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Riflessione sul ‘peccato’

22 giugno 2024

Riflessione sul ‘peccato’

Nelle sacre Scritture la parola ‘peccato’ significa “ciò che l’uomo fa che non raggiunge la meta stabilita da Dio”; tali cose che vengono fatte possono comprendere sia errori, che tutte quelle azioni che gli uomini compiono che Dio ha dichiarato nella Sua Parola che non devono essere compiute, oppure che la propria coscienza gli attesta che siano peccato (cfr. Rom. 14:23).

La parola ‘peccato’ significa pure avere uno stato d’animo falso, che non corrisponde a quanto viene esternato con le azioni (si consideri gli ipocriti che dicono agli altri, ma non fanno o fanno il contrario di ciò che dicono agli altri di fare), e l’avere nel cuore sentimenti negativi e malvagi, come ad esempio l’odio, invidia ed altre cose, le quali davanti a Dio sono peccato, anche se non si possono vedere tali peccati che albergano nel cuore, si può, tuttavia, arrivare a capire che il cuore di una persona è corrotto quando lo manifesta con le proprie azioni e con le parole che dice contro il suo prossimo, o per egoismo ed interesse personale, senz’avere alcun rispetto per gli altri (cfr. Matteo 7:20; Giuda 12; Luca 6:45).

Il discepolo che Gesù amava, l’Apostolo Giovanni, a riguardo del peccato ha scritto queste parole:

«Chi fa il peccato commette una violazione della legge;

e il peccato è la violazione della legge.» (1 Giov. 3:4)

In quelle parole Giovanni distingue due cose, la prima fa riferimento alla persona che compie il peccato, e chiarisce bene che coloro che violano la Legge di Dio commettono il peccato; nella seconda parte del versetto, definisce cosa è il peccato, dicendo appunto che esso è la trasgressione o una inosservanza di un comandamento che Dio ha ordinato agli uomini di non fare oppure ha ordinato qualcosa che dev’essere fatto.

Attraverso la Legge, Iddio ha fatto conoscere all’uomo ciò che deve fare e ciò che non deve fare per piacere a Dio compiendo le opere, ma è cosa certa che nessun uomo riesce ad osservare costantemente tutti i comandamenti di Dio, così avviene che commette il peccato, cioè compie un’opera che da Dio è condannata, oppure prova dei sentimenti ed ha degli stati d’animo che non piacciono a Dio.

Pertanto, i comandamenti di Dio della Legge di Mosè hanno la funzione di far capire a tutti gli uomini che è impossibile piacere a Dio ed essere salvati mettendoli in pratica, perché è impossibile per gli uomini mettere in pratica tutta la volontà di Dio, perché la debolezza della carne in cui abita il peccato, rende impossibile raggiungere la meta voluta dal Signore e non peccare (cfr. Rom. 8:3), perché sta scritto che “chiunque avrà osservato tutta la legge, e avrà fallito in un sol punto, si rende colpevole su tutti i punti.» (Giac. 2:10), perciò, è sufficiente peccare una sola volta per essere definito da Dio peccatore.

Mediante i comandamenti della Parola di Dio, quindi, si comprende che non si può essere salvati per le opere e per i propri meriti, perché nessun uomo è infallibile, e ciò serve per comprendere che ‘la Legge’, che tutti i ‘Comandamenti di Dio’, dunque, hanno lo scopo di dimostrare a tutti gli uomini che è assolutamente impossibile essere salvati per le proprie opere giuste che si compiono e per l’osservanza costante senza mai fallire in ciò che piace al Signore; l’Apostolo e Dottore dei Gentili, infatti, a tal proposito ha scritto queste parole:

«Talché la legge è stata il nostro pedagogo per condurci a Cristo, affinché fossimo giustificati per fede.» (Gal. 3:24)

Dunque, alla Legge, ai comandamenti di Dio è stata affidata l’educazione di tutti gli uomini alla giustizia di Dio, che dice che è Dio che rende giusti gli uomini mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono, i quali devono riconoscersi peccatori, incapaci da soli di giungere alla salvezza, e di giungere alla conclusione di aver bisogno necessariamente di un Salvatore, per essere fatti giusti da Dio, come ha scritto Paolo ai santi di Roma:

«poiché per le opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto; giacché mediante la legge è data la conoscenza del peccato. Ora, però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata una giustizia di Dio, attestata dalla legge e dai profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti i credenti; poiché non v’è distinzione, difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d’esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; per dimostrare, dico, la sua giustizia nel tempo presente; ond’Egli sia giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù.» (Rom. 3:20-26)

Quindi, è impossibile per l’uomo non peccare mai, per cui Iddio ha stabilito di cancellare i peccati commessi e la conseguenza di essi mediante la fede in Gesù Cristo.

Nessun uomo ha il diritto di pensare che riuscirà a non commettere il peccato, neppure se vive da solo come un eremita in un’isola deserta e si chiude completamente alle influenze negative che provengono dal mondo che giace nel maligno (cfr. 1Giov. 5:19), è impossibile per l’uomo non peccare, perché a quanto già detto bisogna aggiungere anche queste parole dell’Apostolo Giacomo.

«Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa, commette peccato.» (Giac. 4:17)

Anche non fare qualcosa che si deve fare, che possiamo fare e che Dio ci richiede di fare, è peccato, ed essendo dunque tutti quanti contaminati dal peccato, non è lecito a nessuno pensare di essere più santo di altri, perché tutti quanti abbiamo qualcosa di cui rendere conto a Dio che abbiamo fatto di male o che non abbiamo fatto di bene.  Perciò, nessuno pensi di essere senza peccato, perché Giovanni ha scritto che Se diciamo d’esser senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi(1 Giov. 1:8). Dunque, non t’insuperbire contro nessuno, neppure nel tuo cuore, non lo devi neppure pensare (cfr. Rom. 11:18). Un’altra cosa che un credente non deve pensare, è quello di credere che coloro che hanno creduto nel Signore Gesù Cristo e sono stati salvati per fede, gratuitamente per la grazia di Dio, siano delle persone senza legge, in quanto è scritto:

«Nel mio primo libro, o Teofilo, parlai di tutto quel che Gesù prese e a fare e ad insegnare, fino al giorno che fu assunto in cielo, dopo aver dato per lo Spirito Santo dei comandamenti agli apostoli che avea scelto.» (Atti 1:1-2)

Quindi, anche i cristiani sotto la grazia hanno ricevuto dei comandamenti, hanno una legge, quella di Cristo, che devono conoscere ed osservare diligentemente.

Queste considerazioni che vi ho presentato, sono rivolte a tutti quanti gli uomini senza distinzione, ma su di esse è doveroso che riflettano soprattutto i credenti, cioè coloro che sono stati già salvati, che sono nati di nuovo per mezzo della fede, ricordando che devono ancora combattere contro il peccato per tutta la loro vita, conoscendo che di certo capiterà che pecchino, perciò devono tener conto che “SE confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità(1 Giov. 1:9).

Quelle parole sono valide ed efficaci solamente SE, dico SE i peccati vengono dal credente riconosciuti, ci si pente del male compiuto e si chiede umilmente a Dio in preghiera di essere perdonati e lavati da ogni peccato. È doveroso sottolineare anche queste cose, perché ci sono dei cianciatori in mezzo alla Chiesa che insegnano che dopo che si è salvati non si deve più chiedere il perdono dei peccati, perché sono già stati lavati.  È vero che, quando ci si ravvede dei propri peccati e si viene salvati, si riceve la purificazione dei peccati commessi fino a quel momento, ma per gli altri che saranno commessi dopo, ci sarà bisogno ogni giorno del pentimento di averli commessi e di confessarli a Dio per ottenerne la remissione, la purificazione dalla propria coscienza. Se uno non chiede perdono dei propri peccati, non ne ottiene la remissione. Ciò è confermato pure da quanto Gesù ha insegnato nella ‘preghiera del Padre nostro’, che è una preghiera da innalzare tutti i giorni, non solo una volta e basta, ed in quella preghiera Gesù ha insegnato, tra l’altro, di chiedere questo:

«rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno.» (Matteo 6:12-13)

I debiti sono i peccati che si commettono, e coloro che non si pentono dei loro peccati e non li confessano a Dio ogni volta che li commettono, non ottengono la remissione dei loro peccati, perché Giovanni, ponendo quel SE al principio del versetto riportato sopra, vuole significare che Iddio è fedele e giusto da rimettere i peccati DI COLORO CHE LI CONFESSANO, li riconoscono come peccato e li abbandonano, cioè portano frutti degni di ravvedimento.

Cari fratelli e sorelle nel Signore, state molto attenti ai numerosi cianciatori e seduttori di menti che ci sono in mezzo alla Chiesa, che insegnano eresie e tante falsità che sono dannose per le anime dei fratelli; perciò voi tutti siete chiamati a verificare ogni cosa, per trovarne conferma nelle Scritture, non abbiate riguardi personali, chiunque esso sia che vi insegna delle falsità, guardatevi da lui, riprendetelo e se non si ravvede state lontani da loro, per il bene dell’anima vostra. Siate mansueti, ed obbedite a quanto ha insegnato Gesù, e chiedete ogni giorno di perdonarvi di tutti i peccati che avete commesso, e chiedeteGli perdono, anche di quei peccati che non sapete di aver commesso, ma pure lo avete fatto e Dio li conosce, come dice il salmista Tu metti le nostre iniquità davanti a te, e i nostri peccati occulti, alla luce della tua faccia(Salmo 90:8), e Chi conosce i suoi errori? Purificami da quelli che mi sono occulti(Salmo 19:12).

Pertanto, diletti e fedeli nel Signore, vi esorto vivamente a studiare e a tenere nella giusta considerazione tutto ciò che riguarda il peccato, affinché otteniate da Dio il perdono di tutti i vostri peccati, perché quella è la volontà di Dio insegnata nella somma della Parola dell’Iddio vivente e vero. Badate dunque a come ascoltate, a cosa apprendete dagli uomini, e badate che nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

L’amor mio è con tutti voi in Cristo Gesù.

Giuseppe Piredda

 

 

 

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