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Fratello, bada di non naufragare quanto alla fede

6 Maggio 2024

Fratello, bada di non naufragare quanto alla fede

I Credenti, o pure tutta una Chiesa locale, possono raffigurarsi come se fossero una barca, ed il mare rappresenta la vastità del mondo, con le cose nascoste che non si vedono che sono celate nei suoi abissi, che a volte si agita e riempie la barca d’acqua, per farla affondare; quindi, se la barca (che è figura della Chiesa) si riempie dell’acqua di mare (le cose contaminate del mondo entrano nella Chiesa) fa inevitabilmente naufragio, affonda, non arriva alla sua destinazione che è il porto della Nuova Gerusalemme Celeste. Bisogna sapere che, se nella Chiesa le cose malvage del mondo PENETRANO pesantemente in essa, nei suoi ministri e conduttori specialmente, ad esempio come la superbia della vita e la concupiscenza della carne e degli occhi, PENETRANDO nei credenti, il cuore si riempie di cose immonde che pesano nella loro coscienza ed impedisce loro di svolgere coscienziosamente e di buona volontà i propri compiti e doveri di cristiano e di ministro; il peccato e le cose del mondo fanno perdere gli equilibri interiori e l’autocontrollo, perciò coloro che si fanno vincere e avviluppare di nuovo dai peccati del mondo, finiscono per naufragare quanto alla fede, il fallimento è certo, non si arriva alla destinazione sperata, non erediteranno il Regno di Dio (cfr. 1Cor. 6:9-10; 1Tim. 1:19).

Qualcuno potrebbe pensare che, visto i pericoli che provengono dal mondo, si potrebbe isolare dal mondo, ma ciò non è conforme alla volontà di Dio, perché Gesù fece questa preghiera al Padre:

«Io non ti prego che tu li tolga dal mondo,

ma che tu li preservi dal maligno.» (Giov. 17:15)

Quindi, i credenti, che sono la luce del mondo ed il sale della terra, devono per forza stare in mezzo al mondo che giace nel maligno, per illuminarlo, deve perciò dare al mondo, e da esso non deve prendere nulla, perché con le sue falsità e la sua malvagità non deve PENETRARE NELLA CHIESA, non deve PENETRARE nel cuore dei CREDENTI, altrimenti affondano di bel nuovo nel peccato e nella malvagità, e la Parola seminata in loro non porta frutto, viene soffocata, affoga e non serve a nulla tutto il percorso già fatto, se la barca affonda, se il cuore è infruttuoso, conta solo il fatto che non si arriva a destinazione (cfr. Ez. 18:24).

Gesù ha insegnato, tra l’altro, queste cose attraverso la parabola del seminatore:

«Ed altri sono quelli che ricevono la semenza fra le spine; cioè coloro che hanno udita la Parola;

poi le CURE MONDANE e l’INGANNO DELLE RICCHEZZE e le CUPIDIGIE DELLE ALTRE COSE, PENETRATI in loro, affogano la Parola, e così riesce infruttuosa» (Marco 4:18-19).

Cure mondane. Ogni giorno anche i credenti, come pure quelli del mondo, sono indaffarati nel lavoro per potersi guadagnare il cibo e le altre cose necessarie e a compiere tante altre cose, sia le donne che gli uomini, e può avvenire che molte delle cose che si fanno non piacciono al Signore, non sono utili per il Regno di Dio, dedicando pochissimo tempo ogni giorno per pregare Iddio, leggere le Scritture e andare a trovare i fratelli e le sorelle, per condividere con insieme la fede comune. Taluni lavorano talmente tanto tempo che guadagnano molto di più di quanto gli necessita, ma non si danno pensiero di crescere spiritualmente, e neppure considerano che il di più lo dovrebbero dedicare ai poveri che non hanno nulla, ma tesoreggiano in vista solo per sé stessi. Altri ancora si creano tanti problemi del come si devono vestire e cosa mangiare, si fanno pure prendere dall’ansietà di ciò che accadrà il domani, non stanno bene interiormente se le cose non vanno come pianificano, non dormono la notte; quei tali dimenticano volontariamente che sta scritto che sono quelli del mondo che riguardano a tali cose e le ricercano, noi credenti dobbiamo essere semplici e non farci vincere da nessuna ansietà della vita, si deve essere certi che sarà il Signore a provvedere ogni cosa necessaria in ogni circostanza e ad ogni età; ciò lo devono considerare e dare l’esempio soprattutto coloro che Iddio ha veramente stabilito come ministri dell’Evangelo, ed è una cosa vergognosa vedere un sedicente ministro di Dio che accumula il denaro delle offerte dei santi, che si sono tolti il pane dalla bocca per donare a quel tale ministro, quando questi li usa, non per vivere, ma per fare tesoro ed ingrossare i propri conti per il futuro incerto. Ma se uno è un ministro di Dio per davvero, come può anche solo pensare o far pensare gli altri che Dio si dimentichi dei suoi servi quando sono tardi d’età? La maggior parte dei problemi si spiegano sempre con la mancanza di fede, quando in un credente non c’è fede, si comporta di conseguenza, e nella sua condotta ci saranno sempre delle ombre peggiori persino di quelli del mondo. Molti sono i credenti nati di nuovo che cercano molte scuse pur di non assolvere prima di tutto ai loro doveri di cristiano, si fanno prendere dalle cure mondane, dalle cose di questo mondo, dall’ansietà della vita, e ad esse si dedicano totalmente, trascurando la preghiera, lo studio della Parola di Dio e la comunione fraterna, oltre che l’Evangelizzazione. Molte delle cure mondane sono anche lecite da compiere, tuttavia non tutte sono utili per l’edificazione e la crescita spirituale, come il lavorare, ma bisogna tenere conto che c’è un limite, se dipende dal credente, questi deve dare un fermo alla quantità di ore di lavoro, per lasciare anche del tempo da dedicare per crescere spiritualmente e migliorarsi ogni giorno (cfr. Luca 10:41, 12:17-21, 29-30, 14:18-20, 21:34; Filipp. 4.6; 2Tim. 4:10).

Inganno delle ricchezze. Un’altra cosa che fa molte vittime tra i credenti è l’amore del denaro, le ricchezze che ingannano tutte le persone, penetrando in loro e facendo crescere la loro cupidigia del nel voler arricchire, nel disporre di tutto ciò che si necessita in qualunque momento, per evitare di trovarsi nel bisogno. Coloro che sono nel bisogno sono quelli che più degli altri pregano Iddio affinché gli provveda il necessario. Agur, riportato da Salomone, faceva questa preghiera, che è bene che sia considerata da tutti i credenti. “Io t’ho chiesto due cose: non me le rifiutare, prima ch’io muoia: allontana da me vanità e parola mendace; non mi dare né povertà né ricchezze, cibami del pane che m’è necessario, ond’io, essendo sazio, non giunga a rinnegarti, e a dire: ‘Chi è l’Eterno?’ ovvero, diventato povero, non rubi, e profani il nome del mio Dio.” (Prov. 30:7-9). Tale bramosia del voler arricchire, quindi, può giungere fino a dominare nei cuori anche dei credenti, e purtroppo anche dei ministri di Dio, e li spinge a dedicare la loro fatica e la loro opera soprattutto per guadagnare denaro ed arricchirsi, a stare nell’abbondanza. Vinti dalla concupiscenza, dalla bramosia e dall’amore del denaro, persino quelli che non hanno eredi e alla fine non si sa chi si prenderà tutto, agiscono in quel modo, sono vinti e non ne possono fare a meno, l’amore del denaro è più forte di loro. Perciò, amare il denaro è peccato, ed oltre a ciò, certi comportamenti di certuni sono completamente insensati, e per giustificarli fanno dei vani ragionamenti. A proposito del voler arricchire, l’Apostolo Paolo ha scritto queste parole al giovane Timoteo quelli che vogliono arricchire cadono in tentazione, in laccio, e in molte insensate e funeste concupiscenze, che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione. Poiché l’amor del danaro è radice d’ogni sorta di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si son trafitti di molti dolori(1 Tim. 6:9-10). Quando si manifesta il cuore di certi sedicenti ministri e si vede chiaramente che amano il denaro e si affaticano per arricchirsi, è una vista orribile spiritualmente parlando, la loro fede è chiaramente venuta meno, l’amore del denaro e delle ricchezze è penetrato in loro portando devastazione e morte spirituale, e tutti se ne accorgono, tranne gli interessati, che difendono il loro modo di vivere a tutti i costi, anche facendo uso di quelle parti della Bibbia citate dai predicatori della prosperità economica, che un tempo confutavano. Come ha detto Paolo nel passo sopra riportato, l’amore del denaro è la radice di ogni sorta di mali, e quando uno si fa vincere da quella concupiscenza, è in grado di compiere qualsiasi malefatta, si sviano dalla verità e si trafiggono di molti dolori, e la loro barca affonda nella distruzione e nella perdizione. Quando si fa naufragio quanto alla fede e non si ha più una buona coscienza, ciò che appare di quei cuori diventati malvagi è uno spettacolo vergognoso, pieno di tenebre e indegno del nome di Gesù Cristo, tanto più se sono sedicenti ministri di Dio a cadere nell’idolatria dell’amore del denaro (cfr. Prov. 23:5; Eccl. 4:8, 5:10-16; 1Tim. 6:17).

Cupidigie delle altre cose. Oltre alla cupidigia del denaro e del voler diventare ricchi, ci sono anche altre concupiscenze carnali che spingono dal mondo verso la Chiesa per penetrare nei cuori dei credenti e farli naufragare, spingendoli a comportarsi come si comportano i pagani del mondo che non conoscono Iddio; ad esempio ci sono credenti che si lasciano andare ad ubriacarsi, magari ad un matrimonio, ad una festa, gozzovigliano e non si pongono un freno nel mangiare, addirittura si fanno prendere da spiriti d’idolatria, non rinunciano alla comunione coi demoni nel mangiare cose sacrificate agli idoli, ed altre cose ancora, ricominciano come prima di convertirsi ad amare il mondo ed a fare tutto ciò che fa il mondo, che riguarda la superbia della vita, la concupiscenza della carne e degli occhi (cfr. 1Pietro 4:2-3; 1Giov. 2:15-17).

Cari nel Signore, vi ho fatto solo alcuni esempi delle cose che soffocano la Parola di Dio che è stata un tempo seminata nei cuori di taluni, ed una volta penetrate in essi, possono spingere l’infelice vittima a naufragare quanto alla fede, prima s’inizia con il produrre meno frutti buoni, fino a diventarne completamente privi, diventando alberi infruttiferi, poi inevitabilmente si naufraga quanto alla fede, e si diventa alberi cattivi perché si producono frutti cattivi, e la fede fallisce, non arriva a compimento, non porta frutto, perciò diventa una fede morta (cfr. Giac. 2:17, 26).

Cari fratelli e sorelle nel Signore, pertanto, considerando bene tutte le cose che vi ho esposto sopra, soprattutto i passi della Scrittura che vi ho riportato e citati, fate molta attenzione, badate bene a non far penetrare le cose del mondo dentro di voi, nel vostro cuore, perché esse vi uccideranno spiritualmente, piuttosto badate con cura a mettere in pratica tutto ciò che è gradito a Dio, affinché giungiate a diventare credenti maturi spiritualmente e portiate frutto in abbondanza ed il frutto sia permanente, e la vostra barca nel mare del mondo non affondi, riempiendosi d’acqua.

Diletti e fedeli nel Signore, il mio desiderio e la mia richiesta a Dio per voi è che Dio vi protegga da ogni male e vi faccia perseverare nella fede sino alla fine; badate dunque a come ascoltate e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda

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