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I morti non possono intercedere per i vivi!

15 giugno 2024

I morti non possono intercedere per i vivi!

Secondo i dettami della classe pretesca della religione Cattolica Romana, i propri seguaci possono chiedere ai santi o a Maria di pregare per loro, nello stesso modo come lo si chiederebbe alle persone che vivono sulla terra; ma non possono rivolgere a loro preghiere dirette. Di fatto, i cattolici romani non si limitano ad una richiesta di intercessione rivolta ai santi ed a Maria di pregare per loro, ma essi rivolgono direttamente a quei morti che ritengono dei santi, una vera e propria preghiera, affinché intercedano direttamente e chiedendo talvolta anche un loro diretto intervento, anziché limitarsi a chiedere loro di intercedere presso Dio che li aiuti. Non è raro, infatti, sentir dire dalle bocche dei cattolici che un santo o Maria gli ha fatto una grazia, cosa che può fare solo Dio.

Quindi, dal punto di vista biblico, in entrambi i due casi specificati in precedenza, non si possono in tutti e due i casi praticare; inoltre, la pratica della preghiera rivolta ai santi dei cattolici romani è contraria anche a quanto insegnano gli stessi preti cattolici romani.

Coloro che si definiscono cristiani, devono per forza di cose seguire e attenersi strettamente solo a ciò che sta scritto nella Parola di Dio, nella Bibbia, composta dai libri canonici, e non bisogna ad essa aggiungere nulla né togliere niente (cfr. Deut. 4:2; Apoc. 22:18).

La Scrittura insegna che il culto, e quindi anche le preghiere perché sono parte integrante del rendere il culto a Dio, vanno rivolte esclusivamente verso Dio, come ci ha insegnato Gesù con queste parole:

«Allora Gesù gli disse: Va’, Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo, ed a lui solo rendi il culto.» (Matteo 4:10)

Dunque, si capisce che è Satana che ha interesse che si renda un culto al di fuori di Dio, compresa la preghiera che non viene rivolta a Dio, perché la preghiera è parte integrante del culto e dell’adorazione che va rivolta solo a Dio. Basta innalzare una preghiera che non è rivolta a Dio per essere idolatri.

Errano grandemente coloro che pensano che Maria ed i santi che sono in Paradiso possano intercedere davanti a Dio ed abbiano una maggiore possibilità di accedere alla presenza di Dio che gli uomini sulla terra, perché la Scrittura dice che i credenti devono sapere che noi in cielo abbiamo un GRANDE E SOMMO SACERDOTE, che è Gesù Cristo, ed Egli può simpatizzare con noi in ogni cosa, essendo vissuto su questa terra con carne simile alla nostra, ed essendo stato tentato come noi, ma senza peccare, possiamo accostarci “con piena fiducia al trono della grazia, affinché troviamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno” (Ebrei 4:16).

Dunque, è al Signore Gesù Cristo che ci dobbiamo rivolgere per intercedere presso il Padre nostro che è nei cieli, perché Egli è il nostro Sommo Sacerdote che intercede per tutti gli uomini, secondo quanto è scritto:

«Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché per la morte erano impediti di durare; ma questi, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette;

ond’è che può anche salvar appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.» (Ebrei 7:23-25)

Gesù è morto sulla croce, ma il terzo giorno Iddio lo ha risuscitato dai morti, ed ora Egli vive per intercedere per gli uomini, per cui, non ci sono dei validi motivi per chiedere intercessioni ad altri al di fuori di Gesù Cristo che è vivente ed è Dio benedetto in eterno.

Anche l’Apostolo Paolo ha scritto al giovane Timoteo che, nella stessa maniera con cui c’è un solo Dio, vi è pure UN SOLO MEDIATORE tra Dio e gli uomini:

«Poiché v’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti» (1 Tim. 2:5-6)

Dunque, rivolgersi altri mediatori al di fuori di Gesù di Nazaret, il Cristo di Dio, si disprezza la Parola dell’Iddio vivente e vero, si offende il nostro Padre Celeste che ha stabilito ogni cosa, e si offende anche Gesù Cristo che intercede per noi, non ritenendolo all’altezza di poterlo fare. Nessun santo e neppure Maria possono sostituire l’opera di intercessione che è stata data solo a Gesù Cristo che è in cielo, Egli che è il nostro grande e Sommo sacerdote. Inoltre, sulla terra intercede per noi in preghiera direttamente anche lo Spirito santo, secondo quanto ha scritto Paolo ai Romani:

«Parimente ancora, lo Spirito sovviene alla nostra debolezza; perché noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e Colui che investiga i cuori conosce qual sia il sentimento dello Spirito, perché esso intercede per i santi secondo Iddio.» (Rom. 8:26-27)

Quindi, se Gesù che è Dio intercede per noi dal cielo, e lo Spirito santo che è Dio intercede per noi dalla terra, ditemi, per quale motivo ci sarebbe bisogno di chiedere intercessione a delle creature umane morte, fallaci, limitate e che secondo le Scritture non sentono e non sanno nulla di ciò che succede sulla terra?

Per sbrogliare la matassa, dunque, ciò che è necessario fare è partire dalla base di tutto, che è la Parola di Dio, la Bibbia, le sacre Scritture riconosciute canoniche perché ispirate da Dio, e non bisogna aggiungere ad esse nient’altro, né le Tradizioni dei padri antichi, né quanto disposto nei concilii, né alcuna decretale papale, come ritengono erroneamente i cattolici, affiancando alla Parola di Dio anche tutte quelle cose umane, fallaci, che persino si contraddicono tra di loro, e vengono riconosciute dai preti addirittura in modo superiore alle Scritture sacre.

L’Apostolo Paolo ha insegnato ai credenti ad attenersi a questo sano principio di non andare oltre a ciò che sta scritto nella Bibbia, perché egli dice queste cose le ho per amor vostro applicate a me stesso e ad Apollo, onde per nostro mezzo impariate a praticare il ‘non oltre quel che è scritto’; affinché non vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro” (1 Cor. 4:6).

Dunque, anche noi dobbiamo fare come Paolo ed Apollo, non dobbiamo assolutamente andare oltre a quello che è scritto; riempie di orgoglio coloro che vanno oltre a quello che sta scritto, perché chi lo fa s’innalza al di sopra di quello che ha detto e insegnato Iddio con la Sua Parola, aggiungendovi delle cose, sta riconoscendo che la Parola di Dio non è completa né perfetta, e questo non può essere vero.

Anche se è già sufficiente ciò che ho detto sopra, ed i passi che ho riportato sono abbastanza chiari per farvi capire la verità a riguardo del fatto che non si deve né chiedere né pregare i morti per far ricevere ai vivi una qualche benedizione e grazia, voglio portare lo stesso alla vostra attenzione per farvi riflettere anche su questi fatti accaduti nell’Ades che sono stati raccontati da Gesù, che riguardano il dialogo tra Abramo, che era nel Paradiso di Dio di allora, ed il ricco che stava all’inferno in mezzo ai tormenti delle fiamme:

«Ed egli disse:

Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento.

Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltin quelli.

Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno.

Ma Abramo rispose:

Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse.» (Luca 16:27-31)

Abramo era nel Paradiso di Dio di quell’epoca, quindi era certamente santo, e non lo era perché venne fatto ‘santo’ dall’uomo, ma lo fu perché Iddio lo salvò e la sua anima si trovava in Paradiso.

Cari nel Signore, voglio che notiate come il ricco che era nei tormenti ed ormai gli erano noti ed era certo di tanti misteri di cui nella vita aveva dubitato, non ha chiesto ad Abramo di intercedere presso Dio per il bene dei suoi fratelli che erano ancora vivi, ma l’unica cosa che sapeva pure lui che era possibile fare, era quella che qualcuno risuscitasse dai morti e portasse un messaggio del luogo di tormento dove il ricco si trovava.

Ma come anche noi facciamo oggi, ed ogni buon cristiano ha fatto sempre, Abramo ha rimandato ogni benedizione e salvezza alla disamina e riflessione delle sacre Scritture, alla Parola di Dio, dicendo appunto che gli uomini hanno le sacre Scritture e devono leggerle, meditare ed ascoltare solo quelle. Abramo ne spiega anche le motivazioni, se uno non ascolta e non crede e non si attiene a ciò che sta scritto nella Parola di Dio, non ascolterà nessun’altra cosa che viene da Dio.

Perciò, cari fratelli e sorelle nel Signore, esaminate bene i passi delle Scritture che vi ho riportato, affinché impariate e sappiate come rispondere ai cattolici romani.

Mentre ai cattolici romani dico quest’altra cosa, che devono ravvedersi e credere nell’Evangelo di Gesù Cristo per essere salvati, devono abbandonare la loro idolatria e le altre pratiche contrarie a quanto è insegnato nelle sacre Scritture, se vogliono veramente piacere a Dio. Abbandonate le preghiere e le richieste rivolte ai morti, ma pregate solo il Padre nostro Celeste nel nome di Gesù, perché Egli solo è in grado di mediare e d’intercedere presso Dio. Smettete immediatamente di rendere un culto a Satana, non rivolgetevi più ai morti in preghiera e di adorare e rendere il culto alle creature e alle statue che non possono salvare, non potendo neppure parlare né camminare né fare alcun che.

Che Dio vi guidi in tutta la verità della Sua Parola, e nessuno vi seduca con vani e manipolatori ragionamenti.

Giuseppe Piredda

 

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