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Una parola contro i Farisei ipocriti che sono presenti anche oggi in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo

3 marzo 2024

Una parola contro i Farisei ipocriti che sono presenti anche oggi in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo

Gli ipocriti sono tra le persone più pericolose e nocive che possano esserci dentro la Chiesa di Gesù Cristo, perciò è bene conoscere alcune cose che li caratterizzano, affinché siano riconosciuti dai santi e vengano tenuti lontano, per il bene della propria anima.

La parola ipocrisia deriva dal greco “ipòcrisis” e significa “simulazione”: nel mondo antico l’ipocrita era l’attore sulla scena teatrale. In effetti l’ipocrisia ha proprio a che vedere con il fingere, con la simulazione, con la falsità nel cuore, ed il palcoscenico degli ipocriti è la loro stessa vita vissuta nella Chiesa.

Quindi, la caratteristica principale dell’ipocrita, è quella di cercare colpevolmente e coscientemente d’ingannare gli altri, studiandosi di apparire esteriormente onesto e religioso, ligio ai doveri che sono scritti nella Bibbia, mentre interiormente i sentimenti che prova calpestano con grande forza ciò che dovrebbero essere per coerenza con ciò che appaiono esteriormente e secondo quanto vuole che i credenti siano secondo le Scritture.

Nell’ipocrita, dunque, vi è la netta contrapposizione tra ciò che appare esteriormente e dice a parole, con ciò che in realtà ed è veramente presente nel suo cuore. L’ipocrita, dunque, non è in realtà ciò che sembra di essere.

Tra i passi della Scrittura che condannano l’ipocrisia e che definiscono meglio gli ipocriti, tra il più conosciuto, anche al di fuori della Chiesa, ci sono questi passi:

«Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta e dell’aneto e del comino, e trascurate le cose più gravi della legge: il giudicio, e la misericordia, e la fede. Queste son le cose che bisognava fare, senza tralasciar le altre.

Guide cieche, che colate il moscerino e inghiottite il cammello.

Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché nettate il di fuori del calice e del piatto, mentre dentro son pieni di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco, netta prima il di dentro del calice e del piatto, affinché anche il di fuori diventi netto.

Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaion belli di fuori, ma dentro son pieni d’ossa di morti e d’ogni immondizia.

Così anche voi, di fuori apparite giusti alla gente; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.» (Matteo 23:23-28)

I Farisei ipocriti facevano tutto per apparire giusti e santi alla vista della gente, solo esteriormente però, mentre nel loro cuore erano pieni d’inganno e di falsità, d’impurità e d’ogni immondizia. Gesù li conosceva bene e noi dobbiamo imparare a riconoscergli per guardarsi da essi.

Anche il Profeta Isaia scrisse contro gli ipocriti queste parole, che poi sono state citate da Gesù contro gli Scribi ed i Farisei della sua epoca:

«Ipocriti, ben profetò Isaia di voi quando disse:

Questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuor loro è lontano da me.

Ma invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che son precetti d’uomini.» (Matteo 15:7-9)

Quindi, gli ipocriti fanno di tutto per ingannare gli altri, per apparire giusti e santi esteriormente, ma è chiaro che non possono ingannare Iddio, Egli sa cosa pensano e cosa li muove effettivamente e quali obiettivi si pongano nel fare qualche cosa; perciò quello che fanno ed il culto ed i servizi che pensano di rendere a Dio sono inutili, non producono nulla di buono, non sono graditi a Dio. E chi segue gli ipocriti rende anche lui dei culti e dei servizi che sono vani.

La cosa più pericolosa per i santi della Chiesa di Gesù Cristo, è quella di trovare degli ipocriti che siedono in posti elevati, che si ergono a ministri di Cristo, invece sono solo degli ipocriti, che badano all’esteriore per i loro interessi e vogliono che tutti siano come loro, quindi spingono anche gli altri a badare solo all’esteriore e non anche ai sentimenti che albergano nel proprio cuore, di conseguenza tali ipocriti modellano tanti altri ipocriti come loro, e insieme stanno bene, le maschere dell’ipocrisia tra loro stanno molto bene.

Un credente deve sempre essere sé stesso, manifestarsi per quello che è realmente, di fuori e dentro al proprio cuore, e non deve aver neppure paura di farsi conoscere per quello che è realmente, anche nei propri difetti. L’ipocrita, invece, si sente inadeguato e incapace a relazionarsi e parlare in modo paritario e sinceramente con le altre persone, perciò si costruisce quella corazza esterna di falsa onestà e giustizia, che non corrisponde a ciò che invece è veramente nell’interiore.

L’ipocrita è una persona molto frustrata, piena di rabbia e violenza, cose che, con grande sforzo impedisce che emergano esteriormente in tutta la sua forza, pericolosità e scandalo per la Chiesa.

L’ipocrita si impone di vivere in un certo modo che non corrisponde ai sentimenti che ha nel proprio cuore, sono cose che non gli appartengono, egli recita, fa la parte indossando la maschera che gli conviene. Comunque sia l’ipocrita è una persona infelice, prigioniera della sua stessa ipocrisia, dalla quale non è in grado di uscire e di apparire agli altri com’è realmente.

L’ipocrita è fondamentalmente una persona insicura e piena d’invidia nel suo cuore, si autoconvince di possedere delle particolari qualità e capacità, e si mette la maschera per essere gradito al prossimo ed essere in un primo momento accettato dai credenti, per poi agire a proprio vantaggio e prevalere con violenza sugli altri ed imporre su tutti il proprio volere.

Gli ipocriti sono del cattivo lievito nella Chiesa, e diventa un dovere smascherarli, per tutelare sé stessi e gli altri membri della Chiesa. Smascherare quei tali malvagi, con un po’ di accortezza e attenzione non è poi così difficile, perché ci sono delle caratteristiche fondamentali negli ipocriti che si manifestano, e grazie a ciò si possono riconoscere. Leggi tutto…

Enoc era un uomo gradito a Dio e fu trasportato per non vedere la morte

2 marzo 2024

Enoc era un uomo gradito da Dio e fu trasportato per non vedere la morte

Adamo ebbe diversi figli, tra i quali Seth, nato dopo che Caino invidioso e pieno d’odio uccise Abele, perché aveva fede. Tra i discendenti di Adamo, per la linea di Seth, vi furono, tra tanti, Enoc figlio di Jared, che significa “iniziato, consacrato”. Nel primo libro di Mosè, di Enoc sono scritte queste parole:

«E Jared visse centosessantadue anni, e generò Enoc.

E Jared, dopo ch’ebbe generato Enoc, visse ottocent’anni, e generò figliuoli e figliuole; e tutto il tempo che Jared visse fu novecentosessantadue anni; poi morì.

Ed Enoc visse sessantacinque anni, e generò Methushelah.

Ed Enoc, dopo ch’ebbe generato Methushelah, camminò con Dio trecent’anni, e generò figliuoli e figliuole; e tutto il tempo che Enoc visse fu trecentosessantacinque anni.

Ed Enoc camminò con Dio; poi disparve, perché Iddio lo prese.» (Gen. 5:18-24)

Non si può non notare che di Enoc sono scritte due cose importanti sulla quale voglio che poniate attenzione, la prima è che egli “camminò con Dio”, e questo significa che era un uomo gradito a Dio, perché aveva fede, in quanto senza fede è impossibile piacere a Dio (cfr. Ebrei 11:6); la seconda cosa su cui bisogna puntare la propria attenzione è il fatto che Enoc non morì, ma scomparve, fu trasportato da Dio, in cielo.

Quelle due cose particolari, che ho voluto che notaste attentamente, che sono state scritte da Mosè a riguardo di Enoc, le troviamo riprese anche dallo scrittore agli Ebrei, il quale ha scritto di lui queste parole:

«Per fede Enoc fu trasportato perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio l’avea trasportato; poiché avanti che fosse trasportato fu di lui testimoniato ch’egli era piaciuto a Dio.» (Ebrei 11:5)

Quindi, Enoc piacque a Dio perché aveva fede. Vi ricordo che pure Abele piaceva a Dio perché aveva fede, a differenza di Caino. Questo per dirvi che da sempre, da principio, Iddio gradiva gli uomini in base alla fede che avevano nel loro cuore, e sarà sempre così fino alla fine.

Anche di Noè fu detto che camminò con Dio, e sappiamo che Noè ebbe fede e lo manifestò chiaramente costruendo l’arca, e per quanto riguarda l’altro aspetto, che Enoc fu trasportato e non vide la morte, è scritto di un altro servo di Dio, che è Elia, anche lui fu preso e trasportato vivo in cielo, ed entrambi finora non hanno visto ancora la morte, ma sono in cielo in carne e sangue in attesa di essere inviati a svolgere il loro servizio che Dio ha prestabilito che compiano.

Anche Giuda, il fratello del Signore, nella sua epistola, parlando dei falsi dottori che si sviano dalla verità, cita tra l’altro Enoc, dicendo di lui queste parole:

«Per loro pure profetizzò Enoc, il settimo da Adamo, dicendo: Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per far giudicio contro tutti, e per convincere tutti gli empî di tutte le opere d’empietà che hanno empiamente commesse, e di tutti gli insulti che gli empî peccatori hanno proferiti contro di lui.» (Giuda 1:14-15)

Quindi, di Enoc sappiamo che egli anche profetizzava ai suoi tempi sulla terra, e non sbagliamo a pensare che, essendo gradito a Dio per la sua fede, egli fosse già un profeta di Dio durante il suo primo periodo vissuto sulla terra. Leggi tutto…

Bisogna guardare alle opere, per vedere se hanno fede

1 marzo 2024

Bisogna guardare alle opere, per vedere se hanno fede

Cari fratelli nel Signore, rivolgo a voi questa esortazione che avete creduto nel Signore Gesù Cristo, che per mezzo della fede siete stati rigenerati spiritualmente e siete divenuti figlioli di Dio, non per mezzo delle opere giuste che voi avete fatto, ma solo per la fede in Gesù Cristo, per la misericordia di Dio.

Premesso quindi che la salvezza è solo per fede e non per opere, cosa che l’Apostolo Giacomo conosceva benissimo, e pur sapendo ciò scrisse queste parole che vi riporto di seguito, che fanno parte della Parola di Dio e come tali vanno considerate:

«Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta.

Anzi uno piuttosto dirà:

Tu hai la fede, ed io ho le opere;

mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.» (Giac. 2:17-18)

Molti sono quelli nella Chiesa che dicono di avere fede in Gesù Cristo, e ci sono anche di quelli che hanno la pretesa di ergersi ad insegnanti degli altri; tenuto conto di ciò, sorge il problema per i credenti sinceri di trovare il modo per capire se quelli che dicono di essere salvati, lo siano veramente ed abbiano in loro perciò la fede, per saperli distinguere da quelli che, invece, non hanno mai creduto, ma si trovano dentro le comunità dei santi per i più disparati motivi, i quali nulla hanno a che fare con la salvezza e la fede in Gesù Cristo.

La Scrittura ci dice non solo come si ottiene la salvezza, ma pure cosa i credenti che sono già stati salvati devono fare, essa ci insegna le opere che una volta salvati bisogna che i figlioli di Dio compiano, ed è proprio da quello che uno mette in pratica e fa che si vede chiaramente chi realmente egli sia e cos’ha nel suo cuore.

L’epistola di Giacomo è tra quelle parti della Parola di Dio che più ci fanno capire che le opere da compiere sono importanti per un credente, ma badate bene, tali parole si riferiscono a chi è già stato salvato per mezzo della fede e non per opere, ed essa ci dice che le opere che vengono compiute manifestano la fede che uno ha nel suo cuore. Uno che non fa opere, che non fa proprio niente, che si chiude dento casa e lavoro solo a livello di social e del web, che opere volete può manifestare? E chi può dire che le sue parole siano sincere e non nascano da un cuore corrotto e malvagio per attirare a sé del denaro e arricchirsi alla faccia dei creduloni stolti?

Quante persone conoscete che ostentano di conoscere molti passi della Scrittura a memoria, magari conoscono anche la lingua greca ed ebraica, ti sanno impiantare dei bei discorsi, e anche corretti dal punto di vista di certe verità della Bibbia, ma in concreto non sono in grado di mostrare, perché non le praticano, delle opere che manifestino la vera fede in Dio che dicono di avere. L’albero si riconosce dai frutti, dalle opere che uno compie, le parole che dice non sono sufficienti, anche se sono indicative nel fare capire con chi si ha a che fare.

Diletti e fedeli nel Signore, prendete coscienza di queste cose, che la fede senza le opere Giacomo diche che è morta; se un credente non ha potuto mostrare delle opere compiute che Dio gli ha messo dinanzi da praticare, significa che non ha fede, che la sua fede è morta. Leggi tutto…

Fratelli, voi guardate ai miracoli di Gesù e non fate come i Farisei che per invidia guardavano al fango!

29 febbraio 2024

Fratelli, voi guardate ai miracoli di Gesù e non fate come i Farisei che per invidia guardavano al fango!

Gesù passando vide un uomo cieco fin dalla nascita, ed ha voluto compiere su di lui un’opera potente, e fece del fango e glielo spalmò negli occhi e gli disse di andare a lavarsi nella vasca di Siloe; il cieco obbedì a Gesù, fece come gli fu detto e così e fu guarito.

Quella potente guarigione divenne oggetto d’esame da parte dei Farisei, che Giovanni ha riportato, tra l’altro, in questa maniera:

«I Farisei dunque gli domandaron di nuovo anch’essi com’egli avesse ricuperata la vista. Ed egli disse loro: Egli mi ha messo del fango sugli occhi, mi son lavato, e ci veggo.

Perciò alcuni dei Farisei dicevano: Quest’uomo non è da Dio perché non osserva il sabato.

Ma altri dicevano: Come può un uomo peccatore far tali miracoli? E v’era disaccordo fra loro.» (Giov. 9:15-16)

I Farisei alla fine, almeno alcuni di loro, compresero che fu compiuto un grande miracolo, ma ce n’erano di quelli che, anziché badare al grande miracolo che Gesù ha compiuto, si concentrarono sul fatto che nel giorno di sabato Gesù fece del fango, e con ciò volevano condannarlo per il fango che fece in giorno di sabato, senza considerare la cosa più importante, cioè che Iddio ha reso una potente testimonianza nei confronti di Gesù, nel compiere quel grande miracolo.

L’invidia dei Farisei li rendeva ciechi spiritualmente, perché si rifiutavano di vedere e non accettavano l’opera gloriosa e potente che aveva compiuto Gesù, perciò cercavano ogni pretesto, anche minimo, pur di potergli andare contro, cercando per ogni cosa di metterlo in cattiva luce davanti al popolo, e volendogli anche togliere la vita.

Quando un’opera è da Dio, alla fine tutti la vedranno per quello che è realmente, anche se degli uomini tristi e perversi cercano di fermarla, ma non ci riusciranno, perché l’opera che proviene da Dio proseguirà il suo corso e crescerà ed arriverà dove Dio ha stabilito, checché ne dicano i ricercatori delle pagliuzze e del fango. Infatti, sappiamo come l’opera di Gesù Cristo è cresciuta e progredita fino ai giorni nostri, e continuerà a farlo sino alla fine, ogni cosa giungerà a compimento secondo quanto Iddio ha già prestabilito.

Cari fratelli e sorelle nel Signore, purtroppo bisogna prendere atto che ci sono ancora oggi di quelli nella Chiesa di Dio che davanti ad una particolare opera compiuta in Dio, per invidia o per altri motivi interessati, guardano alle quisquiglie, si concentrano sugli errori grammaticali, o su dettagli poco importanti, su qualcosa che è solo un mezzo come il fango che fece Gesù per compiere quella grande guarigione del cieco, in raffronto alla potente guarigione che è stata compiuta.

Insomma, ogni qualvolta c’è un’opera fatta nel nome del Signore, ci sono sempre di quelli che cercano di distruggere, di sminuire, di disprezzare ciò che viene fatto, puntando il dito e l’attenzione sulle cose vane e inutili.

Fratelli, sappiate che quelli che si comportano in tale maniera è gente trista, invidiosa, corrotta di mente e di cuore, ed anche incapace di compiere le opere che disprezza, che non sarà mai in grado di fare, quindi le vorrebbe vedere annullate anche per gli altri. Pertanto, prima di criticare a parole qualcuno o qualcosa, quei tali farebbero bene a dare l’esempio di come si fa in maniera corretta secondo le Scritture ciò che dicono che non va bene fatta in quel modo, e solo allora gli si può dare retta e considerare anche le loro parole, ma se le parole non sono seguite dalle opere concrete, allora quei tali devono solo tacere e basta, sono gente piene di chiacchiere inutili e oltraggiose. Leggi tutto…

Cose da conoscere per affrontare correttamente dal punto di vista biblico le malattie

28 febbraio 2024

Cose da conoscere per affrontare correttamente dal punto di vista biblico le malattie

Gesù passando vide un uomo che era cieco dalla nascita, e dalle parole e da ciò che poi successe ne sono scaturiti degli insegnamenti importanti per i discepoli del Signore Gesù, oltre alla manifestazione gloriosa della potenza di Dio per mezzo della quale il cieco è stato guarito.

A tal proposito, nel Vangelo di Giovanni, tra l’altro, sta scritto:

«E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? Gesù rispose: Né lui peccò, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui.» (Giov. 9:2-3)

Da ciò che si apprende dallo studio della somma della Parola e dalle parole di Gesù riportate, comprendiamo che i discepoli non gli chiesero qualcosa di sbagliato, ma cose che sono verità, soprattutto per ciò che riguarda il ritenere la malattia del cieco come una conseguenza del peccato dei suoi genitori.

Infatti, che il peccato dei padri possa ricadere nei figli è scritto anche nel decalogo, nei “dieci comandamenti” di Dio, precisamente nel secondo, che dice:

«Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano» (Es. 20:4-5)

Non è avvenuto che la stessa umanità tutta soffra, si ammali e muoia a causa del peccato originale commesso da Adamo, progenitore di tutti (cfr. Rom. 5:12)? Avendo peccato Adamo, la morte non è forse passata su tutti quanti?

La validità del secondo comandamento del decalogo, quindi, è ampiamente confermato sia dal peccato di Adamo che è ricaduto su tutti i discendenti, sia dalle parole che Gesù disse a Giovanni che sono scritte nel libro della Rivelazione, a proposito dei peccati che commise Jezabel, non essendosi ravveduta dei suoi peccati, il Signore le avrebbe fatto morire i suoi figli, e lei stessa sarebbe stata messa in un letto di dolore (cfr. Apoc. 2:20-23).

Poi, che il commettere peccato possa far ammalare direttamente chi lo ha commesso, oltre al passo già citato che riguarda Jezabel, ce ne sono anche altri, tra i quali quello che riguarda il paralitico di Betesda, del quale è scritto:

«Di poi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: Ecco, tu sei guarito; non peccar più, che non t’accada di peggio.» (Giov. 5:14)

Quindi, risulta chiaro che il peccato che l’uomo commette, commisurato alla sua gravità, può far ammalare sia direttamente chi commette il peccato, sia può gravare anche sui figli di colui che pecca, come è stato spiegato in precedenza.

Tuttavia, il peccato non è l’unica causa che provoca malattia e sofferenza nelle persone, ci può essere anche il caso in cui la malattia colpisce qualcuno perché Dio lo vuole mettere alla prova, com’è stato fatto con Giobbe.

Inoltre, un’altra causa ancora per cui uno può essere malato, lo si comprende nel racconto di ciò che è accaduto al cieco nato, Gesù dice chiaramente che egli era malato affinché le opere di Dio si manifestassero in lui. Infatti, Gesù lo guarì e la sua guarigione creò molto scalpore in coloro che videro chiaramente che Dio aveva operato un grande miracolo per le mani di Gesù. Leggi tutto…

Le sètte sono un’opera della carne, vegliate e state in guardia contro di esse

27 febbraio 2024

Le sètte sono un’opera della carne, vegliate e state in guardia contro di esse

L’Apostolo Paolo nella sua epistola ai santi della Galazia, fa un elenco di sentimenti e di opere che sono opere della carne che si manifestano negli uomini perduti nei loro falli e nei loro peccati; ma quei peccati si manifestano anche in coloro che dicono di essere credenti, ma si sono sviati dalla verità. Anche il diavolo prima di peccare era puro e santo, e sapete poi com’è diventato.

Ecco cos’ha scritto Paolo, tra l’altro, ai santi della Galazia:

«Or le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, SÈTTE, invidie, ubriachezze, gozzoviglie, e altre simili cose; circa le quali io vi prevengo, come anche v’ho già prevenuti, che quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio.» (Gal. 5:19-21)

Con la parola sètta si individua un insieme di persone che ha lo stesso tipo di credo, ad esempio nella Scrittura vengono chiamate sètta quella dei Farisei e quella dei Sadducei, che hanno le loro caratteristiche peculiari di credenza e messa in pratica della Parola di Dio.

Sono chiamate sètte anche quei gruppi che si dividono dalle Chiese di Gesù Cristo, perché prendono un’altra strada, deviano dalla verità ed iniziano a seguire gli uomini anziché la via di Dio. In questo caso la creazione della sètta che avviene dalla divisione dalla Chiesa di Gesù può avvenire similmente a quanto viene citato dalle sacre Scritture, di cui vi espongo alcuni esempi che provocano divisioni in mezzo alle Chiese:

  • in Corinto la Chiesa si era divisa in partiti, per cose banali e inutili, anziché stare uniti in un medesimo parlare ed in un medesimo sentire ed avere una stessa mente, che deve essere quella di Gesù Cristo, che è l’unico capo della Sua Chiesa; in Corinto si erano creati dei partiti, chi diceva di essere di Apollo, chi diceva di essere di Paolo e chi di Pietro, e c’era chi diceva di essere di Cristo soltanto (cfr. 1Cor. 1:10-13);
  • un altro modo di veder crearsi delle sètte, la possiamo intravedere nelle parole di Pietro quando parla dei falsi Profeti e dei falsi Dottori che si sviano dalla verità, rinnegando il Signore che li ha riscattati, ed iniziano ad insegnare anche eresie di perdizione, e sta scritto che molti seguiranno le loro falsità, quindi si separano dalla Chiesa di Gesù Cristo per seguire quei tali e creare così delle sètte (cfr. 2Pietro 2:1-2);
  • le divisioni ed il settarismo possono essere provocati dai lupi rapaci che entrano dal di fuori dell’ovile del Signore, provocando divisione e distruzione e allontanamento dalla verità da parte di molti membri della Chiesa del Signore; poi ce ne sono anche quelli che, essendo Anziani e guide della Chiesa, si mettono ad insegnare cose perverse, cose malvagie, che sono corrotte dal punto di vista biblico e trarranno dietro a sé molti discepoli, creando così delle sètte (cfr. Atti 20:29-31);
  • anche un Pastore, di nome Diotrefe, di cui ne parla Giovanni nella sua terza epistola, che conduceva una comunità, si è sviato dalla verità e si è spinto fino al punto di trasformare la Chiesa che presiedeva in una vera e propria sètta, isolando i membri da tutto il resto del Corpo universale di Gesù Cristo, tenendoli lontani dagli altri fratelli in Cristo di altre comunità e da altri ministri di Gesù Cristo, cosa che non deve assolutamente avvenire, in quanto l’isolamento è una caratteristica molto negativa per quanto riguarda il fenomeno del settarismo cristiano, perché rende deboli e disagiati coloro che vengono ingannati e portati via per seguire un uomo anziché Gesù Cristo, ed avviene che non riusciranno dopo un po’ di tempo a vivere la propria vita reale correttamente fuori dalla realtà della sètta, diventano dei disagiati e ciò li porta ad obbedire sempre di più al proprio guru, per non essere estromessi e fatti fuori dalla sètta, sapendo che ormai non hanno più una vita da vivere al di fuori della sètta. Del comportamento settario di Diotrefe Giovanni ha scritto queste cose:

«Ho scritto qualcosa alla chiesa; ma Diotrefe che cerca d’avere il primato fra loro, non ci riceve. Perciò, se vengo, io ricorderò le opere che fa, cianciando contro di noi con male parole; e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma a quelli che vorrebbero riceverli impedisce di farlo, e li caccia fuor della chiesa. Diletto non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Iddio.» (3 Giov. 1:9-11)

Nella sètta che creò Diotrefe, si capisce come agiva, egli cercava di ottenere il primato del comando e dell’autorità su tutto e su tutti quelli che erano in quella Chiesa, voleva regnare indisturbato e indiscusso su tutta la comunità, e non voleva che nessuno si intromettesse dal di fuori, non accettava relazioni e dialogo neppure con l’Apostolo Giovanni né con quelli che venivano a questi mandato, e chi non obbediva alla sua volontà veniva espulso dalla Chiesa, della quale ne aveva fatto la sua proprietà particolare. Leggi tutto…

Dio è amore!

26 febbraio 2024

Dio è amore!

L’Apostolo Giovanni ha scritto questo grande avvertimento per i credenti nella sua prima epistola:

«Chi non ama non ha conosciuto Iddio; perché Dio è amore.» (1 Giov. 4:8)

Quindi, essendo che Dio è amore, chi non ha a sua volta amore dentro di sé, è chiaro che, anche se dice con la bocca di aver conosciuto Iddio, anche se parla di Dio e di Gesù, ma non ha amore nel suo cuore, mostra di non appartenergli, e sarà molto difficile credere a ciò che tali persone dicono, perché non manifestano la cosa più importante: l’amore di Dio!

Le opere che tutti fanno, compiono, soprattutto i credenti, manifestano quello che hanno nel cuore, e se ci sono sedicenti ministri, o anche semplici fratelli che dicono di aver conosciuto Iddio e di essere stati da Lui stabiliti come ministri, sapendo che sta scritto che Dio è amore, qualora ce ne sia bisogno, ci si deve domandare come mai quei tali non manifestano nella loro vita, nel loro parlare e nella loro condotta l’amore?

Vorrà dire pur qualcosa se uno non ha buoni sentimenti per il prossimo e per tutta la Chiesa nel suo cuore, ma manifesta solo violenza, aggressività e mal giudizio contro tutti, non vi pare anche a voi che le cose stiano così?

Ora leggete come si è manifestato grandemente l’amore di Dio, addirittura verso tutto il mondo, verso verso i credenti come pure per gli increduli:

«Poiché Iddio ha tanto amato il mondo,

che ha dato il suo unigenito Figliuolo,

affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.» (Giov. 3:16)

Iddio è amore ed ama in maniera che noi non possiamo misurare, in maniera così grande che ha operato in modo da non far perire e dare la vita eterna a coloro che credono in Lui ed in Gesù Cristo. Ed ora leggete, qui di seguito, come si è manifestato l’amore di Dio:

«Poiché io v’ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture» (1 Cor. 15:3-4)

Il nostro Padre Celeste ha dato il suo figlio Gesù Cristo come propiziazione per il peccato del mondo (cfr. 1 Giov. 2:2), lo ha mandato a morire in modo terribile nella croce, e mediante la fede nel suo sacrificio e nello spargimento del suo sangue, si ottiene la salvezza, la vita eterna.

Pertanto, l’Evangelo di Gesù Cristo, che ci ha salvato e salva tutti quelli che hanno fede in esso, è la più grande manifestazione dell’amore di Dio Padre verso il mondo, verso i peccatori, capiamo così che il messaggio dell’Evangelo, come prima cosa che lo definisce, è un messaggio che parla dell’amore di Dio ai peccatori. Ciò è confermato da queste altre parole che sono scritte:

«Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici.» (Giov. 15:13)

Addirittura il Padre ha dato il suo figliolo non quando i peccatori erano già amici, ma quando ancora erano nemici, erano ancora perduti nei loro falli e nei loro peccati. Dunque, Iddio è amore e lo ha grandemente manifestato a tutto il mondo, ha dato una speranza di salvezza agli uomini peccatori, perché Egli è pieno d’amore e di misericordia, come anche l’Apostolo Paolo ha scritto:

«Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quand’eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (egli è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne’ luoghi celesti in Cristo Gesù» (Efes. 2:4-6)

Dio è dunque presentato dalle sacre Scritture come AMORE, perciò non ci dobbiamo meravigliare se si parla molto dell’amore di Dio in esse, perché esso è il sentimento più potente di cui beneficiamo da parte di Dio, e deve essere presente in abbondanza anche in tutti i credenti, non può essere assente, il credente deve essere prima di tutto pieno di misericordia e d’amore, ma se non manifesta quelle cose, come ha detto in principio nel passo dell’epistola di Giovanni, “chi non ama non ha conosciuto Iddio”. Addirittura i santi sono chiamati anche ad amare i propri nemici, non solo coloro che a loro volta li amano.

Voi sapete, cari fratelli, quanto è importante la fede in Dio, ma leggete ora queste parole, e troverete anche qualcos’altro che è ancora più grande ed importante:

«Or dunque queste tre cose durano: fede, speranza, carità; ma la più grande di esse è la carità.» (1 Cor. 13:13),

dunque, bisogna porre attenzione a queste parole, perché sono certo che molti hanno capito bene quanto è importante avere fede e perseverare in essa, perché senza fede è impossibile piacere a Dio (cfr. Ebr. 11:6), ma la cosa più grande di tutte le cose è la carità, è l’amore, ed esso è pure la prima caratteristica del frutto dello Spirito santo, perché quando un peccatore si converte dal regno delle tenebre e viene riscattato e trasportato nel Regno di Gesù Cristo, viene ad abitare dentro di lui lo Spirito santo, e ciò si manifesta da subito con il frutto dello Spirito santo, e come prima cosa vi è la manifestazione del sentimento di amore, infatti è scritto:

«Il frutto dello Spirito, invece, è AMORE, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza; contro tali cose non c’è legge.» (Gal. 5:22-23)

Vedete fratelli? L’amore viene messo al primo posto, dei sentimenti e delle caratteristiche che devono avere coloro che hanno creduto e sono stati rigenerati spiritualmente, sono stati salvati ed hanno lo Spirito che alberga nel loro cuore. Se non si manifesta l’amore come prima cosa, ma si manifesta solo settarismo, aggressività, critica continua, oltraggi verso coloro che non la pensano come loro, delazione, calunnie, malvagità di ogni tipo e menzogna, ed il settarismo ed isolamento da tutto, beh, è chiaro che tali persone non siano da considerare che abbiano conosciuto tanto Iddio, perché sono prive di amore e di misericordia. Leggi tutto…

Un vero discepolo di Gesù Cristo non fa del male alcuno neppure al suo nemico

25 febbraio 2024

Un vero discepolo di Gesù Cristo non fa del male alcuno neppure al suo nemico

I discepoli di Gesù Cristo, che sono coloro che hanno creduto che Gesù di Nazaret è il Cristo di Dio e nell’Evangelo, e sono perciò, per mezzo della fede, figlioli di Dio, si devono riconoscere dai sentimenti e dalla condotta che mettono in essere, essi non si applicano a fare del male alcuno fisicamente, né verbalmente, né in alcun altro modo, prima al loro prossimo, ma neppure ai loro nemici. Gesù non ha fatto male alcuno su questa terra, e così pure devono fare i suoi discepoli per essere simili al loro Maestro.

Ecco cos’ha insegnato Gesù che riportano per iscritto i Vangeli:

«Voi avete udito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente.

Ma io vi dico: Non contrastate al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra; ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti vuol costringere a far seco un miglio, fanne con lui due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle.

Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico.

Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.» (Matteo 5:38-45)

Per quanto vi ho riportato sopra, si comprende che un discepolo di Gesù Cristo che vuole fare la sua volontà, anche se gli viene fatto del male da qualcuno, non cercherà mai di vendicarsi, di ricambiare il tipo di male che gli è stato fatto con altro male, anzi, cercherà di vincere il male con il bene, come anche l’Apostolo Paolo ha scritto di fare:

«Non esser vinto dal male, ma vinci il male col bene.» (Rom. 12:21)

Inoltre, non si può provare nessun sentimento negativo di nessun genere contro nessuno, non si può odiare neppure il proprio nemico, anzi, come abbiamo letto sopra, il dovere dei figlioli di Dio è quello di amare i propri nemici, di volere la loro conversione, la loro salvezza, non la loro distruzione e morte, perciò bisogna desiderare e domandare a Dio in preghiera che si convertano, se mai fosse volontà di Dio che avvenga ciò, anche a beneficio di coloro che perseguitano i figlioli di Dio.

Certo, non sono cose facili, ma è proprio un tale comportamento, se messo in pratica nei dovuti modi, come piace al Signore, segneranno una grande differenza tra coloro che amano veramente Iddio e si dichiarano discepoli e figlioli di Dio, da quelli che, invece, o non sono mai diventati figli di Dio oppure si sono sviati dalla verità e non si stanno conducendo come piace al Signore.

Ogni forma di male e di danneggiamento contro gli altri, siano essi vicini o lontani, anche spiritualmente, nel cristianesimo è bandito, non può essere assolutamente compiuto, compreso il fatto che non si può neppure denunciare un fratello alle autorità pagane, neppure se ha gravemente peccato ed ha fatto del male contro un altro fratello, perché in tal caso si passa a divenire ingiusti, e gli ingiusti non erediteranno la vita eterna (cfr. 1Cor. 6:1-11). Leggi tutto…

Siate imitatori dell’Apostolo Paolo, come lui lo era di Cristo

24 febbraio 2024

Siate imitatori dell’Apostolo Paolo, come lui lo era di Cristo

Paolo, chiamato ad essere Apostolo di Cristo Gesù, per volontà di Dio Padre, scrisse, tra l’altro, queste parole:

«Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo.» (1 Cor. 11:1)

L’Apostolo Paolo ha esortato i santi a cui scrisse le sue epistole ad imitarlo, cioè a prendere lui come modello, ad avere le sue qualità, al fine di seguirne l’esempio pratico e cercando di diventare simili a lui e di fare qualcosa di simile a ciò che faceva.

A sua volta, Paolo prese come modello d’esempio da seguire Gesù Cristo, di conseguenza, se i santi ancora oggi cercano di seguire e di imitare tutto ciò che faceva l’Apostolo Paolo e ciò che sentiva anche nel suo cuore, di fatto stanno seguendo le orme e la vita di Gesù Cristo, che è il nostro duce e perfetto esempio di fede da seguire e da imitare per non sbagliare niente.

Quindi, bisogna studiare bene le cose che scrisse Paolo nelle sue epistole, per sapere ciò che egli ha insegnato, al fine di seguirne, non solo per quanto riguarda l’esempio nelle dottrine insegnate, perché a parole soltanto è facile essere imitatori di Paolo, ma soprattutto in pratica e nel provare nel cuore gli stessi suoi sentimenti, ed in queste ultime cose sono molto pochi quelli ad essere simili all’Apostolo, perciò non è un vanto quello di dire imitare Paolo, facendolo solo a parole e non col cuore ed in pratica, perché per dire di essere veri imitatori di Paolo, è necessario imitarlo in ogni ambito della vita e dei sentimenti, non solo a parole. Ai Farisei moderni, ai ciarlatani, ai cianciatori e seduttori di menti, invece, piace solo all’occasione citare le parole di Paolo, e con questo vanno in giro a dire che stanno imitando Paolo. Lungi da noi l’accettare le chiacchiere dei seduttori di menti!

Vi faccio qualche esempio delle cose che ha scritto il nostro caro fratello Paolo, che sono necessarie imitarle, sono cosa buona seguirne l’esempio:

«Ogni cosa è lecita ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita ma non ogni cosa edifica. Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi l’altrui….

Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.

Non siate d’intoppo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio: sì come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando l’utile mio proprio, ma quello de’ molti, affinché siano salvati.» (1 Cor. 10:23-24, 31-33)

Da tali parole apprendiamo che il credente può fare molte cose, ma ci sono cose che producono nel farle una qualche utilità spirituale, per sé e per altri della Chiesa, mentre ce ne sono molte altre che non edificano e non portano alcun beneficio spirituale né a sé stessi né agli altri, di conseguenza, tali cose vanno riconosciute e, per imitare Paolo, non devono essere messe in pratica, anche se ci vogliono sacrifici e portano sofferenze.

Cari nel Signore, voglio che notiate che dalle parole di Paolo, gli altri membri della Chiesa occupano un posto più importante di sé stesso nella sua vita, infatti egli esorta a cercare il vantaggio e l’utilità principalmente degli altri fratelli, più che il proprio, e ciò assume molta importanza dove il proprio vantaggio va a scontrarsi con il vantaggio degli altri; anche in quel caso, Paolo insegna che bisogna dare la precedenza all’utile e al vantaggio degli altri fratelli. Tali parole ci mostrano che il cuore di Paolo, non solo parole, ma con fatti concreti e disposizione di cuore volto principalmente al bene degli altri e non a coltivare i propri vantaggi ed i propri tesori, era un cuore ALTRUISTA. Questa è una cosa molto importante da individuare, perché segna la differenza tra un vero ministro di Cristo ed uno falso, che è mercenario, che pensa solo ai propri interessi ed incolumità.

Ogni cosa che i credenti fanno, lo devono fare alla gloria di Dio, affinché tutta la gloria vada a Lui soltanto, e non bisogna fare le cose per portare gloria a sé stessi, perché chi pensa solo al proprio vantaggio è un egoista, una persona superba, che non si dà pensiero degli altri, ma pensa solo ad ingrassare il proprio ventre, e di questi personaggi in mezzo alla Chiesa ce ne sono tanti, purtroppo, ed è necessario stare attenti per imparare a riconoscerli e starne molto lontani, per il bene della nostra anima.

C’è da considerare anche questo, che ci sono incarichi e figure ricoperte in mezzo alla Chiesa, come i Ministeri e chi ricopre gli Uffici di Anziano e di Diacono, che sono a loro volta degli esempi del gregge, i componenti della Chiesa sono sospinti in maniera naturale ad essere imitatori del Pastore e degli altri servitori di Dio che conoscono e frequentano. Considerato ciò, è bene che questi tengano conto del fatto che non devono essere d’intoppo per gli increduli e neppure per i credenti; il loro parlare e la loro condotta non deve fare da pietra d’inciampo che fa cadere le anime nell’errore e nell’ipocrisia, ma devono essere un buon esempio in ogni cosa, anche nell’altruismo come lo era Paolo, il quale a sua volta imitava e prese d’esempio Gesù Cristo. Leggi tutto…

Ragionamenti sulla pericolosità delle sette

23 febbraio 2024

Ragionamenti sulla pericolosità delle sette

Cari fratelli e sorelle nel Signore, se volete dire di essere cristiani, dovete per per forza attenervi agli insegnamenti di Gesù Cristo che sono scritti nella Bibbia, e in essa è insegnato che non si deve torcere neppure un capello alle persone, non si deve fare alcuna violenza né fisica né verbale contro nessuno, neppure verso i propri nemici, neppure a quelli che sembrano essere dei posseduti.

Ci si può ritrovare nelle case a pregare e a parlare delle cose di Dio, non è obbligatorio parlare di Dio e pregare solo nei locali di culto, ma tenendo presente sempre che l’insegnamento primario che viene da Gesù Cristo è quello di non fare alcun male a nessuna persona, come appunto è insegnato nella Bibbia, che è la base del credo e del comportamento di ogni cristiano. Chi non si attiene agli insegnamenti fondamentali che sono scritti nella Bibbia e si conduce in modo da fare del male alle persone, qualsiasi tipo di male, non si sta comportando da cristiano, ma da empio e malvagio.

Cari nel Signore, considerate questo, se qualcuno vi incita a fare del male al prossimo, anche solo insultando e dichiarandoli posseduti, sappiate che Gesù e gli apostoli cacciavano i demoni solo con la parola, non hanno mai fatto del male a nessuno, non  hanno mai usato rituali anomali e basati sul provocare danni al corpo delle persone per cacciare i demoni, e così pure devono fare tutti quelli che vogliono seguire gli insegnamenti di Gesù Cristo, in ogni cosa.

Lo sappiamo tutti, sia credenti che non credenti, che esistono molte sette nel mondo ed anche in mezzo agli evangelici, i quali si pongono degli obiettivi più o meno dannosi per gli adepti, e vantaggiosi per il guru che dirige tutto. Molte sette nascono per portare gloria al guru di turno, o per sfruttare economicamente i membri, in tutte le sette, comunque, vengono compiute delle azioni manipolatorie e violente verso i membri, per tenerli in pugno ed annullarne così la propria volontà, e sono pure molto aggressivi e violenti contro quelli che fuoriescono dalla setta, i quali se ne vanno perché hanno capito che le cose come vengono fatte nella setta non vanno bene, hanno solo la parvenza di essere cose cristiane, ma in realtà sono tutt’altro, sono cose malvagie e indegne di Cristo.

Ce ne sono talune di sette che sono particolarmente violente, che non si limitano ad aggressioni verbali che mirano ad ottenere una sottomissione totale dei membri che ne fanno parte, ma agiscono in modo anche violento fisicamente ed in ogni altro modo possibile per fare più male che possono ai malcapitati di turno, come abbiamo potuto vedere dai media che è stato fatto nel paese di Altavilla.

Inoltre, bisogna sapere che il settarismo è qualcosa che uno ha dentro il suo cuore, ed è proprio lì che i fratelli devono sempre puntare ed osservare, perché sono settari pericolosi anche quelli che non riescono a formare una propria setta e ad isolarne i membri, ma con il loro modo di fare e di parlare, sono capaci di provocare gravi danni spirituali alle anime deboli.

Il settarismo è un’opera della carne (cfr. Gal. 5:19-21), ed è principalmente una questione interiore spirituale, che si caratterizza principalmente dal sentirsi superiori e unici possessori delle verità di Dio, tendendo a compiere di tutto per isolare isolare i membri della setta dal resto della Chiesa e dal mondo intero, e molte volte si distraggono i membri facendoli impegnare a combattere contro un nemico creato ad hoc dal guru che li comanda e manipola, così da non pensare ad altro.

Attorno al guru si raccolgono quelli che hanno lo stesso spirito settario, i quali hanno enorme piacere ad essere settari, e non si sentono di vivere in altro modo.

Fratelli nel Signore, mirando ad osservare i sentimenti del cuore dei settari, vi renderete conto che sono gente frustrata e repressa, che presentano dei disagi mentali, non sono in grado di vivere la loro vita normalmente fuori dalla setta, solo dentro di essa si esprimono veramente per quello che sono realmente, ed hanno la necessità che qualcuno, che è il guru, gli dica tutto quello che devono fare  e dire, ed obbediscono in tutto, fanno di tutto per compiacere al loro capo guru, e si autoconvincono pure di fare il bene, anche quando fanno del male al loro prossimo. Gesù dice di non fare male alcuno al prossimo, e neppure ai propri nemici, i settari, invece, cercano di fare tutto il male possibile che possono a chi non amano e ai loro nemici, soprattutto nei confronti di coloro che fuoriescono. Anche quello è un comportamento tipico delle sette più pericolose.

I settari sono pericolosi perché non sono in grado di provare sentimenti normali nel loro cuore, non hanno un cuore secondo Dio, vedono le cose come pare a loro, la realtà per loro è distorta, si fanno un mondo tutto loro, e si creano tutto una loro morale e insegnamento da seguire che è particolare, e chi è fuori da tali regole umane è una persona da denigrare e aggredire in tutti i modi, sono il nemico.

I settari sono prigionieri del maligno nel loro cuore e nella loro mente, ed è per quello che non capiscono e non recepiscono gli ammonimenti, perciò dopo una seconda ed una terza ammonizione, bisogna lasciarli stare a loro stessi, non bisogna avere nulla a che fare con loro, è tempo perso parlare con loro, non c’è da intendersi, sono divenuti stolti e pericolosi per gli altri. Leggi tutto…

Esorcismi vani e pericolosi e come si cacciano i demoni secondo le sacre Scritture

23 febbraio 2024

Esorcismi vani e pericolosi e come si cacciano i demoni secondo le sacre Scritture

Nel Vangelo di Marco stanno scritte anche queste parole:

«Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio cacceranno i demonî;…» (Marco 16:17)

Quindi, una caratteristica, un frutto che si deve manifestare in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo è rappresentato dal cacciare gli spiriti maligni. Voglio che notiate, però, che sta scritto che solo coloro che hanno creduto cacceranno i demoni, perché essi hanno nel loro cuore lo Spirito santo, e solo chi ha lo Spirito santo può cacciare i demoni, perché nel nome di Gesù Cristo e per mezzo dello Spirito santo si ha l’autorità di farlo, ma bisogna avere fede in Dio, essere sicuri di quello che si fa, se non si è certi e si hanno dei dubbi, bisogna lasciare stare, non è roba che debbano fare coloro che dubitano, come pure non è roba che possano fare i mariani cattolici, o altri tipi di religiosi che non hanno creduto che Gesù è il Cristo di Dio, perché questi tali non hanno lo Spirito d Dio dentro di loro, perciò non possono cacciare nessuno spirito maligno.

Nel mondo, purtroppo, ci sono molti di quelli che si dichiarano esorcisti, che affermano di cacciare gli spiriti maligni e di allontanarli, servendosi di certe pratiche, cerimonie e rituali di ogni tipo, ritenuti magici; ma non funzionano realmente, se non sono da Dio, come ci dice la Scrittura a riguardo di certi ebrei che girovagavano, che pretendevano di esorcizzare i posseduti, ma erano solamente degli impostori, dico, se non sono da Dio e non hanno lo Spirito di Dio non sono in grado di cacciare un bel niente, come ci dimostra Luca con queste parole del suo scritto sui fatti apostolici:

«E Iddio faceva de’ miracoli straordinari per le mani di Paolo; al punto che si portavano sui malati degli asciugatoi e de’ grembiuli che erano stati sul suo corpo, e le malattie si partivano da loro, e gli spiriti maligni se ne uscivano. Or alcuni degli esorcisti giudei che andavano attorno, tentarono anch’essi d’invocare il nome del Signor Gesù su quelli che aveano degli spiriti maligni, dicendo: Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo predica. E quelli che facevan questo, eran sette figliuoli di un certo Sceva, Giudeo, capo sacerdote. E lo spirito maligno, rispondendo, disse loro: Gesù, lo conosco, e Paolo so chi è; ma voi chi siete? E l’uomo che avea lo spirito maligno si avventò su due di loro; li sopraffece, e fe’ loro tal violenza, che se ne fuggirono da quella casa, nudi e feriti. E questo venne a notizia di tutti, Giudei e Greci, che abitavano in Efeso; e tutti furon presi da spavento, e il nome del Signor Gesù era magnificato.» (Atti 19:11-17)

Ci sono degli impostori che ancora oggi si mettono a fare ciò che fecero quegli esorcisti ebrei, provocando gravi danni a sé stessi e agli altri, perché non hanno l’autorità né lo Spirito santo e neppure il discernimento spirituale per capire chi sono quelli realmente posseduti da liberare, e attraverso rituali e cerimonie varie che non sono da Dio, si mettono a fare qualcosa che non gli è dato di fare, e provocano solo danni, e talvolta sono molto gravi.

Non si deve fare del male a nessun uomo o donna, in nessuna maniera e per nessuna ragione, se uno dice di aver ricevuto l’autorità di cacciare i demoni ed ha lo Spirito santo, deve farlo esattamente come lo fece Gesù, usando la parola e basta, non ci sono rituali e cerimonie da fare, è solo una questione di fede in Dio e della potenza dello Spirito santo che interviene per cacciare i demoni, tutto fatto nel nome di Gesù Cristo, come ci spiega la Scrittura:

«E Gesù, veggendo che la moltitudine concorreva a calca, sgridò lo spirito immondo, dicendogli: Spirito mutolo e sordo, esci fuori di lui (io tel comando), e giammai più non entrare in lui. E il demonio, gridando, e straziandolo forte, uscì fuori; e il fanciullo divenne come morto; talchè molti dicevano: Egli è morto. Ma Gesù, presolo per la mano, lo levò, ed egli si rizzò in piè. E quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli lo domandarono in disparte: Perchè non abbiam noi potuto cacciarlo? Ed egli disse loro: Questa generazion di demoni non esce per alcun altro modo, che per orazione, e per digiuno.» (Marco 9:25-29 – Diodati)

E ciò può avvenire anche a distanza, non è necessario essere presenti e davanti al posseduto, come ci insegnano queste altre parole di Marco:

«Poi, partitosi di là, se ne andò verso i confini di Tiro. Ed entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse; ma non poté restar nascosto, ché anzi, subito, una donna la cui figliuolina aveva uno spirito immondo, avendo udito parlar di lui, venne e gli si gettò ai piedi. Quella donna era pagana, di nazione sirofenicia; e lo pregava di cacciare il demonio dalla sua figliuola. Ma Gesù le disse: Lascia che prima siano saziati i figliuoli; ché non è bene prendere il pan dei figliuoli per buttarlo a’ cagnolini. Ma ella gli rispose: Dici bene, Signore; e i cagnolini, sotto la tavola, mangiano de’ minuzzoli dei figliuoli. E Gesù le disse: Per cotesta parola, va’; il demonio è uscito dalla tua figliuola. E la donna, tornata a casa sua, trovò la figliuolina coricata sul letto e il demonio uscito di lei.» (Marco 7:24-30)

I demoni si devono cacciare nel nome di Gesù Cristo, solo per l’aiuto dello Spirito santo, come ha insegnato Gesù, tutto il resto sono ciance e imposture da cui bisogna guardarsi. Il Signore quando lo accusavano di cacciare i demoni per l’aiuto di Satana, ha spiegato per l’aiuto di chi Lui li cacciava realmente i demoni:

«E se Satana caccia Satana, egli è diviso contro se stesso; come dunque potrà sussistere il suo regno? E se io caccio i demonî per l’aiuto di Beelzebub, per l’aiuto di chi li cacciano i vostri figliuoli? Per questo, essi stessi saranno i vostri giudici. Ma se è per l’aiuto dello Spirito di Dio che io caccio i demonî, è dunque pervenuto fino a voi il regno di Dio.» (Matteo 12:26-28)

Quindi, cari fratelli e sorelle nel Signore, vi esorto vivamente a guardarvi dagli impostori che parlano di cacciare i demoni e si mettono ad imbastire rituali e cerimoniali vari, perché non sono da Dio, i demoni si cacciano senza fare alcun male alle persone, quando si ha l’autorità e la potenza dello Spirito santo per poterlo fare, basta comandare con autorità ai demoni e nel nome di Gesù Cristo tali spiriti immondi escono dalle persone possedute. Leggi tutto…

Le caratteristiche che si possono riscontrare in una setta

22 febbraio 2024

Le caratteristiche che si possono riscontrare in una setta

In questi giorni si parla tanto di sette e della loro pericolosità, e posso dirvi con certezza che le sette sono veramente tante e molte sono proprio in mezzo alla Chiesa di Gesù Cristo, solo che non tutte sono pericolose per la vita delle persone, ma per la salute mentale e spirituale, sì, sono tutte pericolose e chi ne fa parte ne pagherà le conseguenze di certo.

Leggendo in giro per i social ho catturato queste caratteristiche che individuano una setta, più o meno pericolosa, ma sempre di setta si tratta, perciò ve le espongo affinché stiate attenti e vi guardiate da tutto ciò che assomiglia ad una setta pericolosa, per il bene dell’anima vostra.

  1. La setta ha un leader, un guru, che esige obbedienza assoluta dai suoi adepti, e guai a loro se dubitano delle parole del guru o provano anche soltanto a contraddirlo.
  2. Il guru si dichiara un uomo speciale mandato da Dio e di avere una particolare chiamata che gli altri non hanno, che a chiacchiere dice di avere ricevuto da Dio, e non esita a raccontare delle fandonie per farsi credere, di tipo mistico-spirituale, perciò non si ritengono uguali agli altri, ed è per quello che si sentono superiori a tutti e vogliono essere trattati da persona superiore agli altri. La superbia li cinge tutt’attorno, e la si vede manifestarsi chiaramente quando lo contraddici e non sei d’accordo con ciò che pensa o dice.
  3. Il guru della setta dichiara che solo lui insegna la verità dell’Evangelo e della Bibbia, e cerca di inculcare nella mente dei suoi seguaci che coloro che lo lasciano è come se rinnegassero Cristo, e saranno maledetti da Dio e non potranno mai essere salvati. Questo è tipico di tutte le sette, al di fuori di loro non c’è salvezza, e lo abbiamo certamente sentito da tanti, da certi gruppi religiosi che sia impensabile che siano una setta, eppure lo sono.
  4. Siccome il guru si è separato dalla vita del mondo, ma non con il cuore, ma solo con il corpo, e le cose che gli interessano del mondo, come il denaro per esempio e le concupiscenze carnali, se le tiene e le pratica, e non si vergogna di dire che è benedetto da Dio chi è pieno di soldi. Il guri inculca ai suoi seguaci che devono separarsi dal mondo, li isola dagli affetti familiari e da tutto il mondo, rendendoli così dei disadattati e disagiati com’è lui, per far sì che dipendano esclusivamente dal guru per ogni cosa e non abbiano più nessun altro a cui rivolgersi. Gesù non ha insegnato ad isolarsi dal mondo, ma ha insegnato che bisogna stare in mezzo al mondo, ma i suoi discepoli non devono comportarsi come fa il mondo, per essere luce in mezzo al mondo (cfr. Giov. 17:15; Matteo 5:14).
  5. Il guru che si è isolato tende ad isolare chi lo segue, li fa sentire di far parte di una élite, di persone speciali che sono state scelte da Dio, li fa sentire unici ad essere santi e graditi a Dio, ed è per tale ragione che sono oggetto di persecuzione da parte di persone che stanno fuori dalla setta (le sette soffrono di mania di persecuzione, ma non esitano per niente a fare tutto il male possibile a coloro che escono dalla setta).
  6. Il guru decide per tutti, dice lui quali devono essere le regole che tutti devono seguire, e di volta in volta è il guru che dice a tutti cosa devono credere, pensare e dire, a seconda della propria convenienza e dei desideri del proprio ventre. Ad esempio, quando era povero parlava contro i ricchi, ma ora che è ricco lui a sua volta, parla male dei poveri facendoli passare da persone maledette da Dio.
  7. Il guru mantiene il controllo sugli adepti usando forme di manipolazione mentale, ricordando sempre ai settari che solo rimanendo attaccati a lui riceveranno la ricompensa che Dio ha promesso.

Cari nel Signore, dopo avervi esposto brevemente tali caratteristiche particolari che caratterizzano una setta, ora, per farvi capire se siete oppure no manipolati in quel gruppo che frequentate, basta che verifichiate sei il vostro comportamento corrisponde a questo: se il guru non ti dicesse che devi fare questo o quest’altro, e tu sai che non lo faresti di tua spontanea volontà, se lui non ti dicesse di fare così e così, e tu lo fai, anziché seguire il tuo cuore segui i dettami del guru, allora sappiate che per certo siete dei manipolati dal guru.

Cari nel Signore, badate dunque a non farvi manipolare da nessuno e che nessuno vi seduca con vani ragionamenti.

L’amor mio è con tutti voi in Cristo Gesù.

Giuseppe Piredda

 

È un dovere quotidiano di ogni cristiano studiare le sacre Scritture, per poi mettere in pratica ciò che si è imparato

22 febbraio 2024

È un dovere quotidiano di ogni cristiano studiare le sacre Scritture, per poi mettere in pratica ciò che si è imparato

L’Apostolo Paolo ha esortato i santi di Colosse ad applicarsi a studiare la Parola di Dio con queste parole che ha scritto loro:

«La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente» (Colos. 3:16)

Con quelle parole Paolo esortava i santi ad abbondare riccamente della Parola di Dio nel proprio cuore, e per fare ciò, è chiaro che bisogna studiare le sacre Scritture, leggerle con costanza e con impegno, e nel contempo chiedendo a Dio in preghiera di donare l’intendimento della verità e di capire ciò che sta scritto secondo il senso delle cose di Dio e non secondo il senso delle cose degli uomini. È molto importante aggiungere la preghiera allo studio della Parola, chiedendo anche a Dio di rimanere umili, troppe sono le vittime tra i santi che si sono inorgogliti e sono stati vinti dalla superbia.

Il crescere nella conoscenza della verità della Parola di Dio porta grandi benefici nell’animo del credente, la prima cosa che fa è che lo rende libero, come ci ha fatto sapere Gesù:

«Gesù allora prese a dire a que’ Giudei che aveano creduto in lui: Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi.» (Giov. 8:31-32)

Infatti, con la conoscenza delle verità della Parola di Dio si viene liberati dal peccato, dai comportamenti sbagliati che ci impediscono di avere comunione con Dio, cose che legano gli uomini di cui bisogna liberarsi; poi la Parola libera dai pregiudizi, dalle false convinzioni che ci sono state inculcate, oltre che dalle superstizioni, cioè da tutte quelle dicerie che, se credute, ti obbligano a tenere determinati comportamenti che non hanno alcun senso secondo la Scrittura.

Chi conosce la verità che sta scritta nella Parola di Dio, è più difficile che venga ingannato dalle false dottrine e dalle dicerie varie, non influiscono su chi ha conoscenza della verità tutti quei venti malvagi e bugiardi che spirano di continuo in mezzo alla Chiesa e fanno cadere molti nella menzogna e nella falsità. Leggi tutto…

Una parola agli atei

21 febbraio 2024

Una parola agli atei

Nel libro della Genesi è scritto.

«Nel principio Iddio creò i cieli e la terra.» (Genesi 1:1)

Nell’epistola agli Ebrei stanno scritte queste parole:

«Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.» (Ebrei 11:3)

Noi cristiani crediamo in tutto quello che è scritto nella Bibbia, dalla Genesi all’Apocalisse, a tutti i libri che sono canonici, noi crediamo persino che Dio dal nulla ha creato ogni cosa.
Non siamo creduloni, non crediamo alle fiabe e invenzioni varie che si sono inventati GLI ATEI solo per andare contro Dio, infatti gli atei, per contraddire la verità devono credere per forza a queste cose:
  • Dal nulla è venuto il tutto.
  • Da ciò che non ha vita è venuta la vita sulla terra.
  • Dal caos è venuto l’ordine.
Bisogna essere CREDULONI, come lo sono gli atei, per CREDERE ritenendo vere tali cose, che la stessa scienza dà per certo che non possono mai avvenire.
I cristiani sono credenti in Dio, gli atei sono creduloni.
Io preferisco di gran lunga credere in Dio e in tutta la Parola di Dio, preferisco credere a Dio che ha creato ogni cosa che credere nel NULLA che ha creato ogni cosa.
Giuseppe Piredda

Non si deve essere frettolosi nel giudicare qualcuno accusandolo di essere posseduto

21 febbraio 2024

Non si deve essere frettolosi nel giudicare qualcuno accusandolo di essere posseduto

Gesù era nel Tempio che parlava ai Giudei e li accusava di essere progenie del diavolo, perché la Sua Parola non penetrava nei loro cuori, ed essi cercavano di ucciderlo.

Gesù li esortava a credere in Lui, ma essi non volevano credere e gli diedero addosso per insultarlo, e lo fecero anche con queste parole:

«I Giudei risposero e gli dissero: Non diciam noi bene che sei un Samaritano e che hai un demonio?» (Giov. 8:48)

I Samaritani erano molto disprezzati dai Giudei, perciò non avevano nessuna relazione con loro, e chiamando Gesù Samaritano lo hanno voluto offendere, Gesù non era per niente Samaritano. Quindi, anche se la parola “Samaritano” di per sé non è un insulto, non è una parola offensiva, ma i Giudei la usarono contro Gesù per disprezzarlo ed oltraggiarlo. Ciò che conta davanti a Dio è il motivo per cui si dicono le parole, come in quel caso, i Giudei lo hanno dunque calunniato ed insultato chiamandolo in quel modo.

Inoltre, non essendo contenti, quei Giudei vollero offendere Gesù ancor di più e disprezzarlo anche accusandolo di avere un demonio; ma Gesù era ed è il Figliolo dell’Iddio vivente e vero, ed i demoni li cacciava dalle persone, per mezzo dell’aiuto dello Spirito santo.

La prima cosa che si può notare a proposito della falsità di quest’ultima accusa, è il fatto che i Giudei accusarono Gesù di essere posseduto, ma loro non cacciavano nessuno spirito immondo da nessuno. Questa osservazione è importante da considerare, perché ancora oggi, se ci sono persone che accusano altre di essere posseduti, bisogna vedere se gli accusatori li cacciano i demoni, perché se non li cacciano, non hanno la potenza dello Spirito santo che li sostiene, quindi probabilmente usano le accuse contro i loro nemici, come fecero i Giudei con Gesù, tacciandoli di essere posseduti, quando in realtà non lo sono.

In un’altra occasione, accusarono Gesù di cacciare i demoni per l’aiuto di Belzebù, che è il diavolo (cfr. Matt. 12:24). In quel caso il Signore li ammonì severamente, perché avevano commesso il peccato imperdonabile della bestemmia contro lo Spirito santo (cfr. Matt. 12:31-32).

Purtroppo, anche in mezzo alla Chiesa ci sono di quelli che nel loro cuore sono malvagi, non possono trattenersi da dire cose cattive, infatti l’albero cattivo fa frutti cattivi e non è possibile che faccia buoni frutti. Dall’abbondanza del cuore la bocca parla (cfr. Matt. 12:34), quindi quei Giudei hanno cercato in tutti i modi di accusare Gesù di qualcosa, lo hanno insultato chiamandolo Samaritano, quando invece non lo era, e lo hanno persino accusato di essere posseduto e di cacciare i demoni per l’aiuto del diavolo, per screditarlo, affinché le folle non lo seguissero e non fossero ammaestrate da Lui. Gli scribi ed i Farisei si rodevano dentro dall’invidia contro Gesù, perché le folle lo stavano ad ascoltare.

Cari nel Signore, ho voluto spingervi a riflettere su quelle  false accuse mosse contro a Gesù, affinché voi stiate attenti a non essere compagni dei malvagi Giudei e Farisei, e non vi sediate nel banco degli accusatori facili e malvagi che giudicano troppo facilmente un fratello di essere posseduto, perché l’accusa falsa poi risulta essere una cosa molto grave davanti a Dio, fate dunque molta attenzione a quello che dite, giudicate sempre con giusto giudizio. Se dite di qualcuno che è posseduto, o volete farlo intendere, voi lo dovete provare con certezza, non deve esserci nessuna ombra di dubbio; se non ne siete certi, se non si manifestano i segni e le prove manifeste che uno è posseduto, perché lo dovete accusare di esserlo? Non state facendo in tal modo l’opera malvagia che fecero i Giudei contro Gesù? Sì, vi dico che voi se fate in quella maniera come i Giudei, siete da considerare malvagi come loro. Leggi tutto…

La Buona Strada

Blog di Giuseppe Piredda, cristiano evangelico pentecostale trinitariano fondamentalista

No Temas Sino Habla

Entonces él Señor dijo de noche en visión á Pablo: No temas, sino habla, y no calles: Porque yo estoy contigo, y ninguno te podrá hacer mal (Hechos 18:9-10)

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Listen to the sound of the sword

«Stand in the ways and see, and ask for the old paths, where the good way is, and walk in it» (Jeremiah 6:16)

Sana Dottrina

Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d'udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole.(2Timoteo 4:3-4)

He who has ears let him hear

A voice crying in the wilderness