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Dopo la morte del corpo, sia l’anima dei salvati che quella dei perduti continuano ad essere coscienti

12 giugno 2024

Dopo la morte del corpo, sia l’anima dei salvati che quella dei perduti continuano ad essere coscienti

Tra le prime cose che sono scritte nella Bibbia è che l’intero essere di un uomo è stato creato da Dio in tre parti distinte l’una dall’altra, da un corpo materiale che vediamo, da uno spirito che dà vita al corpo e da un’anima, secondo quanto è scritto:

«E l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente.» (Gen. 2:7)

Che l’intero essere dell’uomo è formato da tre parti, lo conferma anche l’Apostolo Paolo in diversi passi della Scritture, tra i quali ha scritto questo:

«Or l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima ed il corpo, sia conservato irreprensibile, per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo.» (1 Tess. 5:23)

A riguardo del corpo possiamo dire che esso quando muore è completamente privo di vita, marcisce e viene seppellito.

Altra cosa è quello che succede all’anima, essa con la morte del corpo non cessa di essere cosciente, ma esce da esso e può andare in uno dei due luoghi soltanto, che uno è l’Ades, definito anche ‘inferno’, dove viene tormentata giorno e notte dalle fiamme, e ciò lo insegna chiaramente Gesù con il racconto del ricco e di Lazzaro:

«Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo;

morì anche il ricco, e fu seppellito.

E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò:

Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma.

Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato.» (Luca 16:22-25)

Quel racconto è un fatto realmente accaduto, ed è falso ciò che dicono taluni che è una parabola e le cose vanno intese con significati spirituali, perché in quel racconto non c’è niente che possa far pensare a coloro che hanno una buona coscienza e intendimento da Dio, che sia una parabola. Quindi, va presa così, letteralmente come i fatti sono scritti, e sta scritto appunto che le anime, di coloro il cui corpo muore viene seppellito, ma non smettono di essere coscienti e si avvedono chiaramente del luogo in cui si trovano, delle sofferenze che patiscono se sono all’inferno, e mantengono pure memoria del loro passato (cfr. Luca 16:27-28).

Ora, in riferimento al secondo luogo dove può andare a finire l’anima, c’è da fare una specificazione, fino alla resurrezione di Gesù, il paradiso di Dio era anch’esso al centro della terra nell’Ades, chiamato seno di Abramo, ed era separato dal luogo di tormento come si legge nel racconto del ricco e di Lazzaro. È avvenuto che alla resurrezione di Gesù, tutte le anime che erano nel seno di Abramo sono stati liberati da quel luogo dov’erano e sono stati portati in cielo (cfr. Efes. 4:7-10), e da quel momento in poi, tutte le anime dei giusti sono vanno in cielo, insieme alle altre.

Anche in cielo, le anime sono ben coscienti di dove si trovano, intendono e parlano, secondo quanto è scritto:

«E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?» (Apoc. 6:9-10)

«Dopo queste cose vidi, ed ecco una gran folla che nessun uomo poteva noverare, di tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue, che stava in piè davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano. E gridavano con gran voce dicendo: La salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono, ed all’Agnello.

E uno degli anziani mi rivolse la parola dicendomi: Questi che son vestiti di vesti bianche chi son dessi, e donde son venuti? Io gli risposi: Signor mio, tu lo sai. Ed egli mi disse: Essi son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Perciò son davanti al trono di Dio, e gli servono giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda.» Apocalisse 7:9-10, 13-15)

Le cose da dire a proposito dell’anima dell’uomo sono ancora molte, ma vi ho parlato brevemente e citato solo alcuni pochi passaggi biblici, affinché abbiate qualcosa su cui riflettere e pregare Iddio che vi dia d’intendere la verità di ciò che sta scritto, perché ho compreso che coloro a cui Iddio non dà di intendere la verità, gli puoi citare tutta la Bibbia, non la intendono per niente, perché non gli è dato. Chi non ha orecchie per intendere, non intende, e basta.

Dunque, cari nel Signore, oltre che leggere ciò che sta scritto a riguardo dell’anima dell’uomo e dell’intero suo essere che è composto da corpo, anima e spirito, dedicate anche del tempo sufficiente e non marginale per pregare Iddio che vi dia d’intendere la verità.

Diletti e fedeli nel Signore, dovete guardarvi da coloro che insegnano eresie e cose false di ogni genere, e guardatevi da coloro che non credono che l’anima da quando viene creata è sempre cosciente e sarà tormentata giorno e notte se è perduta, e finirà per un certo tempo all’inferno, poi sarà gettata nello stagno di fuoco e di zolfo per l’eternità. A tal proposito, vi faccio notare che, che alla venuta del Signore Gesù e all’inizio del millennio in cui Gesù regnerà su questa terra per quegli anni, getterà l’Anticristo ed il falso Profeta nello stagno di fuoco e di zolfo, poi, alla fine dei mille anni, in quello stesso luogo verrà gettato anche Satana, il diavolo, e al giudizio finale, in quel luogo saranno gettati tutti quanti coloro che non sono salvati, secondo quanto è scritto:

«E la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che avea fatto i miracoli davanti a lei, coi quali aveva sedotto quelli che aveano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Ambedue furon gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.» (Apoc. 19:20)

«E quando i mille anni saranno compiti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro canti della terra, Gog e Magog, per adunarle per la battaglia; il loro numero è come la rena del mare. E salirono sulla distesa della terra e attorniarono il campo dei santi e la città diletta; ma dal cielo discese del fuoco e le divorò. E il diavolo che le avea sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.» (Apoc. 20:7-10)

Considerando attentamente tali cose, capite perché la Scrittura parla di salvezza? Perché il pericolo di finire nello stagno di fuoco e di zolfo è reale ed è terribile essere gettati in quel luogo per essere tormentati giorno e notte per tutta l’eternità. Così è scritto, così Iddio ha stabilito, e così bisogna credere ed insegnare, non bisogna cambiare niente.

Ringraziato sia Iddio che ci ha salvati da quel pericolo, mediante la sua grazia, per mezzo della fede nel suo amato Figliolo Gesù Cristo.

Fratelli, guardatevi dalla falsità e dalle menzogne degli uomini, e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda

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