unica cosa, che poteva succedere, dopo la morte del fanciullo, era quella che Davide lo raggiungesse alla sua morte, e basta, lo stato di quel bambino non poteva più essere cambiato, alla sua morte il decreto di Dio è già stato emesso, come pure quello di tutti quanti in tutte le epoche, alla morta di ogni persona o si viene salvati e si va in Paradiso, o si viene gettati all’inferno in attesa del giudizio finale, poi in un secondo momento i perduti verranno gettati nello stagno di fuoco e di zolfo (cfr. Luca 23:39-43, 16:19-31, 23; cfr. Apoc. 20:10-15).

La Chiesa Cattolica mariana, sfruttando la debolezza delle persone che soffrono a motivo della perdita dei loro cari e, per capire il loro dolore e alla debolezza spirituale in cui si trovano, basta pensare a dei genitori che perdono i loro figli in tenera età, come avvenne similmente a Davide, in tal caso avviene che, sfruttando quella sofferenza dei genitori, i preti incoraggiano a pregare per le anime dei morti, come se si fosse in grado di cambiarne le sorti, ma ciò è assolutamente impossibile.

In caso di persone che soffrono, e ce ne sono tante ed aumentano sempre più, si deve pregare e andare a trovarle, come le donne che sono diventate vedove e gli orfani, per pregare per loro, ma non si deve assolutamente pregare per i morti, che è una cosa inutile.

Lo scrittore agli Ebrei ha scritto, tra l’altro, queste parole:

«E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio» (Ebrei 9:27)

Fino al punto di morte, anche se tutta la vita una persona è stata peccatrice, può pentirsi, ravvedersi e credere in Gesù Cristo, perciò può essere salvato, come poi è successo ad uno dei ladroni sulla croce, Iddio può decidere se salvarlo oppure no; ma a morte avvenuta, il destino è segnato e non né lui né le preghiere dei viventi fatte per lui che possono cambiare il suo stato in cui si trova, perché è Dio che ha decretato in modo immodificabile se quell’anima andrà di subito in Paradiso oppure all’inferno, e da lì non si sposterà in nessuna maniera.

Vi ricordo, inoltre, che non esiste il luogo che i preti ed i loro seguaci chiamano ‘Purgatorio’, non c’è un luogo intermedio dove stare per un tempo, per poi passare in Paradiso, ciò è un’invenzione dei preti, per dare altre possibilità di salvezza alle anime anche dopo che sono morti e per costruire culti e introiti di denaro attraverso le messe per i morti.

Il disegno di Dio che riguarda l’annunziare l’Evangelo della salvezza agli uomini, riguarda soltanto il periodo in cui sono in vita su questa terra, perché una volta morti come decretato da Dio dove essi vadano a finire, tale decisione presa da Dio non può essere cambiata. Perciò è in questa vita che bisogna ravvedersi e credere nell’Evangelo per essere salvati, è inutile sperare che sulla terra i parenti preghino per un’anima morta, che qui in vita ha vissuto nel peccato e le preghiere degli altri possano modificare il decreto di Dio emesso su di loro.

Perciò, sapendo queste cose, tutti coloro che hanno creduto nell’Evangelo, hanno il dovere di annunziare l’Evangelo ai Cattolici Romani che sono perduti nei falli e nei peccati, affinché si ravvedano e per fede siano salvati.

Quindi, la Bibbia insegna che coloro che hanno creduto e si sono assoggettati alla volontà del Signore Iddio entrano direttamente ed immediatamente alla presenza del Signore dopo la loro morte, oppure se Iddio ha deciso che debbano essere perduti, andranno a finire all’inferno (cfr. Luca 16:22-23, 23:43).

Perciò, coloro che amano il Signore e vogliono fare la sua volontà, devono attenersi a ciò che insegna la Paola di Dio ed è necessario rigettare tutto ciò che non è conforme alla volontà di Dio.

Dunque, diletti e fedeli nel Signore, badate a mettere in pratica tutto ciò che è scritto, e fate sapere la verità anche ai cattolici mariani, affinché siano salvati in questa vita e non confidino inutilmente nelle preghiere per loro quando saranno morti, perché sarà tutto inutile. Badate dunque che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda

4 commenti leave one →
  1. 29 aprile 2024 08:09

    Però Davide rinuncia a digiunare quando perde ogni speranza che il bambino viva.

    Questo non vuol dire che non si debba pregare per i morti.

    Esistono passi biblici in cui è esplicitamente detto che è vietato pregare per i morti?

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  2. 30 aprile 2024 19:28

    Prima di tutto Davide pregava Iddio affinché concedesse al bambino di vivere, poi appena è morto ha cessato di pregare per lui, di conseguenza è chiaro che quel passo conferma che non si deve pregare per i morti, ma bisogna pregare per i vivi, e Davide ne spiega le motivazioni.
    «Egli rispose: ‘Quando il bambino era vivo ancora, digiunavo e piangevo, perché dicevo: – Chi sa che l’Eterno non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? – Ma ora ch’egli è morto, perché digiunerei? Posso io farlo ritornare? Io me ne andrò a lui, ma egli non ritornerà a me!’» (2 Sam. 12:22-23).
    In poche parole, dopo che uno è morto non si può più fare niente per loro, quello che si può fare è solo per i vivi.

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  3. 1 Maggio 2024 17:39

    Beh non è mica tanto chiaro.

    Davide pregava perché il bambino vivesse. Quando il bambino muore, smette di pregare. Ma questa è stata una sua decisione: non vuole dire che TUTTI debbano astenersi dal pregare per i morti. E non c’è un divieto esplicito.

    Pregare per i morti ha senso per due motivi. Innanzitutto, se quell’anima è in Purgatorio, noi possiamo pregare perché sia abbreviato il tempo della sua purificazione e vada presto in Paradiso.

    Ma c’è un altro motivo più importante. Noi sappiamo che il giudizio dopo la morte è immediato, ma non ne sappiamo l’esito. Di alcune persone apparentemente molto buone o molto cattive, noi possiamo presumere, possiamo dire “probabilmente questa persona si è salvata… Probabilmente questo cattivo soggetto adesso riceve la punizione…” Ma sono nostre ipotesi.

    Dunque, per una persona morta, noi possiamo pregare Dio per testimoniare in favore di quella persona, per pregarlo di avere pietà di quella persona.

    Anche se la nostra preghiera succede dopo il giudizio di Dio, questo non fa differenza per Dio, perché Dio è eterno, per lui il futuro è presente, sapeva già che avremmo fatto quella preghiera ancora prima del giudizio, ancora prima che il tale morisse.

    Pregare per i morti è un atto di carità. Dio è contento se siamo caritatevoli gli uni con gli altri.

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  4. 4 Maggio 2024 18:53

    Il culto, la preghiera, l’invocazione, le offerte, i voti, sono pratiche che possono essere rivolte solo a Dio, altrimenti è idolatria, ed è condannata da Dio. Davide sapeva ciò, ed una volta morto il bambino, non si poteva fare più nulla, il decreto di Dio era riconosciuto immodificabile.
    Inoltre nelle sacre Scritture canoniche non ci sono esempi di preghiere rivolte ai morti. Davide, nel caso che abbiamo preso in esame, ha pregato Iddio che facesse vivere il bambino, poi dopo che ha saputo che è morto ha cessato di pregare, perché al momento della morte la decisione che Dio ha preso diventa immodificabile, se uno è salvato va in paradiso, se uno è perduto va all’inferno. Non esistono luoghi intermedi, come il limbo ed il purgatorio. Il limbo addirittura, è stato pure eliminato dal papa. Insomma i cattolici si sono creati, ma non sono i soli, dei luoghi dove mandare le anime e poi decidono di toglierli a piacimento. Comunque sia, il purgatorio non esiste, l’unica cosa che può PURGARE i peccati degli uomini è solo la fede nel sangue di Gesù che è stato sparso per il peccatore.
    Ancora si deve dire che l’Apostolo Paolo ha detto che lui e quelli che andavano con lui si applicavano per non andare oltre a quello che è scritto nella Bibbia, nei libri canonici naturalmente, non si rifacevano ai libri apocrifi, quindi, siccome non ci sono preghiere per i morti, né preghiere rivolte ai morti, ma solo a Dio da parte dei cristiani veri, è chiaro che non si deve andare oltre, e si può solo pregare Iddio, non la creatura.

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